Tra incidenti e imbarcazioni alla deriva, bisogna prendere consapevolezza dei rischi ambientali per Lampedusa. L'ex sindaco: "Presentati due esposti in Procura".
Sulla costa, tutto intorno a Lampedusa, sono visibili le tracce degli sbarchi e dei quasi centomila migranti approdati sull’isola in un modo o nell’altro. Barconi installati come monumenti sulla scogliera, resti di relitti distrutti dal mare e sparsi nelle insenature, giubbotti di salvataggio e plastiche di varia natura un po’ ovunque. Tra le barche abbandonate, alla deriva o sul territorio, in porto, ci sono batterie, olio e carburante, ma anche indumenti ed effetti personali dei migranti.
Secondo Salvatore Martello, ex sindaco, oggi presidente del Co.Ge.Pa, consorzio pescatori di Lampedusa e Linosa, “questo è un concetto che nessuno ha mai voluto affrontare”. Martello distingue e classifica il danno ambientale e quello sulla sicurezza nei confronti della marineria di Lampedusa e lo definisce incalcolabile, asserendo inoltre che “nessuno si vuole prendere la responsabilità di affrontarlo come tale”.
Sbarchi a Lampedusa e danni ambientali, le responsabilità
Salvatore Martello, sull’isola per tutti Totò, punta l’attenzione sul Governo, “che riesce a dichiarare lo stato di calamità per il granchio blu e poi non riesce a dichiarare lo stato di calamità su un problema talmente delicato come quello delle carrette del mare affondate, sia per l’inquinamento che per la sicurezza della navigazione”.
Nelle sole 48 ore di sabato e domenica, su 23 imbarcazioni con a bordo migranti, 16 risultano lasciate alla deriva, 5 sono state scortate o trainate in porto, una irreperibile dopo uno sbarco autonomo ed una è rimasta sulla spiaggia della baia dei Conigli fino al recupero.
Esposti in Procura e carrette sui fondali
Il 19 agosto, l’ex sindaco Martello ha depositato alla Procura della Repubblica di Agrigento due esposti, uno dei quali avente ad oggetto proprio la gestione delle barche dei migranti e dei residui derivanti dalle operazioni di sbarco. Il presidente del consorzio pescatori di Lampedusa e Linosa, come si legge sull’esposto, coglie quindi l’occasione per evidenziare le segnalazioni ricevute da vari pescatori circa “imbarcazioni alla deriva che sono state usate dai migranti soccorsi in mare (spesso dalle Forze dell’Ordine) che, prive di ogni segnalazione, costituiscono serio pericolo per la navigazione ed in particolare per quella notturna”.
Martello però non considera questa come procedura ordinaria o legittima ma l’extrema ratio: “noi scriviamo alla Procura della Repubblica – spiega Salvatore Martello al ‘Quotidiano di Sicilia’ – perché non c’é nessuna istituzione che si fa carico di questi argomenti così delicati”.
Il problema, che si aggiunge poi ai predetti danni potenziali per ambiente e navigazione, “è quello del denaro pubblico e di come lo si spende”. Il riferimento dell’ex sindaco va alle grosse imbarcazioni che non si possono trasportare con facilità nell’area destinata allo stoccaggio per lo smantellamento e si rende così necessario l’arrivo di “un pontone, perché non ci sono le gru per prenderle e non ci sono i mezzi per trasportarle e per rottamarle, anche se ci dovesse già essere tutta l’organizzazione dell’Ufficio delle dogane”. Le varie e diverse problematiche che ruotano intorno al fenomeno migratorio riguardano in prevalenza la condizione di “emergenza” con cui viene classificato il fenomeno ormai decisamente strutturale con i suoi vent’anni di continua ed inarrestabile crescita.
“Bombe a orologeria” per l’ambiente
Abbiamo ricordato all’ex primo cittadino delle Pelagie episodi in cui grossi pescherecci sequestrati hanno danneggiato la banchina del porto durante il suo mandato, e anche che abbiamo documentato lo scorso venerdì, quando il grosso peschereccio con cui erano arrivati a Lampedusa la notte precedente 348 migranti si è liberato dagli ormeggi e ha rischiato la collisione con la nave traghetto in fase di attracco per poi vagare alla deriva in porto, chiedendo quindi se questi incidenti, recidivi, perdureranno negli anni.
“Qui non c’é la consapevolezza di che cosa stiamo parlando”, afferma Martello aggiungendo che “quelle imbarcazioni hanno circa trentamila litri di gasolio, e se rompe gli ormeggi andando a sbattere sugli scogli e per perdere il gasolio che ha dentro, il mare di Lampedusa non lo salva nessuno; quindi è un disastro annunciato se non viene tolto il gasolio che c’è all’interno dell’imbarcazione”.
Il giudizio di Salvatore Martello è tranchant: “Queste sono bombe ad orologeria, e nel momento in cui scoppiano non ci sarà nessuna rete protettiva che potrà fermare, con il mare in tempesta, il gasolio che c’é all’interno di queste imbarcazioni”.