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La storia del Capitano Emilio Lussu

La storia del Capitano Emilio Lussu
Il capitano. Emilio Lussu: il Carso, l’Altopiano e il Piave che non ha mai raccontato

Un ricordo del Capitano Emilio Lussu e della Brigata Sassari attraverso testimonianze, memorie e il libro che ne ricostruisce il coraggio

Confesso che sino verso la fine degli anni Settanta del Novecento non conoscevo la esemplare figura del Capitano Emilio Lussu (se non come importante parlamentare e leader del partito sardo d’azione) né la Brigata Sassari. Me li fece conoscere Ermanno Olmi parlandomene nella sua bella casa di Asiago, al limite dell’Altopiano dei Sette Comuni, uno dei territori dove si sono combattuti, in furiose battaglie, l’esercito austro-ungarico e quello italiano, e uno dei luoghi dove Emilio Lussu e la Brigata Sassari hanno costruito, con il loro coraggio e la loro dignità, la loro meritata gloria.

Ermanno Olmi era molto affascinato da entrambi, e da tempo coltivava l’obiettivo di raccontarli in un film. Il sogno di Ermanno non si realizzò per vari motivi, ma il pensiero di quel Capitano e di quella eroica Brigata in quella Grande Guerra e del suo significato non lo abbandonò mai. Ancora nei primi anni Ottanta me ne parlava. Il film che voleva fare sarebbe stato contro la guerra con le sue miserie, le sue cattiverie, le sue infamità, la sua ottusità, ma, al contempo, Ermanno voleva raccontarci come, tra tante miserie e sofferenze, potevano emergere dei personaggi come il Capitano Lussu e i combattenti della gloriosa Brigata Sassari con il loro grande coraggio e con la loro grande dignità. Avrebbe voluto raccontarci che gli uomini restano uomini anche in trincea. Avrebbe voluto capire e farci capire da dove proveniva tutto quel coraggio, quella dignità dei contadini, pastori, muratori sardi che si battevano senza risparmio. Parte del suo sogno Ermanno lo ha concretizzato nel suo straordinario: “Torneranno i prati”, girato sull’Altopiano dei Sette Comuni, come bene illustrano Stefano Aluisini e Ruggero Dal Molin nel libro “Il capitano. Emilio Lussu: il Carso, l’Altopiano e il Piave che non ha mai raccontato” (Itinera Progetti, 2024).

Ah, come sarebbe piaciuto a Olmi questo libro: quanti spunti, quante conferme, quanti personaggi, quante battaglie avrebbe, in esso, trovato o ritrovato. E sono certo che avrebbe condiviso il mio giudizio, che si tratta di un libro bellissimo. Ma devo rendere conto di questo giudizio per me non usuale.

Innanzi tutto, è bellissimo perché racconta di un personaggio (Il Capitano) e di una brigata (la Brigata Sassari) che sono “bellissimi”. E, in secondo luogo, è scritto benissimo. Si usa dire dei libri di storia o scientifici che riescono ad avvincere (io l’ho preso in mano tre giorni prima di Natale e non sono riuscito a staccarmene sino alla fine, proprio nel giorno di Natale): si legge come un romanzo. Ma romanzo non è. È storia, è vita concreta di persone concrete, con nome e cognome, persone che hanno vissuto e sofferto quella che uno storico inglese ha definito il più atroce conflitto di ogni tempo (N. Ferguson, “The Pity of War”, 1998 traduzione italiana “Il grido dei morti. La prima guerra mondiale, il più atroce conflitto di ogni tempo”, Mondadori 2017). E non è storia romanzata o di grandi masse anonime. È storia minuziosamente e scrupolosamente documentata sulla base dei documenti ufficiali, delle memorie dei protagonisti, del lavoro prezioso degli storici che hanno, in gran parte portato alla luce la realtà della grande e dolorosa guerra, della letteratura e in primo luogo il libro che lo stesso Lussu dedicò a una fase importante della sua vita di guerra (“Un anno sull’Altipiano”, Einaudi 2003), un libro molto amato da Ermanno Olmi.

continua…