Lavoratori domestici, 40 mila in Sicilia. Sette su dieci hanno origini straniere - QdS

Lavoratori domestici, 40 mila in Sicilia. Sette su dieci hanno origini straniere

Serena Giovanna Grasso

Lavoratori domestici, 40 mila in Sicilia. Sette su dieci hanno origini straniere

martedì 16 Luglio 2019

Domina: il 14,3% proviene da Paesi europei, il 55,8% da extracomunitari. Mentre il 29,9% è italiano. Nell’Isola l’incidenza dell’occupazione femminile nell’ambito si mantiene bassa (29,1%)

PALERMO – Poco più di 40 mila: a tanto ammonta il numero di lavoratori domestici in Sicilia, appena il 4,5% degli 893.213 rilevati complessivamente a livello nazionale. Secondo le elaborazioni condotte da Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) a partire dai dati dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, oltre un lavoratore domestico su tre si concentra in Lombardia (168.704) e nel Lazio (164.889): infatti, le due regioni impiegano complessivamente 333.593 unità. In Sicilia si osserva il nono valore più elevato in Italia, anche se probabilmente si tratta di un dato sottodimensionato in conseguenza dei molti lavoratori non in regola.

Oltre che in Lombardia e Lazio, valori maggiormente elevati si concentrano in Toscana (71.516), Emilia Romagna (68.790), Piemonte (67.953), Veneto (61.870), Campania (55.683) e Sardegna (44.389). Rispetto alla popolazione residente l’incidenza maggiore si osserva nel Centro Italia: infatti, in particolare, ritroviamo il Lazio con 28 domestici ogni mille abitanti e l’Umbria (19,7). Anche in Sardegna si rileva un valore significativo (26,9). Incidenza decisamente più contenuta si registra in Sicilia (8,1), nettamente al di sotto della media nazionale (14,8). Valori ancora più contenuti in Basilicata (5), Molise (5,8), Puglia (5,9) e Calabria (6,6).

Contrariamente a quanto si verifica a livello nazionale, in Sicilia si osserva una bassa incidenza di occupazione femminile nell’ambito (29,1%), la più bassa in Italia (a 58,5% ammonta la media italiana). Trend simile a questo siciliano si osserva in Campania (29,4%) e Calabria (31%). Mentre nella Valle d’Aosta (64,1%), Emilia Romagna (62,7%) e Toscana (60,5%) sei lavoratori domestici su dieci sono donne.

Nella nostra regione, come nel resto d’Italia buona parte dei lavoratori domestici è di origine straniera (70,1%): in particolare, il 14,3% proviene da Paesi europei, mentre il 55,8% da Paesi extracomunitari. Sono italiani il 29,9% dei lavoratori domestici impiegati in Sicilia, una percentuale leggermente superiore alla media nazionale (22,1%). In Sardegna si verifica esattamente l’opposto: infatti, in questa regione quasi quattro lavoratori domestici su cinque sono italiani (77,9%). Anche nel Molise una quota particolarmente italiana di lavoratori domestici è di origine italiana (quasi uno su due, ovvero il 48,6%). Andamento opposto si rileva nel Lazio e nella Lombardia, regioni in cui la componente italiana è rispettivamente pari al 10,9% e 13,8%.

In generale, il settore evidenzia un forte turn over: un quarto dei lavoratori domestici in Italia è assunto da meno di un anno. Oltre la metà, da meno di tre anni. Al tempo stesso, però, oltre il 25% lavora da oltre otto anni presso la stessa famiglia, segno di una fidelizzazione molto forte. Su quasi 380 mila domestici nuovi assunti nel 2018, uno su quattro è italiano. I nuovi assunti italiani sono raddoppiati rispetto a dieci anni prima. Seguono Romania (19,7%) e Ucraina (9,7%). Oltre la metà dei nuovi assunti viene da questi tre Paesi.

Notevole è l’impatto economico nei Paesi d’origine dei lavoratori domestici stranieri derivato dalle rimesse: in Moldavia, ad esempio, rappresentano il 21% del Pil, in Ucraina il 12% e nelle Filippine l’8,6%. In particolare, possiamo stimare che i lavoratori domestici abbiano inviato in patria 1,4 miliardi di euro nel 2018, circa 2 mila euro procapite.

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