Lana siciliana, prodotto sostenibile in cerca di riscossa - QdS

Lana siciliana, prodotto sostenibile in cerca di riscossa

Roberto Pelos

Lana siciliana, prodotto sostenibile in cerca di riscossa

venerdì 15 Ottobre 2021

Istituito il Distretto produttivo laniero dell’Isola che punta a supportare le aziende operanti nell’allevamento degli ovini

CAMMARATA (AG) – Supportare le aziende del comparto zootecnico che operano nell’allevamento degli ovini. Con questo intendimento è diventato di recente operativo il Distretto Produttivo Laniero Siciliano promosso dalla Rete Ovinicoltori Siciliani e da una start-up innovativa. Si è infatti concluso l’iter di riconoscimento da parte della Regione Siciliana con la firma del relativo decreto dell’Assessore Regionale alle Attività Produttive da parte dell’assessore Mimmo Turano.

E’ intervenuto ai nostri microfoni, per spiegare in modo più dettagliato gli obiettivi del nuovo Distretto, il rappresentante legale, Sebastiano Tosto. “La lana, come materia prima, negli anni ha perso importanza perché è stata sostituita dai prodotti sintetici tanto da essere ormai ingombrante per il produttore. – ha sottolineato –. Oggi, oltre la necessità di fare reddito, occorre evitare di smaltirla come si è fatto finora e bisogna quindi trovare strade alternative anche per coprire i costi di tosatura per gli allevatori”.

Importanti per la nascita del distretto, ha dichiarato Sebastiano Tosto, gli Atenei siciliani oltre alle partnership stipulate con imprese in tutto il territorio nazionale. “Vogliamo fare in modo che l’attività da portare avanti – aggiunge – abbia il migliore impatto ambientale possibile, trattando, igienizzando e sbiancando la lana per poi poterla utilizzare in vari modi e in svariati settori: in bio-edilizia, in agricoltura come pacciamante per gli ortaggi e nei vivai o per la concimazione; un altro possibile utilizzo che abbiamo ipotizzato è nel settore tessile. Abbiamo superato in modo brillante l’analisi dell’Assessorato regionale alle Attività produttive e da lì dovremmo partire per realizzare un primo progetto pilota con inizio nei Monti Sicani, dove nasce il distretto, per espanderci successivamente nell’intero territorio regionale, tutto ciò ovviamente una volta stabilito che c’è un interesse e un ritorno economico per quel che riguarda i possibili utilizzatori che sono anche partner del progetto: abbiamo messo insieme – spiega ancora Sebastiano Tosto – quello che rimaneva di una filiera che, in qualche modo, era interessantissima nel passato, che oggi è stata quasi del tutto abbandonata per aspetti di natura ambientale, ma per la quale immaginiamo che ci possa essere un futuro. Siamo fiduciosi sul fatto che un prodotto naturale possa soppiantare altri prodotti che hanno surrogato la lana negli ultimi anni”.

Al rappresentante legale del Distretto produttivo laniero abbiamo chiesto se l’emergenza sanitaria abbia danneggiato il comparto. “Il prodotto – ha risposto – già di suo ha vissuto negli ultimi vent’anni un periodo di oblio perché surrogato da altri prodotti non di origine naturale, non è stata l’emergenza covid a danneggiarlo. Anche l’Agenda 2030 dovrebbe in qualche modo aiutarci perché la necessità di abbattere le emissioni atmosferiche e la maggiore sensibilità verso i prodotti di origine completamente naturale dovrebbero far sì che ci sia un certo ritorno sul prodotto lana”. Sebastiano Tosto puntualizza: “siamo solo all’inizio ma la qualità del progetto presentato e delle imprese partner ci fa ben sperare. Consentitemi anche di ringraziare il team di tecnici, per il loro prezioso contribuito alla redazione del progetto, le imprese partecipanti, i docenti universitari, le amministrazioni comunali, l’amministrazione ed il Governo Regionale che ci hanno permesso di mettere in campo questo importantissimo strumento per la soluzione di questo problema che affligge il mondo zootecnico regionale”.

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