PALERMO – L’assessore regionale alla Formazione, Mimmo Turano, parla già di svolta. In un’intervista esclusiva al Quotidiano di Sicilia spiega il nuovo sistema collegato al mondo imprenditoriale per costruire i corsi di formazione tradizionali. Ma sull’Iefp frena: in realtà, trattandosi di assolvimento scolastico sulle scelte dei corsi ha le mani legate.
Assessore, come è cambiata la formazione professionale dal suo insediamento? Il settore è diviso tra chi evidenzia i passi in avanti fatti negli ultimi anni e chi invece sostiene che in realtà tutto è rimasto paralizzato sui problemi di sempre. Qual è la sua sintesi?
“In questi anni ho lavorato per gettare le basi di un nuovo sistema della formazione, sia in ambito scolastico e universitario, con investimenti importanti per le infrastrutture, sia in materia di formazione professionale, in senso stretto. La riforma approvata dal Parlamento regionale lo scorso 30 settembre punta su una formazione orientata al ‘work based learnig’, che valorizza la formazione in azienda, le competenze acquisite a prescindere dalla qualifica, le cosiddette micro-credenziali, e attribuisce un maggiore valore ai tirocini nelle imprese. Questo intervento legislativo è stato richiesto dall’Unione europea, che con il Fondo sociale europeo finanzia una parte dei corsi. L’obiettivo di fondo è semplice: assicurare l’uniformità delle competenze acquisite, indipendentemente dal territorio in cui si frequenta il corso e si consegue un attestato. Ciò significa che una qualifica ottenuta a Palermo sarà riconosciuta in tutta Italia e in Europa. Con questa riforma finanziamo la domanda e non più l’offerta come avvenuto finora”.
La formazione tradizionale, quella dei corsi finanziati dalla Regione, ha dato dei segnali di cambiamento effettivi. Adesso ci sono molte più attività legate a corsi tecnici e professionali con la formazione di figure richieste dal mondo delle imprese. Qual è stata a suo dire la svolta?
“Storicamente gli avvisi per la formazione professionale in Sicilia sovvenzionavano gli enti cosiddetti storici con un’offerta formativa statica. Oggi, invece, con le ultime due edizioni dell’Avviso 7, circa duecento enti di formazione, per ciascun avviso, hanno avuto la possibilità di accedere alle sovvenzioni dei corsi. L’introduzione della procedura a sportello, infatti, incrociata con l’allocazione delle risorse sulla base delle analisi dei fabbisogni delle imprese, tratta dalla banca dati Excelsior della Camera di Commercio, ha consentito un riavvicinamento tra le figure formate e le richieste delle imprese, basando l’output dei soggetti formati non più sull’offerta statica degli enti storici, ma sulla domanda proveniente dal sistema produttivo. In questo modo, abbiamo introdotto nel mondo della formazione un po’ di sana competizione, che non guasta”.
Se però guardiamo all’Iefp diciamo che le cose sembrano stagnare. Qui le attività sembrano essere concentrate sempre sulle solite figure, soprattutto quelle degli operatori del benessere. Basta guardare agli ultimi corsi del terzo anno approvati di recente: sono ben 95 i corsi su un totale di 256 approvati. Non le sembrano eccessivi? Davvero la Sicilia ha bisogno di tutti questi estetisti e parrucchieri?
“I corsi di istruzione e formazione professionale sono destinati ai giovani dai 14 anni in su, che vogliono seguire un percorso alternativo alla scuola superiore, e consentono ai ragazzi di assolvere l’obbligo scolastico e di acquisire competenze spendibili nel mercato del lavoro. Le scelte dell’assessore per i giovani in età scolastica sono vincolate, non si può intervenire con le regole del mercato: in buona sostanza, operando con ragazzi in età scolare, sono obbligato ad assecondare le richieste dell’utenza. Il Governo Schifani ha definito un piano triennale da 94,5 milioni di euro dell’Fse Plus 2021-2027 per puntare sui giovani e avviare 300 corsi Iefp destinati in Sicilia a una platea di 8.100 allievi. Con l’avviso 26 del 2025, abbiamo definito, nell’ambito delle figure previste nel repertorio nazionale, l’offerta formativa del ciclo 2025-2028 per il conseguimento di una qualifica professionale, riconosciuta e spendibile a livello nazionale ed europeo, attraverso percorsi triennali erogati sia in regime ordinario che in modalità duale, con la possibilità di istaurare contratti di apprendistato di primo livello. Questo avviso si inserisce nel quadro regionale delle azioni di rafforzamento della filiera dell’istruzione tecnica e professionale, mira a ridurre il disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro e ad assicurare parità di accesso all’istruzione e alla formazione anche ai soggetti svantaggiati e alle persone con disabilità. Infine, pone in essere un’azione di contrasto alla dispersione scolastica, favorendo l’occupabilità giovanile, anche in un’ottica di mobilità europea”.
Prima di chiudere la legislatura ha in mente ulteriori innovazioni?
“Stiamo costruendo un sistema della formazione che sia davvero utile per chi è alla ricerca di un’occupazione. Va in questa direzione anche il sistema degli Its, le scuole ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore, contribuiscono in modo sistematico a sostenere le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo, colmando progressivamente la mancata corrispondenza tra la domanda e l’offerta di lavoro, che condiziona lo sviluppo delle imprese, soprattutto piccole e medie. In Sicilia il settore degli Its ha punte di eccellenza”.

