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Lanfranco Zappalà si candida a sindaco di Catania: “Io in campo adesso”

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Lanfranco Zappalà si candida a sindaco di Catania: “Io in campo adesso”

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lunedì 04 Luglio 2022

Il vicepresidente del Consiglio comunale di Catania ufficializza la sua candidatura come primo cittadino etneo alle prossime elezioni Amministrative

A Catania non è ancora tempo di elezioni Amministrative (non si andrà a voto prima del 2023), ma alle pendici dell’Etna c’è chi si proietta in avanti in previsione di tale appuntamento.

Si tratta di Lanfranco Zappalà (Gruppo Misto), vice presidente del Consiglio comunale di Catania. “Oggi, mentre tutti parlano di elezioni Regionali, di future alleanze per le Nazionali, nessuno parla più della città di Catania“, racconta Zappalà ad AdnKronos.

Zappalà: “Io in campo un anno prima perché…”

“Ecco perché ho deciso di scendere in campo un anno prima perché l’errore che si è sempre fatto è quello di presentarsi agli elettori pochi mesi prima che si votasse”.

“Io – aggiunge Zappalà – ci voglio mettere la faccia subito, elaborando un programma serio con la città, che possa essere condiviso e conosciuto da tutti”.

“Già un anno prima – continua – per incontrare gente, girare i quartieri, discutere, mettere a fuoco i problemi reali ed affrontarli con serietà e competenza”.

“Non riconosco più Catania, l’hanno calpestata”

Catania ha perso la sua entità di città, non la si riconosce più, l’hanno calpestata, umiliata e derisa”, prosegue il vicepresidente del Consiglio comunale etneo.

Avvierò – annuncia – una campagna di ascolto dove ognuno possa sentirsi partecipe e protagonista a questo grande progetto per Catania 2023, affinché l’Amministrazione futura di Catania non sia il progetto di una sola persona, o di un gruppo ristretto di amici ma il progetto di un’intera comunità che vuole riappropriarsi della propria storia , un progetto partecipato, condiviso e coraggioso!”.

“Il programma coinvolgerà tutti i cittadini”

Un programma che coinvolga tutta la cittadinanza, che sia aperto alle proposte e alle idee di tutti nessuno escluso”. Secondo Zappalà “è proprio la distanza tra le istituzioni e i cittadini che ha portato questi ultimi a disaffezionarsi dalla politica, che li ha allontanati dal loro diritto di espressione”.

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