L’economia sommersa costa - QdS

L’economia sommersa costa

L’economia sommersa costa

mercoledì 27 Marzo 2019

– I dati sono ufficiali, li ha forniti l’Istat, e sono molto allarmanti. L’economia sommersa, qualunque sia la sua origine, vale complessivamente circa 206 miliardi di euro, una bella cifretta, non c’è che dire! Sempre secondo l’Istituto italiano di statistica, 99,4 miliardi verrebbero meno a causa di sotto dichiarazioni, 72,3 miliardi deriverebbero da lavoro nero o irregolare, 18,2 miliardi da affitti non dichiarati, mentre 16,5 miliardi scaturirebbero da veri e propri traffici illegali. Se i 206 miliardi di cui parla l’Istat fossero tassati a una media complessiva del 33%, il nostro sistema fiscale potrebbe contare su un gettito che sfiora i 68 miliardi, vale a dire almeno quanto due finanziarie di lacrime e sangue, come quelle a cui gli italiani sono abituati, purtroppo, sempre più frequentemente. Con un gettito di 68 miliardi si potrebbero consolidare gli edifici, rendendoli veramente antisismici, si potrebbe migliorare il servizio sanitario, si potrebbe rivedere il sistema pensionistico, senza fare da compari a banche e assicurazioni, si potrebbe garantire il trasporto scolastico gratuito ai disabili, si potrebbero persino rinnovare i contratti di lavoro degli statali.
Ecco, ben analizzando le cifre dell’Istat, gli italiani adesso sanno che se tutto questo non avviene la colpa non è soltanto di chi mal amministra lo Stato, ma anche del loro vicino di casa, del loro dentista, del loro medico specialista, del loro meccanico, del loro fruttivendolo e di tanti altri che assicurano, con la loro complicità, una minore spesa immediata ma una maggiore spesa di prospettiva. Non credo che l’aumento dei controlli, già sin troppo esagerati e costosi, possa produrre risultati migliori rispetto a quelli che già sono stati prodotti. Credo che, in questo settore, dovremmo imparare molto dagli americani i quali, consentendo di dedurre dalle tasse praticamente tutto, trasformano ciascun cittadino, fruitore o fornitore di servizi, in controllore di se stesso e degli altri. Non è difficile arrivare a tanto, in parte già lo si fa, allora perché non estendere il meccanismo fino a renderlo generale? Forse perché l’evasione o l’elusione fiscale sono considerate strumenti di legittima difesa nei confronti di uno Stato inefficiente? Temo di sì!

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