Lavoratori Almaviva, un Natale di agonia: licenziamento a breve

Un Natale di agonia per i lavoratori Almaviva: la triste attesa per il licenziamento

Un Natale di agonia per i lavoratori Almaviva: la triste attesa per il licenziamento

Mauro Seminara  |
martedì 24 Dicembre 2024

Due sono gli impegni, tra essi correlati, che si fermano per i giorni di Natale e Santo Stefano ripresentandosi gravi il 27 dicembre.

Per i lavoratori di Almaviva Contact, pronti a nuovo sit-in, ci sono ancora due impegni che li separano dall’ormai prossimo licenziamento: un tavolo di aggiornamento all’Assessorato Attività produttive ed il perfezionamento delle procedure di licenziamento al Ministero del lavoro, entrambi il 27 dicembre

Due sono gli impegni, tra essi correlati, che si fermano per i giorni di Natale e Santo Stefano ripresentandosi gravi il 27 dicembre. Uno di questi è la ripresa dei lavori in Sala d’Ercole per la finanziaria della Regione Siciliana, l’altro è il tavolo di crisi dei lavoratori Almaviva Contact che l’assessore regionale alle Attività produttive ha convocato per lo stesso giorno. In ballo, per questo secondo caso, c’è il futuro di quanti al 31 dicembre vedranno scadere la proroga ultima della cassa integrazione e non hanno ancora alcuna risposta certa per il primo dell’anno nuovo che si presenta come un 2025 di disoccupazione. Un panettone amaro che riguarda quei lavoratori dell’ex servizio di pubblica utilità 1500 che gli italiani hanno conosciuto durante la pandemia ed i cui operatori telefonici rispondevano da cinque regioni tra le quali la Sicilia con la maggioranza dislocata nell’isola, tra Palermo e Catania.

Crisi in corso e finanziaria in sospeso

La vicenda della crisi Almaviva, con la vertenza dei circa 400 lavoratori appesi alla speranza sempre più flebile, è stata affrontata in Sala d’Ercole il pomeriggio del 23 dicembre con vari deputati – in particolare il pentastellati Varrica e Chinnici – che sul caso hanno chiesto lumi all’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo. L’assessore, di suo, è l’esponente del governo Schifani che si è fatto carico del problema e che ha seguito la vicenda con sviluppi, ipotesi di soluzione e pressione sui ministeri per interventi a sostegno dei lavoratori. Nello specifico, Edy Tamajo ha proposto una soluzione al Mimit garantendo l’assorbimento di una parte dei lavoratori e la ricollocazione di un’altra parte, ma battendo i pugni sul tavolo affinché da Roma partisse una iniziativa concreta per non voltare la faccia dall’altra parte rispetto ad un problema che, in qualche modo, era conseguenza di un servizio di utilità sociale istituito proprio da Roma durante la pandemia da Covid-19.

Edy Tamajo all’Ars sulla vertenza Almaviva

Rispondendo ai deputati dell’Ars, l’assessore Tamajo ha chiarito che “a proposito di lavoratori Almaviva abbiamo stabilizzato ed immesso in servizio 42 soggetti ex LU Almaviva che già hanno prestato servizio da qualche giorno. Per ciò che riguarda il servizio ex 1500, mi sono occupato venerdì scorso addirittura con il presidente Schifani, che si è prodigato e ha chiamato sia il ministro Urso sia il ministro Calderone per intervenire sulla proroga della cassa integrazione scaduta, e stiamo lavorando al decreto milleproroghe nazionale per arrivare alla proroga della cassa integrazione nelle more di un progetto di definizione dell’assorbimento del personale Almaviva che le ricordo sono circa 400 soggetti”. L’assessore alle Attività produttive ha inoltre annunciato all’aula dell’Assemblea regionale siciliana che per giorno 27 alle ore 15 ha “convocato i sindacati per fare il punto della situazione e mi auguro nelle prossime settimane di poter dare, intanto la prova della cassa integrazione prorogata nelle more, poi, successivamente, qual è la linea del governo rispetto all’assorbimento di questo personale dentro qualche altra commessa”.

