I dati dell’ultimo rapporto “Bio in cifre 2020” vedono primeggiare la nostra Isola, seguita da Puglia e Calabria. Sono 370.000 gli ettari di terreno coltivati e 10.596 gli operatori che vi lavorano. Ma le vendite sono in calo rispetto al 2019
CATANIA – Il 51% dell’intera superficie biologica nazionale si trova in quattro Regioni: Sicilia (370.622 ettari), Puglia (266.274), Calabria (208.292) ed Emilia-Romagna (166.525). Rispetto al 2018, però, la variazione risulta in calo segnando un -4% in Sicilia mentre è positiva per Puglia, Calabria ed Emilia-Romagna, nelle quali le superfici crescono dell’1%, del 4% e del 7%.
Anche per quanto attiene gli operatori su un totale nazionale di 80 mila unità, la nostra Isola gioca un ruolo di primo piano: le Regioni che ne registrano il maggior numero sono appunto la Sicilia (10.596 unità) con una contrazione dell’1,3% rispetto al 2018, la Calabria (10.576 unità) e la Puglia (9.380 unità).
I dati provengono dal Rapporto “Bio in cifre 2020”, presentato il primo ottobre attraverso un appuntamento promosso da Coldiretti, Ismea, Verona Fiere. “L’agricoltura biologica nel nostro Paese rappresenta una realtà significativa e dovrà giocare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro. Vogliamo che il biologico poggi le sue basi su fondamenta forti e lo diciamo con chiarezza: se qualcuno in Europa pensa di far aumentare le superfici a biologico abbassando il livello delle regole, in modo da fare diventare tutto biologico, noi non ci stiamo”, ha dichiarato la Ministra del Mipaaf Teresa Bellanova.
Nuove Regioni si affacciano al biologico con incrementi interessanti: è il caso delle Marche (+32%), del Veneto (+13%), del Lazio (+8%) e dell’Umbria (+6%). E se l’Umbria ha confermato nel 2019 una crescita già iniziata nel 2018 (+8%), Regioni come l’Emilia-Romagna (+2%), la Lombardia (+3%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (+4%) confermano il trend positivo che avevano fatto registrare nel 2018.
I dati elaborati dal Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) per il Mipaaf relativi all’anno 2019 dimostrano la salute del settore: dal 2010 il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%. Secondo le analisi infatti nel 2019 in Italia si è arrivati a sfiorare i 2 milioni di ettari di superfici biologiche, con un incremento rispetto al 2018 di quasi il 2% di SAU. Ciò si è tradotto in 35 mila ettari in più in soli 12 mesi.
L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2019 il 15,8% della SAU nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media Ue, che nel 2018 si attestava al 7,5%. Il livello compositivo della superficie biologica nazionale resta stabile e definito dai tre orientamenti produttivi che pesano sul totale per oltre il 60%: Prati pascolo (551.074 ettari), Colture foraggere (396.748) e Cereali (330.284). A queste categorie seguono, per estensione, le superfici biologiche investite a Olivo (242.708) e a Vite (109.423).
Le stime sui consumi di biologico dell’ultimo anno evidenziano una crescita trasversale a tutta la penisola – puntualizza il Mipaaf – benché, ancora una volta, a diverse velocità: mentre nel Nord-Est i consumi di prodotti biologici crescono rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del +7,2%, nelle restanti aree del Paese si registrano incrementi più bassi, in particolar modo nel Sud: in Sicilia la spesa cresce solo del +1,4%.
Tuttavia, è da tener presente che nelle aree del Meridione la grande distribuzione organizzata non rappresenta sempre il principale canale d’acquisto dell’agroalimentare biologico. Come emerge dall’analisi del panel consumatori Nielsen sono infatti maggiormente diffusi gli acquisti nei negozi indipendenti, nel piccolo commercio al dettaglio e nei mercati rionali: il 77,5% della spesa bio stimata al Sud passa attraverso il canale tradizionale, mentre al Nord l’incidenza è inferiore al 30%.
L’analisi delle vendite nei supermercati e ipermercati su base regionale mostra che mentre in alcune Regioni come il Friuli-Venezia Giulia (+17%), l’Umbria (+15%), il Lazio (+14%) il biologico cresce, in termini relativi, in maniera interessante, in Calabria, Campania e Sicilia addirittura si evidenzia un calo delle vendite di biologico rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2019.