Il dramma di Corleone, dove una madre, Lucia Pecoraro, 78 anni, ha ucciso la figlia disabile, Giuseppina Milone, di 47, per poi togliersi la vita, scuote anche la sfera politica. Valentina Chinnici, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana e vicesegretaria del Partito democratico, interviene sull’episodio.
“Questa tragedia – sottolinea – ci dice che bisogna intervenire immediatamente per potenziare il sistema socio sanitario, fornire servizi adeguati e sostenere le famiglie delle persone più fragili garantendo la realizzazione dei progetti di vita, che con il Decreto Legislativo 62/2024 è diventato uno strumento vincolante, esigibile e concreto”.
“Da anni denunciamo l’emergenza nell’assistenza a disabili e salute mentale”
Chinnici prosegue: “Da anni denunciamo l’emergenza nell’assistenza a disabili e salute mentale, ma la Regione non spende neanche i fondi che ha già”.
“Non mancano solo i servizi e non mancano solo le risorse”
La deputata democratica elenca le carenze: “Non mancano solo i servizi, manca il personale, manca una rete capace di dare sollievo e supporto reale alle famiglie, spesso lasciate sole a sopportare un peso insopportabile. E il problema non è la mancanza di risorse”, prosegue Chinnici.
E inoltre: “Il vero scandalo è la cronica incapacità della Regione di spenderle. L’esempio più chiaro sono i 41 milioni di euro della Legge sul ‘Dopo di Noi’ bloccati perché i nostri distretti sanitari non riescono a presentare progetti. Abbiamo fondi fermi a Roma mentre i servizi al cittadino si sgretolano. È una contraddizione inaccettabile”.
“Si convochi d’urgenza un tavolo per sbloccare tutte le risorse”
Poi l’appello al presidente della Regione Renato Schifani: “Chiedo al Presidente e all’assessore alla Salute un atto di responsabilità immediato. Si convochi d’urgenza un tavolo per sbloccare tutte le risorse inutilizzate, avviare un piano straordinario di assunzioni e costruire finalmente quella rete di prossimità che può prevenire tali drammi. Non ci sono più alibi. Di fronte a questa tragedia, l’inerzia delle istituzioni è una colpa”.
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