Lagalla: “Piromani come assassini mafiosi” - QdS

Lagalla: “Piromani come assassini mafiosi”

redazione

Lagalla: “Piromani come assassini mafiosi”

mercoledì 09 Agosto 2023


Il sindaco del capoluogo siciliano ha commentato in questo modo la decisione del Governo nazionale di inasprire le pene previste contro chi appicca incendi, mettendo a rischio territorio e vite umane

PALERMO – Sono state di certo anche le fiamme che hanno devastato la Sicilia a spingere il Consiglio dei ministri ad approvare una norma che prevede l’inasprimento delle pene per chi dà vita a roghi che possono provocare effetti devastanti sul territorio.

Il territorio palermitano è ancora alle prese con le conseguenze di quanto avvenuto e con la verifica costante dei valori della diossina presenti nell’aria, in miglioramento ma ancora sopra i valori previsti dalla legge, e anche per questo tra i primi a commentare le decisioni del Governo, sentito da Adnkronos, c’è stato il sindaco del capoluogo siciliano, Roberto Lagalla: “Già durante il momento di picco degli incendi a Palermo e nel territorio della provincia – ha affermato il primo cittadino – ho espresso la mia convinzione che fossero causati dalla mano di piromani, visto il significativo numero di roghi scoppiati. Proprio in quei giorni ho paragonato i piromani ad assassini mafiosi perché con queste azioni mettono a repentaglio la vita delle persone, in alcuni casi hanno provocato la distruzione di abitazioni e non si possono certo dimenticare anche i pesanti danni ambientali”.

“Per tutte queste ragioni – ha concluso – ho auspicato nei giorni scorsi un inasprimento delle pene ai piromani e credo che il decreto del Governo nazionale sia una prima risposta che va in questa direzione”.

Per comprendere l’entità dei danni provocati dalle fiamme, Wwf Sicilia Nord-occidentale ha pubblicato nei giorni scorsi un documento, corredato da alcune foto eloquenti, che ha ricostruito le condizioni in cui versa il territorio. “Abbiamo voluto vedere, quantificare e lasciare traccia – hanno affermato i rappresentanti dell’associazione – della portata degli incendi dello scorso fine luglio. Lo abbiamo fatto con la professionale collaborazione dell’Aeroclub di Palermo–Boccadifalco. Ci siamo limitati a sorvolare le alture della Conca d’Oro. Si è salvato, ovviamente si fa per dire, solo monte Pellegrino. Tutto il resto è andato in fumo”.

Gli ambientalisti hanno parlato di “sfregio irreparabile alla città di Palermo” e hanno accertato sette distinte aree incendiate, per una superficie di 6.070 ettari: Gallo 594 ha, Billiemi 1.789 ha, Cuccio portella Sant’Anna 1.203 ha, Caputo Castellaccio 499 ha, Moarda 461 ha, Orecchiuta 955 ha, Grifone 569 ha.

“La concomitanza dei tempi di accensione nelle ore serali – hanno aggiunto dal Wwf – la scelta di giornate con condizioni ambientali particolarmente favorevoli alla propagazione dei roghi e la perfetta conoscenza dei luoghi, lasciano presupporre una organizzazione capillare da parte di professionisti, termine che purtroppo possiamo ritenere appropriato, nella specificità del caso, nel nostro contesto siciliano. Un’area grigia di attività legali e illegali, di interessi leciti e illeciti continua a condizionare la vita del territorio e continua ad attentare alla natura. Una banda di criminali continua a inviare messaggi”.

“È giunto il momento – hanno concluso gli ambientalisti – che la Magistratura e le Forze dell’Ordine, la politica e le Istituzioni tutte intervengano per tutelare la cittadinanza e fermare lo sfregio dei beni ambientali del nostro territorio”.

Una prima risposta, come detto, è arrivata da parte del Governo. Adesso si attende di conoscere le risposte su quanto avvenuto alla fine dello scorso mese e chi dovrà assumersi le responsabilità di una tragedia ambientale da cui l’Isola potrà riprendersi nel giro di anni, se non decenni.

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