Un piano definito per i prossimi tre anni, per poi essere rifinanziato. Fa il punto il segretario generale alla Funzione pubblica della Cgil regionale Gaetano Agliozzo.
“La legge di stabilità regionale ha messo in campo le risorse e i percorsi necessari per avviare il processo di stabilizzazione dei lavoratori Asu con un costo che sarà a carico della Regione per i prossimi tre anni per poi essere rifinanziato”. Lo ha dichiarato Gaetano Agliozzo, segretario generale alla Funzione pubblica della Cgil regionale.
“È anche previsto un processo di fuori uscita che riguarda chi ha maturato o maturerà il diritto alla pensione in base all’età e sarà sempre la Regione a garantire fino al raggiungimento del requisito, 65-67 anni di età, un canale privilegiato legato all’avvio di questo iter. – sottolinea Agliozzo – Quello della stabilizzazione degli Asu è un provvedimento per cui ci battiamo da tanto tempo. Era giusto dare risposte a questi lavoratori che ormai da 25 anni sono impiegati nel servizio pubblico per ovviare anche alla carenza di personale considerando che nella pubblica amministrazione non vengono espletati concorsi ormai da diversi anni.
Noi abbiamo contribuito anche proponendo emendamenti che sono stati recepiti nella legge di stabilità. Questo traguardo raggiunto – conclude il segretario generale alla Funzione pubblica della Cgil – è un primo passo importante, auspicando per il futuro che questi lavoratori vengano reintegrati nella pubblica amministrazione con un numero maggiore di ore lavorative e con stipendi più dignitosi dei 600-700 euro che guadagnano attualmente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda della Cgil si sono espressi anche gli altri sindacati. “Da anni – afferma Polo Montera, segretario della Funzione pubblica Cisl Sicilia (Fp Cisl) – lavoriamo per dare il giusto riconoscimento a questi lavoratori che, pur essendo titolari di un sussidio che li dovrebbe impegnare solo in attività socialmente utili, nei fatti operano nella pubblica amministrazione. Almeno, la maggior parte di loro.
Per questo, ci siamo impegnati in questo senso e va riconosciuto che sia il governo che il parlamento regionali si sono dimostrati sensibili alle richieste di parte sindacale. Si è quindi riusciti a dare vita ad un tavolo permanente per la stabilizzazione di questi lavoratori, per riconoscere loro, tra l’altro, una carta dei diritti. Gli altri obiettivi sui quali intendiamo impegnarci adesso sono: il passaggio alle pubbliche amministrazioni anche degli Asu che sono impiegati nelle cooperative private e la storicizzazione della spesa in modo che il pagamento dei loro stipendi passi permanentemente a carico della Regione e non dei comuni le cui risorse sono spesso limitate”.
Per Danilo Borrelli, segretario della Uil Temp Sicilia, “si tratta di un importante punto di partenza per gli Asu che speravano da anni di venire stabilizzati e per questo ringraziamo anche chi si è impegnato a livello istituzionale. Però, una volta espletato tutto il percorso di stabilizzazione, noi saremo subito pronti a lottare perché aumentino le ore di lavoro nelle quali vengono impiegati perché lo meritano visto il ruolo è essenziale che ricoprono negli enti pubblici. Il nostro obiettivo, adesso, è quello di arrivare ad un contratto full time per questi lavoratori”.
Oltre ai 39,4 milioni di euro già stanziati, come negli anni precedenti, il governo regionale ha aggiunto 10 milioni di euro per il 2021 per il pagamento del sussidio; per il 2022 saranno stanziati in totale 54 milioni di euro ed altri 54 mln per il 2023. Come emerge da un comunicato congiunto delle Funzioni pubbliche Cgil, Cisl e Uil gli Asu sono così suddivisi nelle province dell’Isola: a Messina 1538, a Palermo 840, ad Agrigento 648, a Trapani 627, a Ragusa 331, a Catania 197, a Siracusa 133 così come a Caltanissetta, Ad Enna 124.
Roberto Pelos