Venerdì 20 settembre la giovane Greta Thunberg ha agitato la coscienza del mondo per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la necessità di tagliare le emissioni di Co2, che stanno facendo aumentare considerevolmente la temperatura dei mari, con la conseguenza che vi sono decine e decine di chilometri di ghiacciai che si sciolgono e ne fanno aumentare il livello.
La Cina ha aderito all’accordo di Parigi per diminuire l’inquinamento ambientale e dobbiamo dare atto al Paese asiatico che sta facendo ogni sforzo per migliorare la situazione interna e, di conseguenza, quella del pianeta.
La persona umana vive perché produce energia, tutto il mondo funziona perché c’è energia che qualcuno o qualcosa produce.
Per sviluppare l’economia e il benessere sociale c’è bisogno sempre di più energia. Questa non è la nostra nemica. Il nostro nemico è la sostanza con cui essa viene prodotta: questo è il nocciolo del problema, che invece molti ignorano.
Il modo più pulito per produrre energia è utilizzare le fonti rinnovabili, cioè la natura. Per esempio, vi sono Paesi che usano la geotermia, cioè il calore e il gas che vi sono nel sottosuolo. In Italia, al di fuori della Toscana, la geotermia è sconosciuta.
Le fonti più importanti, per esempio le maree, non vengono utilizzate e neanche i vegetali marini.
Poco vengono usate le biomasse, gli scarti delle lavorazioni e vi è una forma di idiosincrasia per l’utilizzazione dei rifiuti solidi urbani.
A proposito di questi ultimi, bisogna rilevare che gli impianti di ultima generazione, che producono energia oltre che biocarburante, sottoasfalto e biogas, sono inspiegabilmente contrastati da un ceto politico ignorante, che non capisce come questa sia la strada per evitare le vergognose distese a cielo aperto che sono le discariche.
Anche in questo versante vi è una grande differenza fra le due Italie, perché al Nord i termocombustori sono all’ordine del giorno, da Roma in giù sono solo due, uno in Lazio e uno in Campania. è tale la difesa delle discariche nel Sud che si può sospettare l’interesse di organizzazioni non perfettamente legali.
La protesta che alcuni ingenui ambientalisti fanno nei confronti dell’aereo, sostenendo che vi preferiscono il treno, è del tutto destituita di fondamento, perché non è importante il mezzo di trasporto ai fini dell’inquinamento, bensì il carburante che esso utilizza.
Ci spieghiamo meglio: la British Airways, per esempio, fa un ampio uso di biocherosene, prodotto dagli impianti che utilizzano gli Rsu. Non vi è dubbio che quegli aerei inquinano molto meno o quasi niente, rispetto a treni che utilizzano l’energia elettrica prodotta col petrolio.
Quindi, come si può affermare che il treno non inquini, pur utilizzando un’energia termica? E, d’altra parte, come si può comunicare all’opinione pubblica che l’aereo inquina se, come prima si scriveva, utilizza carburante vegetale?
Ebbene la questione va chiarita senza mezzi termini, anche facendo un’idonea comunicazione nei confronti di questi ingenui (o ignoranti) ambientalisti che non approdano al nucleo del problema, ma ne restano ai margini, non individuando con precisione il rapporto fra causa ed effetto.
Vi è un’altra menzogna che va debellata: l’e-auto, cioè l’auto elettrica, non inquina, mentre quella che utilizza il gasolio o la benzina inquina.
Perché si tratta di menzogna? Riportiamo la questione indicata all’inizio. Se l’auto elettrica utilizza energia elettrica prodotta col petrolio, anch’essa inquina, non già nel momento in cui la consuma, ma nel momento in cui il carburante è prodotto negli impianti industriali.
Se, per contro, l’auto avesse un motore termico e utilizzasse biocherosene o biobenzina, non inquinerebbe. Ecco rovesciata la credenza popolare: l’auto “normale” non inquina, mentre una e-auto inquina.
Dietro a questa ignoranza vi sono forti interessi dei gruppi che agiscono nel mondo dell’energia e che utilizzano la comunicazione per intossicare la pubblica opinione, la quale non legge, non si documenta, non apprende e quindi si beve tutte le cose non vere diffuse da chi ne abbia interesse.