Cinema, l'intervista del Qds al regista Marco Bellocchio

Laurea Honoris Causa per il regista Marco Bellocchio a Messina: l’intervista al Qds

Laurea Honoris Causa per il regista Marco Bellocchio a Messina: l’intervista al Qds

Lina Bruno  |
giovedì 07 Dicembre 2023

L'intervista del Quotidiano di Sicilia al regista Marco Bellocchio, premiato con la laurea honoris causa in Scienze Cognitive all'Università degli studi di Messina

Marco Bellocchio, tra i più importanti esponenti del panorama cinematografico ha adesso un Dottorato di ricerca Honoris Causa in Scienze Cognitive conferito dall’Università di Messina. “Avrò una spinta in più per continuare a fare quello che faccio” è stato il suo primo commento. La Laudatio è stata affidata al professore Federico Vitella Ordinario di Cinema, fotografia e televisione, il quale ha ripercorso la carriera del cineasta piacentino sottolineandone l’indiscussa propensione al rinnovamento ed all’innovazione cinematografica e personale.  Regista, sceneggiatore, produttore e docente di cinema di fama internazionale Bellocchio ha realizzato oltre trenta lungometraggi in Sessanta anni di attività creativa e riscosso molti premi e riconoscimenti nazionali e internazionali.

La carriera di Marco Bellocchio

Esponente del Nuovo cinema italiano degli anni Sessanta, ha saputo rinnovarsi costantemente, rimanendo sempre fedele non solo a uno stile inconfondibile, ma anche ad alcuni temi portanti che ne definiscono trasversalmente l’intero orizzonte di poetica: il rapporto con la Legge, con l’autorità e con il Padre (I pugni in tasca, Nel nome del padre, La Cina è vicina). Tra le sue opere più recenti ci sono Il Traditore (2019), Esterno Notte (2022, per il quale ha ricevuto il David di Donatello per la Miglior Regia) e Rapito (2023, Nastro d’Argento per le categorie Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura). Negli ultimi vent’anni, il suo cinema è diventato un punto di riferimento assoluto per il film d’autore europeo, alla luce dell’ineguagliabile capacità di coniugare la sua agenda tematica con la rielaborazione continua del linguaggio filmico del suo tempo. Tra i maggiori riconoscimenti che ha ricevuto ci sono il Globo d’oro alla carriera dei giornalisti della stampa estera (2007), il Leone d’oro alla carriera della Mostra del cinema di Venezia (2011), il David di Donatello alla carriera dell’Accademia del cinema italiano, la Medaglia d’oro Benemeriti della Cultura e dell’Arte (2013), il Pardo d’onore del Festival di Locarno (2015), La Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes (2021). Da marzo 2014 è Presidente della Fondazione Cineteca di Bologna.

La nostra intervista

Maestro Bellocchio, cosa significa per Lei questo conferimento?

Il Dottorato Honoris Causa ricevuto mi inorgoglisce molto e mi impegna a rispondere ad una responsabilità in più. Dovrò compiere una meticolosa ricerca, al di là della gloria, dei traguardi o degli onori, che possa essere fortemente umana nell’ambito di un mestiere molto pratico, abituato a mediare tra diverse esigenze per produrre i suoi risultati. Il riconoscimento testimonia l’entusiasmo per il mio lavoro e mi dona ancora più forza e convinzione per continuare a fare ciò che mi piace.
In alcuni sui film c’è anche un po’ di Sicilia, qual è il suo rapporto con quest’isola?
Un rapporto complesso ma anche semplice nel senso che sono venuto varie volte a Taormina, Catania, Messina, Cefalù, tutte le volte è stata una scoperta. La complessità sta sicuramente nell’attrazione che è legata alla grande letteratura, a Pirandello, a Sciascia, è una cosa che esiste ma che ha bisogno naturalmente di occasioni specifiche. Il Traditore mi ha dato occasione di conoscerla e poi Il regista di matrimoni, lì Cefalù è stata una scelta con questo regista che si trasferiva in Sicilia; poi Pirandello è un autore che mi attrae moltissimo, ho letto tutte le novelle straordinarie nel periodo del Covid però ci sono anche grandi novelle ambientate a Roma non solo in Sicilia. Vedremo. Il problema è questo non si può fare tutto. Uno si augura magari di tornare. E poi quando si viene in Sicilia si è tentati di fermarsi qui, per la lingua, la storia.

Come sta in questo momento il cinema Italiano

Gode di buona salute nel senso che si producono molti film, La gente torna al cinema ci sono dei buoni segnali. C’è questo film eccezionale, C’è ancora domani della Cortellesi ma anche altri film, alla fine della stagione bisogna fare un bilancio. I numeri dicono che c’è una grande produzione, quindi il cinema italiano è vitale

Su quali progetti sta lavorando?

Stiamo mettendo a fuoco una serie in sei episodi su Enzo Tortora, in questi mesi cerco di non distrarmi in altro, poi vedremo, prima di tutto vediamo di farlo e di farlo bene. Sul caso Tortora ci sono tanti aspetti drammatici da raccontare, stiamo lavorando su sei sceneggiature; c’è una storia complessa, un errore giudiziario, alla fine c’è un assoluzione e sembra che si chiuda bene ma alla fine Tortora muore e allora si torna alla tragicità dell’epilogo.

Ha già lavorato ad una serie televisiva con Esterno notte. Trova delle differenze con le modalità di costruzione di un film?

Ho affrontato questo lavoro tenendo sempre conto della mia esperienza cinematografica. Bisogna sapersi adattare alle condizioni difendendo però la propria immagine, la propria cifra stilistica. L’idea della bella inquadratura non mi condiziona più, cerco di essere piuttosto pratico senza perdere troppo tempo nelle prove. Ho sicuramente abbondato nei primi piani, sono stato più “addosso” agli attori e questo ha sveltito il lavoro.

Sono importanti per Lei i premi? Ne ha avuti tanti ma non Le manca l’ Oscar?

Certamente fa piacere un riconoscimento del proprio lavoro, ma non sono così importanti per me. E si vive anche senza Oscar.

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