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Legge di Bilancio, ecco cosa dicono i numeri: manovra difficile, ma non si poteva fare meglio

Legge di Bilancio, ecco cosa dicono i numeri: manovra difficile, ma non si poteva fare meglio

Prime analisi sul documento in attesa dell’iter parlamentare, tra Comissione e Aula, per l’approvazione del testo definitivo. I 18 miliardi sono la somma di riduzioni di spesa, maggiori entrate e contributo di banche e assicurazioni

Il Consiglio dei Ministri, nella sedurta del 17 ottobre scorso, ha approvato la manovra del bilancio 2026 di circa 18 miliardi. Nelle prossime settimane, quindi, verrà avviato l’“iter” per l’approvazione della legge di bilancio e del collegato fiscale. In base alle notizie divulgate dopo l’approvazione del testo citato è possibile iniziare a valutare la manovra. A tal riguardo è opportuno fin d’adesso chiarire che in effetti non si tratta di una valutazione bensì delle seguenti due valutazioni: valutazione partitico-politica e valutazione tecnica.

La valutazione politico-partitica da parte dell’opposizione

A scanso di inutili polemiche si intende fare riferimento non all’attuale opposizione, bensì alle annuali opposizioni, cioè di quei partiti politici che, nel corso degli anni passati, non hanno espresso il Governo. Oggi l’opposizione è dei partiti di centro-sinistra, in passato dei partiti di centro-destra.

Per quanto appresso indicato le tesi dell’opposizione in occasione della manovra per la legge di bilancio, rientrano nella logica della democrazia parlamentare italiana, e sono finalizzate, esclusivamente, a tentare di denigrare il Governo in carica per accrescere il loro consenso elettorale e, in alcuni casi, di ridurre il dissenso. In definitiva, l’opposizione, in tale circostanza, fa parte del “teatrino” della politica. Chi avanza proposte, specie se rilevanti, è del tutto consapevole che non verranno accolte in quanto assolutamente incompatibili con le risorse disponibili.

Le valutazioni tecniche

Per le valutazioni tecniche, cioè il confronto della quantificazione monetaria delle proposte con la compatibilità dei dati di bilancio, diventa opportuno avere contezza dei dati che rilevano ai fini della manovra. Il debito pubblico italiano alla data di agosto 2025 ammontava ad € 3.082 miliardi pari al 135,30% del Pil. Nell’anno 2020 il rapporto debito pubblico/Pil era del 152,90%. Il Prodotto interno lordo in Italia del 2024 è stato stimato in 2.372,77$ (dato della Banca Mediocredito). Il dato dell’economia non osservata nel 2023, stimato dall’Istat, è stato di 217,50 miliardi di euro. Contrariamente a quanto viene erroneamente sostenuto, l’economia non osservata comprende anche l’evasione tributaria, che, quindi, ne è parte, in uno all’economia illegale etc.etc. I crediti dello Stato ammontano a 1.273 milioni di €, malgrado gli stralci e la rottamazione di quest’ultimi dati.

Le entrate tributarie dello Stato nel 2024 (il più alto da sempre) sono state di circa 603,83 miliardi mentre tutte le entrate dello Stato, nel medesimo periodo, sono state € 676 miliardi. Le uscite dello Stato del 2024 hanno esposto spese complessive per 886,40 miliardi euro, con un saldo netto da finanziare di circa 198,9 miliardi. Lo spread attuale rispetto alla Germania è di 80 punti base (agosto 2025 è stato di 71 punti base) a fronte di 528 punti base del 2012 e 200 punti base del 2020.

Il costo degli interessi sul debito pubblico

Nell’anno 2024 il costo degli interessi sul debito pubblico è stimato intorno a 100 miliardi. L’ultima notizia ai fini del rating è che Dbrs Morningstar ha attribuito la A elevando da BBB. La conclusione di questi dati è la seguente:

  • la riduzione del rapporto debito pubblico/Pil;
  • il rating attribuito al sistema Italia da parte delle Agenzie Internazionali è progressivamente in ripresa;
  • lo spread rispetto alla Germania, si è ridotto a livello che fino ad alcuni anni fa non era ipotizzabile.

Ciò determina una notevole riduzione del costo degli interessi sul debito pubblico. Il deficit al bilancio dello Stato nel 2025 è previsto attestarsi al 3% del Pil rispetto al 3,4% del 2024. I dati relativi allo spread, al rapporto debito pubblico/Pil, al rating, sono certamente eccezionali. Malgrado, tuttavia, detti risultati eccellenti obiettivamente non vi sono margini per manovre significative. I 18 miliardi della manovra sono la somma algebrica, di riduzioni di spese, di maggiori entrate e del contributo dalle banche ed assicurazioni di circa 4,3 miliardi. Nel dettaglio della manovra rientrano:

  • la Vª rottamazione dei ruoli fino al 31/12/2024;
  • il finanziamento alla Zes Unica.

In conclusione, pur in presenza dei citati indici positivi, è possibile affermare che non si poteva fare di più di una manovra da 18 miliardi, con il deficit da finanziare del 3% del Pil. Una volta definita la legge di bilancio 2026 e la legge del collegato fiscale sarà possibile ritornare, con ulteriori notizie di dettaglio, sulla manovra 2026.

Sul piano tecnico, in presenza di un debito pubblico elevato la manovra di bilancio, alla fine, consiste nella gestione del debito pubblico e per margini limitati di alcuni miliardi da suddividere per la copertura di poche scelte politiche. L’opposizione di oggi, ma anche quella di ieri, non tiene conto dei citati dati ed avanza richieste incompatibili dando vita al “teatrino” della politica che resta tale

Antonio Pogliese
Dottore Commercialista