Arginare i contagi e allo stesso tempo puntellare un’economia già fragile, che rischia di collassare provocando danni sociali devastanti. È quel difficile equilibrio che anche i sindaci di quei piccoli Comuni siciliani dichiarati zona rossa per alcune settimane stanno tentando di trovare.
A Mezzojuso (Palermo), Galati Mamertino (Messina), Sambuca di Sicilia (Agrigento) e Randazzo (Catania) si consumano le contraddizioni, le sofferenze, le criticità, la rabbia che accompagnano la gestione di questa pandemia. E da ieri sera anche Torretta, nel Palermitano, si è aggiunta all’elenco.
In questi mesi si è parlato molto di investimenti nella sanità, soprattutto nella medicina territoriale, di rafforzamento delle cure a domicilio, di una maggiore attenzione per le Rsa. Ma in molte zone della Sicilia vi sono ancora interi territori scoperti, con Zone rosse senza un presidio, ospedali Covid che non vengono messi in funzione malgrado si siano impegnate risorse per attrezzarli, Rsa ancora permeabili al Coronavirus.
Galati Mamertino, per esempio, si è ritrovata con un picco di 160 positivi ma senza un presidio e dei medici per le emergenze e con il centro Covid più vicino a 120 chilometri di distanza. Durante questo tragitto in ambulanza è morto un uomo di 73 anni, cardiopatico e positivo. A tentare di limitare i danni ci sono i volontari e tra questi un infermiere professionale di un’associazione che va a domicilio ad assistere chi sta male.
Una situazione non molto diversa quella di Sambuca di Sicilia, dove “l’incendio” come lo ha definito il sindaco Leo Ciaccio, è partito da una Rsa con trenta anziani risultati tutti positivi insieme a buona parte degli operatori. Anche qui nessun presidio sanitario. Le operazioni di evacuazione della struttura sono andate a rilento, mentre l’ospedale Covid di riferimento, che doveva essere quello di Ribera, non è mai entrato in funzione.
Meno complessa, almeno per il momento, la situazione a Randazzo, Zona rossa attrezzata con poliambulatori e personale sanitario. Anche qui è stata comunque importante la presenza del volontariato, soprattutto degli operatori della Croce rossa.
In questa emergenza globale, i sindaci lavorano per frenare l’impennata della curva del contagio e potere riaprire le attività, tutelando così il comparto economico. Per i territori in questione, infatti, lunghe paralisi potrebbero rappresentare la fine di moltissime realtà imprenditoriali.
Francesco Sgroi, sindaco di Randazzo, spera in un “bilanciamento” tra nuovi positivi e guariti, un dato che indicherebbe come la fase più critica è passata e scongiurerebbe una proroga della Zona rossa com’è stato invece necessario fare a Galati Mamertino.
Un’emergenza, quella legata al Covid, che si sta affrontando con Municipi dotati di bilanci traballanti e i sindaci che chiedono interventi immediati da parte del Governo regionale. “Alzeremo la voce”, anticipa il sindaco di Sambuca Ciaccio, forse il più provato in questo momento. A Randazzo è stato dichiarato il dissesto nel luglio del 2019, ma è in atto il Piano di riequilibrio che per cinque anni impone comunque sacrifici. Anche Galati e Sambuca sono in sofferenza e per i più disagiati ci pensa il Reddito di cittadinanza. Per le aziende e le imprese, invece, dovranno intervenire la Regione e lo Stato.
Situazione più complicata quella di Mezzojuso, Comune sciolto per mafia e amministrato da una Commissione prefettizia. Qui sono state stabilite tutte le procedure per rendere efficace la Zona rossa e si segue un protocollo per confrontarsi con l’emergenza in questa situazione straordinaria.