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L’addestramento all’incertezza

L’addestramento all’incertezza
impresa economia sviluppo

Il tema dell’incertezza e dell’addestramento all’incertezza

continua dal QdS del 12/3/2025

Come reagire da un lato all’illusione meccanicistica e dall’altro a questo sempre più diffuso scoramento? Cercammo di rispondere suscitando negli allievi una rinnovata capacità di pensiero, che li aiutasse a non temere l’incertezza ma a cercare le vie per trarre da essa prospettive positive, e ad addestrarsi all’apprendimento innovativo, ricordando l’insegnamento di Socrate: “La verità si trova nell’incertezza”.

In questo sforzo ci aiutava l’incrocio continuo con altre discipline, dalla fisica, alla storia, alla filosofia, alle scienze biologiche. I nostri incroci erano con i grandi del pensiero da Aristotele a Popper, da Sun-Tzu a Cattaneo, da Leon Battista Alberti a Guardini. Ed eravamo ben consapevoli di muoverci contro corrente. In una lezione di quegli anni, per l’apertura del corso Istao del 1988-89, nel novembre 1988, intitolata: “Il management è una disciplina antica: riflessioni contemporanee sull’Economico di Senofonte” affermavo: “Se aprissimo una discussione su quali sono le principali caratteristiche della moderna dottrina del management, potremmo disputare a lungo. Ma su una di queste caratteristiche chiunque abbia riflettuto sull’argomento difficilmente potrebbe dissentire: la dottrina dominante del management è caratterizzata da una notevole incultura. Ciò non implica un giudizio negativo sulla ricerca ed elaborazione dei temi più strettamente propri di questa disciplina, che anzi, forse, non ne esiste altra alla quale siano state dedicate tante, probabilmente eccessive, risorse e attenzioni. Né questo giudizio si riferisce al livello culturale individuale dei singoli studiosi che spesso è notevole ed è comunque un fatto irrilevante ai fini del mio argomentare. Neppure si intenda questo giudizio come derivante da una visione della cultura ristretta a certe sfere più elevate dell’attività intellettuale dell’uomo, se non addirittura in contrasto con le discipline pratiche, una visione, questa, di matrice letteraria e spiritualista che ha radici lontane nel tempo e che ha a lungo e infaustamente dominato il nostro pensiero. La dottrina manageriale, avendo a che fare con temi come potere e responsabilità, servizio e proprietà, organizzazione, evoluzione e trasmissione del ‘saper fare’ dell’uomo, viene anzi a incrociare un punto centrale dello sviluppo culturale generale. Ed è proprio nel non essersi saputa collocare in questo punto centrale dell’evoluzione culturale generale che risiede l’incultura della dottrina del management. È mia convinzione che la dottrina e quindi la pratica manageriale non riusciranno a passare a una fase più matura della loro elaborazione se non riusciranno a collocare le loro problematiche fondamentali in una prospettiva culturale più ampia e più propria, che comprenda la teoria della responsabilità, della proprietà, delle organizzazioni sociali e del loro finalismo, dei processi di apprendimento, dello sviluppo generale”.

Il tema dell’incertezza e dell’addestramento all’incertezza fu uno dei pilastri del nostro insegnamento, ma l’occasione in cui approfondii maggiormente il tema fu nella lezione conclusiva dell’anno accademico 1984-1985. Per questo motivo, per la sua perdurante attualità e perché non saprei oggi dire meglio, riproduco qui quasi totalmente quella lezione, vera e propria sintesi generale di quanto cercammo di insegnare in quegli anni, perché essa testimonia il taglio e il clima di quelle lezioni.

continua…