Ulivi, viti, grano e pomodoro: le colture mediterranee stanno “traslocando” a nord. Sarebbe anche questo il risultato dei cambiamenti climatici in Italia. Lo afferma un’analisi di Coldiretti secondo cui, la coltivazione dell’ulivo in Italia è arrivata a ridosso delle Alpi. Non solo: sempre secondo Coldiretti, nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee, mentre i vigneti sono arrivati addirittura sulle vette mentre al sud è boom per le coltivazioni tropicali, dall’avocado al mango fino alle banane.
L’analisi fa riferimento ai dati del rapporto Copernicus che evidenzia come il 2022 sia stato il secondo anno più caldo mai registrato in Europa e addirittura il più rovente di sempre in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Irlanda.
In Italia la temperatura media è stata infatti superiore di 1,15 gradi con la caduta del 30% di precipitazioni in meno, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla banca dati Isac Cnr che rileva le temperature dal 1800. Con la tropicalizzazione del clima in Italia è cresciuta la presenza di frutta esotica con le coltivazioni di banane, avocado, mango & c. che nel giro di cinque anni sono praticamente triplicate arrivando a sfiorare i 1200 ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria, secondo le stime della Coldiretti.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

