La transizione ecologica non si può più rinviare - QdS

La transizione ecologica non si può più rinviare

La transizione ecologica non si può più rinviare

sabato 27 Marzo 2021

I biogeografi lanciano un allarme: la prossima estinzione sarà causata dall’umanità, per la pressione ambientale e per l’alterazione degli ecosistemi

I biogeografi lanciano un allarme: la prossima estinzione sarà causata dall’umanità, per la pressione ambientale e per l’alterazione degli ecosistemi. La Terra impiega un anno e otto mesi per rigenerare le risorse che consumiamo nell’arco di 365 giorni, ovvero il 60% in più di quanto si possa rinnovare all’interno dello stesso anno.
È necessario che l’intervento umano sia limitato entro le capacità di carico dei sistemi naturali, l’uso delle risorse rinnovabili non superi la capacità e i tempi di ripristino dell’ambiente e l’utilizzo di quelle non rinnovabili avvenga entro i limiti definiti dal tasso di rinvenimento delle risorse stesse, le emissioni di inquinanti e di rifiuti avvengano entro i limiti definiti dalla capacità di assorbimento dell’ambiente; così facendo si potranno salvaguardare gli ecosistemi, la diversità biologica e tutelare gli aspetti estetici e culturali che definiscono la qualità ambientale.

Sono necessari dei drastici cambiamenti nei sistemi produttivi, che garantiscano una crescita economica collegata alla tutela ambientale e in grado di autosostenersi nel tempo.

La Green Economy è una delle soluzioni adottate dall’Unione Europea. Un’economia verde genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta. Grazie alle fonti di energia rinnovabile l’uomo può produrre senza consumare le risorse energetiche esauribili; il riciclo dei rifiuti e dei prodotti a fine del loro ciclo vitale, permette di riutilizzare le materie prime in un nuovo ciclo produttivo.

Si punta all’adozione di veicoli alimentati da combustibili alternativi e rinnovabili e all’eliminazione del piombo delle benzine. Dal 1997 il Programma ambientale dell’Onu (Unep) produce il Global environmental outlook, che offre un’analisi della situazione ambientale in relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. Nel documento, nonostante gli sforzi dei singoli Paesi, si registra un deterioramento delle condizioni del pianeta.

Secondo i ricercatori del Global Footprint Network dimezzando l’impronta di carbonio, costituita dalla somma delle emissioni di gas serra, potremmo arrivare a consumare le risorse di 1,1 Terre, posticipando l’Overshoot Day (giorno nel quale l’umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno) di 93 giorni, che in questo modo non verrebbero sottratti al futuro.

Bisognerà avviare un processo di decarbonizzazione e realizzare una transizione alle fonti di energia rinnovabili, oltre all’adozione di pratiche di riciclo e riuso, che si traducono in sintesi nell’applicazione di un’economia circolare su vasta scala. Stando ad uno studio di Italy for Climate, riportato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile: “Se non verranno messe in campo politiche fortemente orientate a criteri green e low carbon, il 2021 sarà caratterizzato da una crescita delle emissioni di gas serra mai visto dal dopoguerra a oggi”.
Lo studio con un’analisi degli effetti delle crisi economiche nei decenni precedenti evidenzia come, a seguito di una crisi economica, la successiva fase di ripresa sia sempre caratterizzata da una nuova crescita delle emissioni, spesso maggiore di quella precrisi.

Noemi Pirrotta
Gioia Blanco
Flavia Ragusa
Classe VCL – Ist. Leonardo Da Vinci-Niscemi

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