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Latte, forte ribasso nei contratti in Alta Padovana

Latte, forte ribasso nei contratti in Alta Padovana

Prezzi latte spot crollati da 60 a 53 euro a ettolitro

Roma, 3 dic. (askanews) – Clima di preoccupazione nel settore lattiero-caseario, in particolare tra i soci dell’Alta Padovana che producono latte. I prezzi del latte spot, cioè quello sfuso in cisterna, sono crollati vertiginosamente: secondo i dati Ismea da ottobre ad agosto sono scesi da 60 euro a 53 euro a ettolitro, e sono in discesa verso i 50. Un crollo riconducibile principalmente a un eccesso di produzione su scala europea e internazionale, unito ad una fase di rallentamento dei consumi.

“Tra le nostre aziende si registrano sfiducia e allarmismo – riferisce Enrico Piantella, responsabile per Confagricoltura Padova dell’ufficio di zona di Piazzola sul Brenta – La perdita complessiva è di circa 16 euro a ettolitro in un arco di tempo molto breve, con un andamento decisamente più brusco rispetto a quanto normalmente osservabile nei cicli stagionali del settore. La dinamica è particolarmente rilevante per gli allevatori del territorio padovano e veneto, poiché il latte spot rappresenta un indicatore anticipatore delle tendenze di mercato e condiziona, direttamente o indirettamente, le trattative e i prezzi riconosciuti alla stalla. Rispetto al primo semestre 2025, con livelli dei prezzi ancora elevati, oggi si registra già una forte pressione al ribasso nei contratti, una crescente difficoltà di programmazione e una riduzione immediata dei margini aziendali. Un quadro che fa temere potenziali ripercussioni gravi e immediate sull’intero comparto produttivo”.

La pressione al ribasso è accentuata anche dal latte spot di importazione, in particolare da Germania e Francia, che sta scendendo a ritmi persino più rapidi rispetto a quello nazionale, contribuendo a comprimere ulteriormente le quotazioni. I formaggi dop, pur mantenendo una maggiore stabilità, iniziano a mostrare lievi segnali di flessione, come nel caso del Grana Padano nelle ultime settimane.

“Il lungo periodo di prezzi elevati di inizio anno ha, inoltre, indotto molti allevatori a trattenere più vacche in stalla, come evidenziato dal calo del 12% delle macellazioni estive – aggiunge Piantella – Ciò ha ulteriormente ampliato l’offerta disponibile di latte in un momento in cui la domanda industriale, complice la debolezza dei derivati, in particolare burro e polveri, si sta mostrando più prudente”.

In Italia i dati Ismea dicono che le consegne di latte sono aumentate del 2,6%, con crescite particolarmente rilevanti nelle principali aree a vocazione lattiera, vedi Veneto con +4,2%. Dinamiche analoghe si registrano all’estero in Germania e Francia, così come in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti. “Una dinamica strutturale sulla quale Confagricoltura sta ponendo la massima attenzione: stiamo lavorando ad ogni livello per tutelare il reddito dei nostri produttori e difendere un comparto. La zootecnia è strategica per la provincia di Padova, sia per l’agricoltura, sia per l’industria di trasformazione e per la ristorazione”.