Le circa 56 guerre sparse per il mondo dicono che la pace non esiste, se non come utopia dei Popoli che sono in una condizione di benessere, a prescindere dalle loro istituzioni democratiche o dittatoriali.
Infatti, è noto come sia in Europa che negli Stati Uniti, democrazie, nessuno si sogna di parlare di guerre, salvo quegli stolti di Putin e Zelensky. Parimenti, in Cina e in India, dove vigono regimi dittatoriali, cresce il benessere e nessuno si sogna di fare guerre, nonostante le minacciose avvertenze della Cina su Taiwan.
Tuttavia, i produttori di armi scalpitano per mantenere vivi i conflitti esistenti e tentare di farne nascere di nuovi, perché hanno bisogno di fatturato conseguente alla vendita dei loro prodotti.
Anche il nostro Paese, per un certo verso, va in quella direzione, perché le nostre industrie, che producono armi, spingono il Governo per comprarle e mandarle in Ucraina, oltre che per alimentare le Forze armate.
Ma i Popoli saggi non amano le guerre, perché sanno che esse portano distruzione, scompensi, perdita di vite e altri danni, per recuperare i quali ci vogliono anni e forse decenni. Sono solo gli sconsiderati che cercano le guerre, perché sono senza ragione e anche perché ritengono di trarne vantaggi, più teorici che pratici.
Dietro i guerrafondai vi possono essere anche ragioni giuste, ma non c’è alcuna ragione al mondo che possa indurre qualcuno a fare una guerra. Solo il folle può pensare di trucidare vite umane e di distruggere case, ospedali, reti viarie e infrastrutture varie, causando morti e feriti, diffondendo miseria e pene pesanti per la popolazione.
Ecco perché bisognerebbe togliere a chi cerca il movente delle guerre qualunque opportunità o scusa per attaccare. Ed ecco perché, nella guerra russo-ucraina, gli Stati Uniti avrebbero dovuto spegnere il fuoco anziché aizzare il comico-Zelensky a supporre che avrebbe vinto la contesa con Putin.
Tanto che, quando prima o dopo la pace arriverà, i territori li avrà persi lo stesso e avrà causato danni irreparabili al proprio Paese e a una popolazione martoriata per oltre tre anni e forse più.
L’altra guerra che ci tocca da vicino è quella a senso unico di Israele, che sta di fatto radendo al suolo la Striscia di Gaza. Lì vi è una ragione fondata, e cioè che il gruppo di terroristi di Hamas ha attaccato per primo, mostrando sempre la volontà di distruggere Israele.
Ovviamente il gruppo terroristico continua a fare quello che ha fatto perché continuamente finanziato dall’Iran. Se Trump riuscisse a fare un accordo con quel Paese, prevedendo la chiusura del rubinetto finanziario, probabilmente quella guerra cesserebbe e toglierebbe a Netanyahu il motivo, giusto o sbagliato, di distruggere Gaza.
Ma tant’è, l’abbiamo scritto più volte, dietro questa sistematica operazione vi è probabilmente il recondito, ma non tanto, pensiero di spostare i confini di Israele fino al Mediterraneo palestinese per annettere tutto quel territorio, dal momento che lo Stato fondato da Ben Gurion ha bisogno di nuovi spazi.
In questo bailamme, tutti i Paesi europei, Italia compresa, continuano a fare professione di fede, nel senso di aiutare l’Ucraina, mentre pian piano stanno prendendo le distanze dall’operazione di massacro messa in atto da Netanyahu. Ma anche sulla questione ucraina, tutti si dicono disposti ad aiutarla, solo inviando armi e senza impiegare i propri eserciti.
In tale quadro, il neo cancelliere della Germania, Merz, novello Hitler sta pensando di potenziare fortemente l’esercito della propria Nazione, portando addirittura la spesa militare al 5% del Pil.
Lui afferma che l’operazione è volta alla pace, ma non si è mai visto uno Stato che si arma per farla. Ovvero, probabilmente, dice che vuole la pace ma in effetti vuole esattamente l’opposto: la guerra.
L’Unione europea è scompaginata da tutto quanto descritto e mostra ancora una volta una debolezza causata dalla sua “disunione”. Al contrario, dovrebbe pensare a un percorso che la porti a diventare un unico Stato federale sul modello degli Stati Uniti.