Sindacati organizzano sit-in davanti l’Assessorato di Tamajo

A stretto giro hanno replicato sullo stato delle cose le organizzazioni sindacali coinvolte, cioè Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc, con una nota diffusa alla stampa: “Dopo vari incontri e ripetuti solleciti alle Istituzioni Nazionali e Regionali, la situazione dei 400 lavoratori di Almaviva siciliani si fa sempre più critica e drammatica. Un anno di confronti istituzionali, sia nazionali che regionali, non ha prodotto nulla di concreto e la vertenza si concluderà il 31 Dicembre p.v. con il licenziamento dei lavoratori e delle lavoratrici Almaviva”. L’approssimarsi della scadenza della cassa integrazione, quindi del licenziamento, con ancora niente sotto l’albero di Natale se non il dono di una prossima ufficiale disoccupazione, alimenta la tensione dei lavoratori e quindi dei rispettivi sindacati. Organizzazioni sindacali che, prosegue la nota, annunciano un sit-in in occasione del tavolo convocato dall’assessore Tamajo il pomeriggio del 27 dicembre.

Il 27 dicembre giornata critica per i lavoratori Almaviva

La richiesta dei lavoratori, quindi delle sigle sindacali, rimane naturalmente invariata: “Si richiede, pertanto, con urgenza, alle Istituzioni Nazionali e Regionali di prendere in carico, in modo congiunto, la vertenza affinché venga prorogato l’ammortizzatore sociale e attivare tutte le iniziative necessarie a evitare una ricaduta sociale devastante sul territorio siciliano”. Sempre il 27 dicembre, giornata del tavolo all’Assessorato regionale di via Degli Emiri e della ripresa della discussione sulla finanziaria all’Ars, alle 11:00 è fissato un incontro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per l’espletamento della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo. La concomitanza della Spada di Damocle che inizia a muoversi e la corsa contro il tempo per risolvere la questione in Sicilia è motivo di pressione che viene posta in essere mediante la manifestazione sit-in davanti l’Assessorato attività produttive mediante il quale tenere alta l’attenzione sul caso.

La stabilizzazione dei lavoratori Asu dei Beni culturali

Sempre in itinere con la finanziaria della Regione Siciliana, in mezzo all’articolato del disegno di legge ci sono anche i lavoratori Asu dei Beni culturali in attesa di stabilizzazione. Si tratta di 258 persone che pur lavorando ai siti di interesse culturale della Regione come musei ed altre sedi di pubblica fruizione, nell’ottica della fatidica stabilizzazione dovrebbero transitare sotto datore di lavoro Sas invece che ente regionale di appartenenza per continuare a prestare servizio presso gli enti regionali. Una formula che consentirebbe alla Regione Siciliana di togliere finalmente dalla condizione di costante precariato i lavoratori senza però saturare la pinta organica regionale poi possibilmente limitata su altre assunzioni necessarie. L’idea però fa storcere il naso ai gruppi di opposizione che, prima – ad approdo del Ddl legge di stabilità in Parlamento – con il M5S e lunedì 23 dicembre con il PD, hanno espresso contrarietà all’aggravarsi dei costi derivanti dall’assorbimento in Sas degli Asu che continueranno a svolgere servizio per la Regione.

Cracolici sui lavoratori Asu Beni culturali

Antonello Cracolici, esponente del gruppo Partito democratico all’Ars e presidente della Commissione antimafia siciliana, sul caso dei lavoratori Asu dei Beni culturali, si è rivolto in aula direttamente al presidente della Regione Renato Schifani ponendo una questione di natura normativa: “Si pone un quesito: noi abbiamo vigente una norma, che in forza della cosiddetta Madia con le successive modifiche e integrazioni, consentiva agli enti che hanno un certo numero di anni di personale precario nell’ambito delle proprie utilità – non alle proprie dipendenze – di poterli stabilizzare presso l’ente di appartenenza. Quindi noi con questa norma superiamo la norma che consente alla Regione di stabilizzarli e li stabilizziamo alla Sas prevedendo che continuino a lavorare ai Beni culturali. C’é una piccola questione che io pongo al presidente della Regione: Presidente, lei lo sa che questo personale costerà circa il 10% in più rispetto a quanto oggi costa all’amministrazione regionale? Perché la Sas, nel momento in cui transitano presso i propri ruoli, ha un costo aggiuntivo nella ‘intermediazione del ruolo connesso con la Regione’. Allora mi chiedo: ma perché, visto che abbiamo già la legge che consente alla Regione di stabilizzarli presso i propri enti?”. Questo è stato un passaggio dei lavori all’Ars tra crisi e stabilizzazioni di lavoratori e discussioni e divergenze politiche in materia.

Tag:
Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017