Un duro monito sulla condizione occupazionale giovanile arriva dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenuto durante la trasmissione In mezz’ora su Rai 3. Al centro del suo intervento, la crescente precarietà che affligge le nuove generazioni.
“I livelli di precarietà che ci sono e i livelli di sfruttamento che sono aumentati per i giovani sono tali che si rischia che la precarietà sia una condizione di vita permanente”, ha dichiarato Landini, criticando duramente l’attuale assetto del mercato del lavoro.
Secondo il sindacalista, ciò che oggi viene definito “lavoro” ha perso la sua natura autentica. “Il lavoro come si presenta adesso non è il lavoro, bisogna cambiarlo. È frutto di scelte sbagliate che sono state fatte ed è quindi necessario muoversi”.
Il referendum dell’8 e 9 giugno: “Cambiare leggi e logica”
Landini ha ribadito anche l’importanza del referendum sul lavoro previsto per l’8 e 9 giugno, promosso dalla Cgil per contrastare la precarietà e riformare il sistema attuale. “Vogliamo cambiare le leggi e la logica che ha portato a queste leggi”, ha detto, riferendosi a riforme introdotte da governi di entrambi gli schieramenti politici.
“Il Paese cresceva se veniva data libertà al mercato e se i vincoli sociali venivano tolti, descrivendo la precarietà come necessità di sviluppo e crescita. In realtà non è stata così: sono stati ridotti i diritti, ma anche gli investimenti, favorendo una logica di competizione non sulla qualità ma sul massimo ribasso”.
Una battaglia per i diritti e contro il lavoro povero
Il messaggio del segretario Cgil è chiaro: servono interventi strutturali per tutelare i lavoratori, soprattutto i giovani, riportando il lavoro a essere uno strumento di dignità e non di sfruttamento. Il referendum, in questa visione, rappresenta un punto di partenza per invertire la rotta.

