La tregua fiscale sta per finire, a fine mese stangata da 29 miliardi di euro - QdS

La tregua fiscale sta per finire, a fine mese stangata da 29 miliardi di euro

Salvatore Forastieri

La tregua fiscale sta per finire, a fine mese stangata da 29 miliardi di euro

lunedì 08 Giugno 2020

Il 30 giugno andranno in pagamento tutte le somme “congelate” dal Decreto Rilancio. La sospensione dei tributi è stata un semplice “palliativo”, strada tutta in salita per i contribuenti

Prossima scadenza 30 giugno. A quella data andranno in pagamento molte delle somme che erano state sospese dal Decreto Rilancio.
Nonostante la cancellazione del saldo 2019 e dell’acconto 2020 dell’Irap, nonostante l’ulteriore rinvio al 16 settembre di alcune delle scadenze che, in base ai precedenti decreti legge “Cura Italia” e “Liquidità”, erano state spostate al 30 giugno, nonostante l’inclusione nella sospensione di somme che in precedenza non erano state prese in considerazione (come le somme dovute in base ai cosìddetti “avvisi bonari” dell’Agenzia delle Entrate), quello in corso resta sempre un mese che si annuncia come un mese terribile per le disponibilità delle aziende.

Come già detto dalla pagine di questo quotidiano, infatti, è assolutamente impensabile che le aziende colpite pesantemente dalla pandemia possano subito trovare la liquidità necessaria per far fronte a tutti i versamenti dei tributi dovuti quest’anno.
La tregua fiscale annunciata, infatti, a meno di un ripensamento in ambito governativo e legislativo, è stato soltanto “palliativa”, senza un vero sconto sui tributi e senza un efficace rinvio quantomeno fino alla fine dell’anno.

è vero, il Pil è andato sotto di quasi nove punti percentuali, le imposte dirette ed indirette diminuiscono proporzionalmente al calo del fatturato, il gettito Iva del mese di aprile ha subito una riduzione del 33% rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso, le imposte locali, principalmente la Tari e la Tosap, si riducono in relazione agli effetti del Covid-19, i Comuni soffrono anch’essi di liquidità per lo stop forzato della riscossione e degli accertamenti, ma è pur vero che una stangata di 29 miliardi di Euro alla fine di giugno (questa è la cifra stimata da Unimpresa), a meno che non vi saranno ulteriori proroghe, difficilmente potrà essere assorbita di contribuenti.
Non si dimentichi, peraltro, che, a prescindere dai consueti pagamenti del saldo e dell’acconto dell’Irpef e dell’Ires nonché della “cedolare secca, a prescindere del mancato differimento generalizzato della prima rata dell’Imu in scadenza il 16 giugno (a tutt’oggi le città capoluogo della Sicilia non hanno deliberato un differimento dell’Imuprima rata), bisogna tenere conto che la prossima scadenza prevista dal Decreto Rilancio è il 16 settembre e l’Agente della Riscossione (da noi Riscossione Sicilia) potrà riprendere le azioni esecutive se non si provvede a pagare le somme iscritte a ruolo entro il 30 settembre.

C’è da dire pure che non sembrano nemmeno sufficienti alcuni provvedimenti riguardanti l’ampliamento dell’ambito della compensazione tributaria e l’accelerazione di rimborsi.
Insomma, un vero problema, per i cittadini ed anche per le casse dello Stato le quali vedono ridurre in maniera molto grave il gettito e, conseguentemente, aumentare il debito pubblico.
Cosa fare ? Occorrerebbe, per prima cosa, dare maggiore respiro alle aziende, puntando principalmente su di loro per determinare una vera ricrescita del Paese, dando alle famiglie, più che una semplice sovvenzione, magari utilissima in un primo momento, quel reddito di lavoro di cui erano state private, magari cercando di incrementare tale reddito attraverso soluzioni che possano fare da traino per la nostra economia, come gli incentivi per l’edilizia.
A questo punto non ci resta che aspettare, sperando di vedere, oltre ai già visti mini bonus, concrete iniezioni di liquidità alle imprese, senza dimenticare, comunque, che a tal fine è indispensabile mettere mano, in maniera concreta, alle tanto annunciate, auspicate e mai effettivamente realizzate, norme per la semplificazione fiscale e di tutti gli altri adempimenti che ingolfano pesantemente la burocrazia ed il lavoro dei cittadini onesti.
Salvatore Forastieri

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