In una Palermo che va a rilento, vuoi che il tram faccia eccezione? Ci mancherebbe altro. Una città dove si attendono da mesi l’inizio dei lavori di una tratta, quella C, ma niente da fare, i cantieri slittano mese dopo mese e dare una data è ormai pure esercizio di stile. Si parla dell’estate 2005, sarebbero dovuto iniziare lo scorso anno, poi a gennaio, poi, appunto, a metà anno, forse dopo, chissà.
La tratta C e lo slittamento dei lavori
La tratta C, che dovrebbe collegare la stazione centrale (dove già parte la “linea 1”, quella di Roccella) al polo universitario, in via Ernesto Basile, ha un peso specifico molto pesante, nella viabilità della città, e non solo, C’è chi, infatti, sul progetto tram ha prima scommesso tutto, per poi lasciare i lavori a metà strada e doverli affidare a chi a volte sembra molto convinto di questo progetto, altre no.
Il tram infatti è nato da un’idea dell’amministrazione firmata Orlando e portata avanti dal battagliero ex assessore ai trasporti della città Giusto Catania, e ora ereditata da Maurizio Carta e l’amministrazione Lagalla, che hanno giurato che il progetto va avanti ma voci sussurrano che non siano proprio tutti entusiasti. Ma i fondi ci sono, i cantieri sono pronti a partire, e dunque cosa manca?
I dubbi
Se lo chiedono in molti. Si parla di una fase di attesa perché il ministero ha richiesto altri approfondimenti prima di dare il nulla osta. Fatto sta che l’ok doveva arrivare a fine marzo-inizio aprile, e non è ancora arrivato. Dei cantieri in via Basile, di fatto, non c’è traccia e sembra che almeno per altri tre mesi non ci sarà, visto che si divrà rispondere ad alcune osservazioni tecniche dell’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali).
Quando si parte?
Dunque, ammettendo che i lavori partano davvero entro l’estate e che tutto vada bene, ci vorranno almeno due anni per finirli, dunque nel 2027. Ipotesi molto, molto ottimistica.
C’è chi dubita non solo della data, ma della realizzazione stessa, visto che il progetto cambierà totalmente volto a due punti già molto trafficati di suo, con rischi di disagi infernali per i palermitani, che saranno anche abituati a tutto ma c’è anche un limite alla sopportazione.
Ci sarebbe, poi, la questione degli alberi da sradicare lungo la via perché intralciano il percorso del tram, problema che è stato sollevato da M5s e ambientalisti. Che fine faranno? L’amministrazione ha fatto spallucce, sottolineando che comunque si cercherà di salvare il salvabile.
I fondi (che non bastano) e le altre linee
E le altre linee? Qui torna in gioco la reale voglia di compiere quei lavori e di realizzare quelle opere. Che fanno gola, certo, ma il vero problema sono i costi.
Secondo i progetti, il tram dovrebbe collegare Mondello, Sferracavallo, Bonagia e la fascia costiera, ma ci sono ancora gare, verifiche e autorizzazioni da fare, ma bisogna anche considerare che per tutte queste tratte, anche quella che dalla stazione raggiungerebbe lo stadio, servirebbe il doppio dei fondi a disposizione oggi.
Si era partiti da 350 milioni, oggi ne servirebbero 700. Tipico dei lavori in Italia, specialmente in Sicilia. Fondi che rischiano di essere persi, anzi fondi che tecnicamente sono già scaduti a dicembre, ma che il ministero dovrebbe rimodulare.
Ma c’è tutta questa grande voglia di avere a che fare con la questione tram, a Palermo? Intanto, il fatto che serva il doppio dei fondi ha fatto cambiare i piani del Comune.
E il centro?
Un esempio su tutti, la linea che dovrebbe passare da via Roma per raggiungere lo stadio, quindi in pieno centro città, fiore all’occhiello dei desideri di Leoluca Orlando e del suo fido Giusto Catania, è stata messa in fondo, ma proprio in fondo, alle priorità della nuova amministrazione.
L’assessore Carta dice “è stato deciso di dare priorità ad altre zone della città, proprio per la mancanza di fondi attuali, come le periferie, che forse ne hanno più bisogno”. Il tram dei desideri, dunque, si potrebbe trasformare nel tram della discordia. Con il nuovo anello ferroviario in arrivo e con un circuito ferroviario più all’avanguardia, davvero Palermo ha bisogno anche del tram?

