Lavoro, contratti a termine: nuove causali per arrivare a 2 anni

Lavoro, cambiano i contratti a termine, nuove “causali” per arrivare fino a due anni

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Lavoro, cambiano i contratti a termine, nuove “causali” per arrivare fino a due anni

Redazione  |
domenica 16 Aprile 2023

Il Governo vuole intervenire sui fondamenti del Decreto dignità, in cui erano state introdotte delle causali poco accessibili per i contratti a termine.

Cambiano i contratti a termine. Il governo di Giorgia Meloni smonta i parametri rigidi del decreto Dignità del 2018 e introduce nuove clausole che rendono più facile il rinnovo.

Ecco quali sono le novità introdotte e cosa cambia per i lavoratori e datori di lavoro interessati a questo tipo di contratto. Continua a leggere l’articolo, qui in basso.

Cosa diceva il decreto Dignità e cosa ha modificato il governo Meloni

Nel 2018 il governo Conte promulga il decreto Dignità, poi trasformato in legge dal parlamento.

Nella sua forma definitiva, la nuova norma imponeva limiti molto stringenti per i contratti a tempo determinato. L’obiettivo era ridurre l’impatto dei contratti a termine sul mercato del lavoro italiano, per limitare i livelli di instabilità occupazionale soprattutto tra i giovani e le donne.

Prestazioni a tempo determinato fino a due anni di durata

Il governo Meloni di fatto smonta di fatto quanto previsto nel decreto Dignità per le causali del contratti a termine. La bozza del decreto, in tal senso, si smarca da questo obbligo i contratti sotto i 12 mesi e per quelli tra 12 e 24 mesi introduce tre causali, considerate così più accessibili.

Contratti a termine, più facile il rinnovo. Ecco cosa cambia

Sarà possibile, in questo caso, motivare con specifiche esigenze previste dai contratti collettivi di lavoro, per esigenze specifiche di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalla parti in assenza di previsioni contrattuali (ma con il visto di una apposita commissione di certificazione), oppure per esigenze di sostituzione di altri lavoratori.

Le altre novità previste dal governo Meloni

Novità sul caro badanti e colf

Viene incontro invece al caro badanti e colf – dopo gli aumenti contrattuali scattati quest’anno, con i minimi aumentati del 9,2% – il raddoppio da 1.500 a 3.000 euro della soglia di dei contributi deducibili dal reddito. Si corregge anche una norma dell’assegno unico per i figli a carico. La maggiorazione di 30 euro (con un Isee pari o inferiore a 15.000 euro, poi l’importo cala) che è riconosciuta ai figli con entrambi i genitori titolari di reddito da lavoro viene anche estesa agli orfani con un solo genitore lavoratore.

Contratti di espansione

Vengono poi prorogate al 2025 le procedure per avviare i contratti di espansione, che consente l’uscita anticipata di lavoratori a fronte dell’assunzione di nuove professionalità. Semplificate anche le comunicazioni dei datori di lavoro sportivi.

Pensionamento lavoratori precoci

Novità sono previsti anche per il pensionamento dei lavoratori precoci, che quest’anno avranno tre finestre di uscita (31 marzo, 15 luglio e 30 novembre) come per l’Ape Sociale, e per il calcolo dei ricongiungimenti pensionistici.

La sicurezza del lavoro.

Oltre all’obbligo della nomina di un medico competente nel caso di lavori a rischio e all’introduzione di norme sulla sicurezza anche sui cantieri temporanei, arriva l’estensione delle tutele Inail per gli studenti impegnati nei percorsi di scuola-lavoro.

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