Ladri dell'orecchino a Catania, ecco come entrano in appartamento

Ladri dell’orecchino a Catania, come agiscono (anche) con la complicità dei Compro oro

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Ladri dell’orecchino a Catania, come agiscono (anche) con la complicità dei Compro oro

Ivana Zimbone  |
mercoledì 18 Maggio 2022

Ladri d'appartamento si aggirano per il centro di Catania e svaligiano le abitazioni, in presenza degli stessi proprietari di casa. Ecco come agiscono.

Ladri d’appartamento si aggirano per il centro di Catania e svaligiano le abitazioni, in presenza degli stessi proprietari di casa. Ecco come agiscono e perché fare massima attenzione davanti al pianerottolo, nonché ai Compro Oro.

Ladri d’appartamento a Catania, la testimonianza di una vittima

Nei giorni scorsi una donna di 78 anni è stata avvicinata da una signora che, nell’androne del palazzo, le ha detto di essere la donna di servizio dei vicini di casa.

“Stavo tornando a casa dopo aver fatto la spesa quando, appena entrata nel mio palazzo, sono stata avvicinata da una signora che si è presentata come inserviente della famiglia che abita sopra casa mia. Mi ha detto di aver fatto cadere per errore sul mio balcone un orecchino d’oro e di volerlo riprendere – racconta G. Z. -. Nonostante la mia reticenza, è venuta dietro di me e quando ho aperto la porta di casa è entrata”.

Come se nulla fosse, la malvivente ha tolto le sue scarpe all’ingresso ed è andata a controllare in balcone, fingendo di raccogliere un orecchino che con tutta probabilità aveva già in mano.

“Essendo io un’amante dei fiori e avendone molti nei miei balconi, la signora ha finto di ammirarli e di volerne qualcuno da poter piantare nel suo balcone – continua la vittima -. Dopodiché mi ha detto di dover conservare dei gioielli d’oro perché prossima alla partenza e mi ha chiesto di ‘poterli mettere assieme ai miei’. Accorgendomi dell’invadenza e della stranezza della sua richiesta, l’ho accompagnata alla porta”.

Ma lo ha fatto quando era già troppo tardi: “Solo dopo mi sono accorta che mancavano tutti i miei gioielli d’oro e tutti i miei risparmi che conservavo in camera da letto – aggiunge -. Probabilmente, mentre la signora mi intratteneva in balcone, un complice agiva nell’altra stanza. Il danno subìto, in termini economici, è di migliaia di euro. Senza considerare il valore affettivo di ciò che mi è stato rubato: ricordi di miei familiari che non ci sono più”.

L’identikit della ladra di Catania

La signora si è rivolta alle forze dell’ordine: “Mi hanno chiesto tutti i dettagli di quanto accaduto e, tra colleghi, commentavano dicendo che fosse ‘il solito furto dell’orecchino’ – conclude -. Pare dunque il mio non sia un caso isolato”.

La ladra d’appartamento di Catania è una donna robusta e di media altezza, con un’età apparente di 40-45 anni. I suoi occhi sono castani, i capelli di media lunghezza (sotto le orecchie) scuri ma con schiariture. Potrebbe ancora aggirarsi per le vie della città, in cerca di altre vittime.

Agisce pure in pieno centro e con la complicità di almeno un’altra persona. Ci sono altri cittadini che hanno subito danni dalla stessa banda?

Compro Oro a Catania: quando sono complici della criminalità organizzata

Già anni fa un’inchiesta de “Le Iene” aveva scoperchiato il vaso di pandora dei Compro Oro a Catania.  Esercizi commerciali che si occupano della compravendita di oggetti di valore e che troppo spesso, al di là degli strumenti normativi che tentano di arginare le possibili attività illecite, finiscono per rappresentare man forte della criminalità organizzata catanese.

A spiegare la questione è Samantha Agata Maccarrone, brand manager di Orofollìa che opera nel settore della gioielleria e Compro Oro con sedi anche su Catania, che da anni si batte per la legalità e che suggerisce i modi in cui le istituzioni potrebbero intervenire per intercettare gli illeciti.

“La normativa vigente, ovvero il decreto 92/2017, prevede che gli esercenti possano acquistare l’oro dai privati, ma previa compilazione di un modulo (chiamato scheda d’acquisto) con tutti i dati personali del cliente alienante, due foto degli oggetti preziosi da due prospettive diverse e per un compenso massimo di 499 euro in contanti – fa sapere -. Il pagamento superiore a questa cifra deve avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario o altro mezzo di pagamento tracciato.  Dopodiché, trascorsi 10 giorni, i titolari dell’attività compro oro possono portare l’oro in fonderia, dalla quale ricevono il relativo compenso”.

Ma fatta la legge, trovato l’inganno: “Pochi sono i clienti che, in un’unica soluzione, vendono oro per  499 euro – aggiunge la Maccarrone –,  la maggior parte delle operazioni sono di circa 200/300€. Così i Compro Oro in tutto il territorio, come già documentato dall’inchiesta de La Repubblica del 2011, dal titolo ‘Riciclaggio, usura, balletto di licenze I mille trucchi dei Compro oro’ – continua –  acquisiscono anche i proventi dei furti direttamente dai malviventi e, per ‘legalizzarli’, li aggiungono alle schede dei clienti che hanno fornito, come da norma, i propri documenti d’identità.

In fonderia, per ogni singolo cliente, arriva spesso molto più di ciò che effettivamente quest’ultimo ha consegnato al Compro Oro. Per questo, in giro per la città, molti centri promettono la compravendita di oro a prezzi estremamente vantaggiosi”.

Come tutelarsi e intercettare i Compro Oro scorretti che aiutano i ladri d’appartamento a Catania

Come le istituzioni potrebbero intervenire per scovare i Compro Oro complici della criminalità organizzata catanese?

“L’autorità competente dei controlli in materia è la Guardia di Finanza – spiega Samantha Agata Maccarrone di Orofollìa -. Basterebbe che questa autorità controllasse la quantità di oro venduta dal singolo cliente e la quantità di oro portata in fonderia a suo nome.

Visto che gli oggetti spesso vengono prima resi irriconoscibili, si tratta dell’unico strumento di controllo: se le due cifre non combaciano, allora parte dell’oro non è di lecita provenienza. Appare comunque un’operazione difficile e parecchio complessa, per ogni scheda d’acquisto,  verificare col cliente se ha venduto esattamente quegli oggetti o anche degli altri.

Inoltre ogni cliente ha il diritto di verificare a posteriori l’uso dei suoi dati personali, facendone esplicita richiesta. Ma quasi nessuno lo fa, non avendone interesse. E’ da notare anche che ai pochi esercenti colti in passato ‘con le mani nel sacco’ è stato concesso di continuare l’attività, salvo il pagamento di una multa che, il più delle volte, non è stata nemmeno pagata”.

Come invece mettersi al riparo dai furti?

“Il miglior modo per mettersi al riparo dai furti è quello di vendere l’oro di cui si è in possesso – conclude -. Oppure di conservarlo in cassette di sicurezza, salvo aver fatto delle foto dettagliate di ogni singolo oggetto, da mostrare a polizia e carabinieri in caso di furto.

In questi casi, prima che gli oggetti vengano resi irriconoscibili, si può sperare di intercettare parte della refurtiva per riconoscimento da parte delle autorità”.

Ivana Zimbone

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