Il viadotto Ritiro rischia di essere l’ennesima incompiuta messinese. Secondo quanto dichiarato dal nuovo direttore generale del CAS, la Toto Costruzioni avrebbe richiesto ulteriori 17 milioni di euro per il completamento dell’opera. Slitta la consegna di fine febbraio.
Non ci sarà nessuna consegna dei lavori del viadotto Ritiro il prossimo 28 febbraio come invece precedentemente affermato dalla Toto Costruzioni. La conferma arriva da parte del nuovo direttore generale del Consorzio per le Autostrade Siciliane, Franco Calogero Fazio.
Il motivo alla base del mancato completamento dell’opera sarebbe da attribuire a una ulteriore richiesta di 17 milioni di euro da parte dell’azienda abruzzese per un secondo aumento del costo dei materiali. La richiesta è stata avanzata nel corso di una riunione palermitana proprio con il Cas per fare il punto della situazione su un cantiere avviato dodici anni fa e ancora non terminato.
A due mesi di distanza dalle braccia incrociate per via del mancato pagamento di tre stipendi – come raccontato nell’inchiesta lo scorso novembre gli operai della Toto Costruzioni erano tornati in cantiere. A sbloccare la situazione le rassicurazioni giunte da parte del Consorzio per le Autostrade Siciliane «che al momento deve alla Toto Costruzioni ancora 2 milioni e 300mila euro», come conferma la stessa azienda di Chieti e come risulta da Caronte, il portale che segnala lo stato di avanzamento dei cantieri pubblici nell’isola.
Decisiva, in realtà, soprattutto la restituzione alla Toto Costruzioni della gestione dell’Autostrada dei Parchi, con il Tribunale di Roma che ha respinto gli ultimi ricorsi di Mit e Anas il 14 novembre scorso e previsto un esborso di oltre 500 milioni di euro in favore dell’azienda edile, che in questo modo ha rinunciato a un contenzioso dal valore di oltre 5 miliardi di euro con il governo.
I motivi del ritardo
Da qui la promessa della data di consegna lavori per il prossimo 28 febbraio. Anche questa, come le altre date fornite in passato dalla Toto Costruzioni, andrà però deserta. Il completamento del 95% dell’opera, come dichiarato ancora dall’azienda abruzzese, vede però una intera impalcata mancante. Il restringimento della carreggiata per chi prende la tangenziale messinese dall’ingresso dello svincolo di Giostra, sarebbe dovuta servire proprio all’esecuzione dei lavori.
Ma i pochi operai della Toto Costruzioni presenti in cantiere – erano oltre 80 a inizio lavori, sono soltanto una dozzina oggi – non arriveranno a terminare l’opera nelle date in precedenza annunciate. Di contro, «per i ritardi accumulati – afferma il Consorzio – sono stati applicati alla Toto cinque milioni di penali, il 10% dell’appalto costato già 55 milioni». Tesi però smentita nella nota inviata sabato mattina dal colosso abruzzese, che rimanda alla gestione e alle incongruenze del CAS degli ultimi dieci anni i motivi dei ritardi.
“Si teme un’estate da incubo”
Sul tema c’è stato sin dal primo momento il forte scetticismo anche da parte dei sindacati. Dalla consegna dei cantieri, nel 2015, l’opera si sarebbe infatti dovuta realizzare in 2 anni e 4 mesi. Da allora sono trascorsi sette anni e la data di consegna lavori continua a slittare.
«Considerando l’importanza dell’opera e quanto già oggi stia impattando sul traffico cittadino, temiamo che la prossima estate possa essere ancora da incubo. Per chi vive nella zona nord della città, ma anche per l’incrocio con le migliaia di turisti che arrivano in Sicilia», hanno commentato la notizia alcuni abitanti della zona.
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