Sette luoghi, quattro passeggiate e un’esperienza sensoriale: dal Quartiere Spagnolo alle mura elimo puniche, dagli affreschi inattesi all'arte contemporanea. Ecco cosa vedere nei prossimi due weekend
La vera Erice è lassù in alto, avvolta nella nebbia che la cinge per tre quarti dell’anno: è un monile segreto, racchiusa in sé stessa come una monaca silenziosa, squisita come un dolce antico.
Secondo
Tucidide fu fondata dai troiani in fuga, Virgilio la cita nell’Eneide, i miti
raccontano i riti degli Elimi. La prima guerra punica le regalò mura
fortificate, i romani vi adorarono la Venere ericina, gli arabi la occuparono,
i normanni la rispettavano, con la Guerra del Vespro diventerà una roccaforte inaccessibile.
Oggi conserva gelosamente i resti delle sue “cento chiese”: Le Vie dei Tesori – al debutto nei primi tre weekend di ottobre, da sabato prossimo al 17 ottobre – aprirà sette siti straordinari, chiese riconvertite in sale per l’arte contemporanea, torrette fortificate e guarnigioni, per poi scoprire una vera “cittadina della scienza”; senza contare le mura, sempre possenti e presenti.
Con
il supporto del Comune e della Pro Loco, con UniCredit come main sponsor, è stata costruita una prima
edizione-gioiello dove ogni sito è stato scelto con cura estrema, e così anche
le quattro passeggiate che portano alla scoperta di caratteristiche di Erice; e
l’unica esperienza sensoriale, legata al mondo dei wine lovers.
“Siamo felici che Erice sia entrata a far
parte di questo prezioso circuito de Le Vie dei Tesori con un programma davvero
interessante. In questo periodo molto particolare per le innumerevoli
restrizioni che hanno vincolato la cultura, le Vie dei Tesori, si inserisce tra
le tante opportunità in grado di dare uno slancio alle iniziative culturali. E’
un modo per riappropriarci del nostro borgo, di riscoprire Erice, la sua
storia, gli aneddoti e i luoghi non sempre disponibili alla pubblica fruizione.
Anche per i trapanesi o gli ericini che vivono a valle. Un plauso quindi a
tutti i partner del progetto” dice il sindaco Daniela
Toscano. L’assessora al Turismo Rossella
Cosentino spiega come “Il festival
apre siti culturali inediti e allarga l’offerta a meravigliose esperienze
sensoriali sul territorio. Un progetto che si anima della narrazione
collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della
partecipazione di giovani, di associazioni, aziende del territorio a cui va un
particolare ringraziamento per l’impegno profuso”.
“Il festival apre i luoghi della bellezza,
costruisce comunità ma soprattutto è una speranza per i giovani che vogliono
restare e scommettere sul futuro in questa nostra isola – sottolinea Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori. Tra i sette luoghi, occhi
puntati sugli affreschi inaspettati di Casa
Santa Sales; sui particolari gotico-chiaramontani della chiesa del Carmine, chiusa per decenni;
sulla collezione della Salerniana e sul Regio
presepe minuzioso che ricrea il
borgo settecentesco; la roccaforte militare e la torretta intellettuale, fino
all’istituto internazionale che studia i terremoti, unico nel suo genere. Tutto
sull’onda del nuovo claim de Le Vie dei Tesori, ovvero La bellezza in mostra: una frase che è quasi un passaporto per
riappropriarsi del territorio, dei suoi tesori pronti a farsi amare. E che si
ritrova nella nuova immagine-simbolo del festival, colorata, pop, veloce e
leggera.
Tre
weekend, sempre sabato e domenica, da
sabato prossimo al 17 ottobre, per un nuovo festival di “resistenza”, il
secondo post covid: l’anno scorso, in piena pandemia, quando ogni rassegna rimandava
o rinunciava ai suoi programmi, Le Vie dei Tesori ha deciso di provarci,
riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza,
privilegiando luoghi all’aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide
d’autore ascoltabili dal proprio smartphone. Nonostante la necessità di
contingentare gli ingressi e i repentini cambiamenti di colore, il festival ha
messo insieme 120 mila visitatori in meno di due mesi, lontani dai numeri
straordinari del 2019 – erano stati 404 mila con una ricaduta economica sul
territorio di oltre 5 milioni di euro – ma che comunque raccontavano una
manifestazione viva, partecipata, e con la voglia di continuare a raccontare la
bellezza.
E
quest’anno Le Vie dei Tesori sono di nuovo pronte alla sfida: con i Borghi dei tesori che hanno fatto da
apripista (57 piccoli centri che hanno deciso di creare una rete sotto l’egida della
Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format e hanno raccolto 12 mila
visitatori in due weekend); e dopo la prima
tranche di 12 città, appena chiusa con numeri ragguardevoli, ecco la seconda
tranche, che schiera con ERICE, un’altra debuttante come Cefalù, poi ritornano Sciacca, Ragusa e Scicli, tutte
per i primi tre weekend di ottobre mentre continueranno poi fino al 31, le due capitane Palermo e Catania che
aprono anch’esso le porte da sabato prossimo.
Un festival che ha portato la cultura fuori da
palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e
siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste
per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti.