LAMPEDUSA (AG) – L’ennesima strage della speranza alle porte del “paradiso”, quell’Isola spaccata a metà tra chi arriva per godersi le vacanze e chi per trovare un riparo sicuro da guerre, fame e violenze. Nel momento in cui chiudiamo questa edizione, sono almeno ventisei le vittime accertate del naufragio, a circa 17 miglia dalle coste di Lampedusa, che ieri ha interessato due imbarcazioni con a bordo circa un centinaio di persone. Stando alle ricostruzioni dei sopravvissuti – una sessantina, tra cui quattro donne -, i migranti sarebbero partiti da Zawiya, in Libia, a bordo delle carrette. Durante la traversata una delle due avrebbe iniziato a imbarcare acqua, ribaltandosi, e alcuni naufraghi nel tentativo di cercare rifugio sull’altra sarebbero finiti in mare. Anche il secondo barcone, ormai sovraccarico, sarebbe naufragato.
Quando è arrivato sul posto l’elicottero della Guardia di finanza, il mezzo era già capovolto. Immediati sono scattati i soccorsi e nell’area sono giunte da Lampedusa le motovedette della Capitaneria di porto, delle Fiamme gialle e le unità di Frontex. Tra le vittime ci sarebbero una neonata di un anno e mezzo e tre adolescenti. “Intollerabile la conta senza fine di bambini morti nel tentativo di raggiungere l’Europa”, ha commentato Save the children.
Solo quest’anno 675 persone che hanno perso la vita nella traversata
Complessivamente solo quest’anno e soltanto sulla rotta del Mediterraneo centrale, come abbiamo scritto qualche giorno fa, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha contato 675 persone che hanno perso la vita nella traversata. Un bollettino amaro che però appare già superato. “L’ennesima tragedia addolora profondamente e suscita un pensiero di profondo cordoglio per le vittime – ha scritto su X il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Questo drammatico episodio conferma, ancora una volta, l’urgenza di prevenire, sin dai territori di partenza, i pericolosi viaggi in mare e di combattere senza tregua lo spietato affarismo dei trafficanti di esseri umani che alimenta questo fenomeno”. “La tragedia è avvenuta – ha proseguito il ministro – nonostante la presenza di un dispositivo di soccorso in prontezza operativa, composto da diversi assetti nazionali e unità navali private. È nostro dovere continuare, con determinazione e fermezza, a contrastare questo vergognoso commercio di vite umane e a proteggere chi rischia di esserne vittima”.
Sull’Isola di Lampedusa è una giornata di lutto
“È una tragedia che mi addolora profondamente e, come amministrazione comunale, ci siamo messi a disposizione delle autorità per tutto ciò che serve. Il naufragio non è avvenuto al largo di Lampedusa, ma in acque internazionali, a circa 40 chilometri a sud”, ha dichiarato all’Adnkronos Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa che invita a evitare “strumentalizzazioni politiche”.
“A Lampedusa il fenomeno dell’immigrazione va avanti da circa 30 anni – ha continuato -. E purtroppo, insieme ai vivi, accogliamo da sempre anche i morti. Ci sono stati con ogni governo. Dinanzi a una simile tragedia invito tutti a evitare strumentalizzazioni. Perché le vittime delle traversate ci sono state con governi di qualsiasi orientamento politico”. Per Mannino sul fenomeno migratorio “si deve lavorare insieme per cercare soluzioni che consentano a questa gente di non morire più in mare e di vivere liberamente nelle terre da cui partono”. Oggi sulla più grande delle Pelagie i numeri degli arrivi sono “gestibilissimi”, anche grazie al fatto che “la gestione non è più emergenziale, ma ci sono protocolli ben collaudati sia per quanto riguarda la gestione dell’hotspot che per l’identificazione e trasferimenti, che avvengono in modo molto veloce”.
C’è chi punta l’indice contro questo sistema di gestione
A prescindere dagli appelli, però, non mancano le accuse di chi punta l’indice contro questo sistema di gestione. Nicola Fratoianni, coportavoce di Alleanza verdi e sinistra, parla di “morti sulla coscienza” della maggioranza, mentre secondo il collega Angelo Bonelli si tratta del “risultato di scelte politiche precise” con leggi “ingiuste e disumane” che ostacolano “le operazioni di ricerca e soccorso in mare”.
Dal 2014 al 2024 sono arrivati nei Paesi Ue quasi tre milioni di persone (il picco nel 2015 con oltre un milione) e quelle morte nel tentativo di raggiungere la destinazione finale sono state 34.871, secondo i dati di Commissione Ue e Ministero Interno, numeri che adesso vanno aggiornati con le circa 700 vittime di quest’anno (in questo caso la fonte è l’Oim,). Come estrapolato dal QdS, in una nostra inchiesta dello scorso marzo, in media il 36,56% di chi è arrivato in Europa ha varcato per prima i confini dell’Italia.
Nel 2025 sono sbarcati sulle coste italiane 38.263 migranti irregolari
Stando ai dati pubblicati sul sito del Viminale, dal primo gennaio gennaio a ieri, sono sbarcati sulle coste italiane 38.263 migranti irregolari, un numero leggermente superiore a quello dello stesso periodo del 2024 (quando erano stati 37.644), ma nettamente inferiore ai quasi 100 mila che il Paese aveva visto arrivare nello stesso intervallo di tempo del 2023. In totale lo scorso anno sono sbarcati in Italia 66.617 migranti, il 57,74% in meno rispetto al 2023 (157.651).
“Non c’è consolazione nell’indifferenza. Rivedere leggi italiane e accordi Ue”
Mentre la gente affolla le spiagge e i ristoranti della piccola isola, desiderosi di godersi queste giornate di mezza estate l’ennesimo barcone naufraga nelle acque della piccola Lampedusa consegnandoci altri nomi, tra morti e dispersi nel Mediterraneo, che si aggiungono ai 670 già contati nel 2025. È difficile fare convivere le vacanze e il dramma dei migranti, soprattutto quando l’unica ricetta proposta è “non ci pensiamo” o “sono troppo sensibile, preferisco non sapere”. A mio avviso non si può continuare così trovando parole ambigue, pensieri fumosi che ci sottraggono dal dovere di piangere queste vittime.
Ricordo l’8 luglio 2013, giornata storica in cui Papa Francesco fece visita proprio a Lampedusa già segnata da sbarchi e naufragi, isola che pochi mesi dopo avrebbe vissuto il dramma delle 368 persone morte nel naufragio del 3 ottobre. Il compito Bergoglio, nello scegliere le letture bibliche per la Liturgia, scelse proprio “Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché non sono più” (Ger 31,15). Non c’è consolazione per noi nel distrarci, nell’indifferenza, ma soprattutto ci scordiamo che non siamo noi le vittime di questi viaggi ma i migranti e le loro famiglie. Quanto egocentrismo da rimuovere in Europa!
Bisogna rivedere le leggi nazionali e gli accordi europei, ci vogliono corridoi umanitari e vie legali ma ancora prima serve un rinnovato cuore nel leggere i drammi degli altri, una voglia umile a sana di combattere egocentrismo, scarsa informazione ed indifferenza che questo tempo propina come anestetizzante al male, ma le morti in mare non si bloccano così, tantomeno una società umana si costruisce così.
Emiliano Abramo
Comunità di Sant’Egidio

