Le dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina, al podcast “Lo Sperone” hanno generato sorpresa, ma anche sdegno e rabbia, scatenando una nuova polemica intorno alla figura storica di Cosa nostra e ai suoi familiari. Tanti i dettagli controversi condivisi da Riina jr, dall’ipotesi secondo cui il padre non avrebbe ordinato gli omicidi di Giovanni Falcone e del piccolo Giuseppe Di Matteo allo sconvolgente paragone della sua infanzia – “in continua emergenza” a causa della latitanza del padre – a quella segnata dalla guerra e dall’orrore dei bambini di Gaza.
Sulle dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Salvatore Riina si è soffermato anche il deputato Ars Ismaele La Vardera. Il leader di Controcorrente ha annunciato di voler presentare un esposto alla Polizia Postale per avviare le dovute indagini sulla vicenda.
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La Vardera: “Vergognosa sudditanza degli intervistatori nei confronti di Riina”
“Una puntata di questo pseudo podcast che è agghiacciante. Un tentativo di eroicizzare Totò Riina e lo hanno fatto invitando il figlio del boss Riina, anche lui condannato per associazione mafiosa, con tanto di ingresso negli studi in pompa magna. Ho visto questa puntata ed è un continuo tentare di far passare la figura di Totò come un uomo onesto e contro il sistema, ma la cosa più vergognosa è stata la totale sudditanza degli intervistatori che non sono stati in grado di fare neanche una domanda sulla storia efferata e criminale del padre. Chiedo formalmente al gestore del podcast di togliere questo scempio dalla rete poiché fortemente diseducativo per le nuove generazioni“. A dirlo il deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera, commentando la puntata del podcast “Lo Sperone” e le dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina.
“Riina non va ricordato per essere beatificato”
“Anche io ho partecipato una volta a quel podcast – aggiunge – ma non si può di certo associare la mia faccia a quel podcast, per questo voglio che cancelli la mia puntata e tutti i miei riferimenti o me o i Riina. Venga anche chieda scusa alla Sicilia e ai siciliani. Un boss mafioso, e non un grande boss italiano come l’hanno definito, come Riina non va ricordato per essere beatifico e chiunque faccia ‘apologia criminale o mafiosa’, proprio come hanno fatto questi del podcast solo per fare visualizzazioni online si qualificano da soli per questa ragione sto preparando un esposto alla polizia postale e sto facendo una segnalazione all’Agcom per fare in modo che quando si parli di mafia, si ricordi che questi hanno distrutto la nostra terra e rovinato la vita dei siciliani”.
Critiche anche da Russo (FdI): “Intollerabili dichiarazioni, chiediamo la rimozione della puntata”
“L’intervista di Giuseppe Salvatore Riina a Lo Sperone Podcast, che esalta il padre, è una cosa intollerabile, così come sono intollerabili le sue dichiarazioni, che rappresentano un insulto a tutte le vittime della lotta alla mafia e sviliscono l’operato di chi, a partire dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, è impegnato quotidianamente nel contrasto alla criminalità. Le dichiarazioni di Riina possono apparire come un segnale alle nuove generazioni di inserirsi nella logica criminale, come possibile e lecita scelta di vita. La libertà di espressione non possiamo negarla a nessuno, ma qui si è superato il limite e si rischia un pericoloso ritorno all’incultura mafiosa. Anche per questo chiediamo l’immediata rimozione del podcast da tutte le piattaforme”. A dichiararlo è Raoul Russo, senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione antimafia.
“Le espressioni di Riina, figlio di uno dei personaggi più ripugnanti della storia repubblicana, mettono in grave imbarazzo tutte quelle realtà – a partire dalla città di Corleone, che viene utilizzata ancora una volta come strumento di speculazione – che da anni lavorano per riscattarsi dall’oppressione mafiosa e dalle immagini che personaggi del genere creano sulle comunità locali. Ai cittadini di Corleone, al sindaco e alla Giunta, esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà”. “Inoltre – conclude il senatore Russo – presenterò uno specifico Ddl in Senato sull’apologia di mafia che deve trovare una specifica norma sanzionatoria, per impedire che si possa impunemente esaltare la logica mafiosa”.
Intravaia: “A soggetti come questo dovrebbe essere tolto il diritto a parlare pubblicamente”
“Resto basito, attonito e sdegnato nel leggere le parole pronunciate da Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina, durante Lo Sperone podcast. Dovrebbe avere la decenza di stare zitto se non ha il coraggio e il buon senso di prendere le distanze da suo padre e dall’orrido ambiente in cui è cresciuto. Sentirgli pronunciare alcune ‘oscenità’, a lui già condannato per mafia, quali ‘mio padre era un uomo con la U maiuscola’, ‘non ha ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo’, ‘mio padre è stato vittima di un sistema’, ‘io sono come un bambino di Gaza’ e altre affermazioni inaccettabili, è un’offesa a tutti i martiri e alle vittime della mafia, alle loro famiglie e ai siciliani onesti. L’indignazione non è sufficiente, dovrà essere chiamato a rendere conto delle sue assurdità. A soggetti come questo dovrebbe essere tolto il diritto a parlare pubblicamente, così da risparmiarci le sue ripugnanti perle di saggezza”. Così il deputato regionale Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia, commenta le parole pronunciate da Giuseppe Salvatore Riina, durante Lo Sperone podcast.

