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Lavoratori stranieri essenziali per il settore ricettivo. In primo piano la valorizzazione delle competenze

Lavoratori stranieri essenziali per il settore ricettivo. In primo piano la valorizzazione delle competenze
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Si punta su una formazione graduata e modulare realizzata in collaborazione tra imprese e associazioni datoriali

PALERMO – Sono stati 14.772 i lavoratori dipendenti stranieri nelle imprese siciliane del settore turistico nel 2024, con una percentuale territoriale del 18,2% e una distribuzione territoriale pari al 3,5%. È quanto venuto fuori dai dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro nel comparto turistico dell’Ente bilaterale nazionale del turismo.

A primeggiare nella graduatoria in valori assoluti è la Lombardia con 84.914 lavoratori stranieri, mentre in termini percentuali, gli stranieri rappresentano il 40,7% dei lavoratori dipendenti da aziende del turismo in Trentino-Alto Adige. I numeri, dai quali emerge a livello nazionale una forte componente femminile che trova impiego nel settore turistico (44,8%), sono stati diffusi in seguito al protocollo d’intesa siglato tra L’Ebnt, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il ministero dell’Interno e il ministero del Turismo, allo scopo di favorire l’inserimento socio lavorativo di persone titolari di protezione internazionale e temporanea e di altri cittadini stranieri in condizioni di povertà.

Sul tema il Quotidiano di Sicilia ha intervistato Stefano Spitalieri, alla presidenza dell’Ente in Sicilia, che ha fatto il punto della situazione.

Presidente, quali sono i principali territori siciliani (province o aree turistiche) in cui si concentra la maggior parte dei lavoratori stranieri?
“Si trovano principalmente nelle province di Palermo, Catania, Messina e Trapani, ovvero quelle con il maggior numero di occupati nel settore turistico”.

Come intende l’Ente regionale rafforzare i percorsi di formazione per rispondere alla crescita del personale straniero nel settore?
“Puntiamo a rafforzare i percorsi di formazione per rispondere alla crescita del personale straniero nel settore, attraverso diverse strategie mirate come l’attivazione di percorsi specifici di apprendimento della lingua italiana e, più nello specifico, corsi di lingua italiana per il settore turistico, con un focus sul lessico tecnico e professionale del settore. Puntiamo poi sulla valorizzazione delle competenze pregresse attraverso uno snellimento e accelerazione dei processi di riconoscimento dei titoli di studio e delle competenze professionali acquisite all’estero, anche tramite percorsi di validazione delle competenze; la formazione integrata e modulare offrendo percorsi formativi flessibili, accessibili anche a chi già lavora, articolati in moduli brevi che combinano formazione tecnica, cultura del lavoro in Italia; la collaborazione con imprese e associazioni di categoria: coinvolgere le imprese del settore e le associazioni datoriali per co-progettare percorsi formativi su misura, garantendo un migliore allineamento tra offerta formativa e fabbisogni occupazionali”.

È previsto un coinvolgimento diretto degli operatori turistici siciliani nella progettazione di tirocini o percorsi di inserimento per stranieri vulnerabili?
“Si tratta di un progetto appena avviato e in fase di sperimentazione, che dovrebbe interessare tutte le regioni. È chiaro che un percorso di questa natura dovrà necessariamente passare attraverso gli operatori del settore per la progettazione dei tirocini, in quanto hanno il polso del fabbisogno formativo del settore nella nostra regione. È necessario che la forza lavoro in questo settore abbia la giusta formazione. E su questo l’Ente bilaterale ha un ruolo fondamentale che lo vedrebbe, nel prossimo futuro, anche come punto di riferimento per la raccolta della domanda e offerta del settore”.

Ci sono programmi specifici rivolti alle donne straniere, considerando la loro significativa presenza?
“Abbiamo una grande presenza di lavoratrici straniere e come Ente bilaterale regionale mettiamo a disposizione tantissimi momenti formativi, a partire dalla sicurezza sul lavoro, che rappresenta un punto di partenza per chi opera in questo comparto”.