All’indomani delle elezioni regionali, il dibattito politico sembra prendere velocità sul tema della riforma della legge elettorale. È una questione che da tempo occupa il Parlamento, soprattutto in relazione ai cambiamenti costituzionali che la maggioranza sta promuovendo. Tra questi, spicca il premierato, che richiede un sistema di voto coerente con l’elezione diretta del presidente del Consiglio prevista nella riforma.
Attualmente, l’Italia utilizza diversi meccanismi elettorali a seconda del tipo di istituzione da eleggere: Parlamento, amministrazioni regionali e comunali, e Parlamento europeo. Si tratta di un mosaico di norme che negli anni è stato più volte modificato e che oggi alterna sistemi proporzionali, maggioritari e modelli misti.
Elezioni politiche: il Rosatellum
Per Camera e Senato è oggi in vigore il Rosatellum (Legge n. 165/2017), un sistema misto a prevalenza proporzionale con una componente maggioritaria. È l’opposto del Mattarellum, utilizzato dal 1993 al 2005, in cui l’uninominale maggioritario copriva il 75% dei seggi.
Tra queste due leggi c’è stato anche il periodo del Porcellum (legge Calderoli del 2005), un proporzionale con un ingente premio di maggioranza, soglia al 4% per i partiti e al 10% per le coalizioni. Il Porcellum introduceva inoltre le liste bloccate, senza voto di preferenza.
Come funziona il Rosatellum
Con il Rosatellum:
- 3/8 dei seggi (147 alla Camera e 74 al Senato, compresi quelli di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige) vengono assegnati con metodo maggioritario in collegi uninominali.
- I restanti 5/8 (245 deputati e 122 senatori) sono distribuiti proporzionalmente in collegi plurinominali.
- Per il Senato le circoscrizioni sono 20 e coincidono con le regioni; per la Camera sono 28.
- Ogni elettore vota con un’unica scheda, che riporta:
- il candidato dell’uninominale,
- i simboli delle liste collegate,
- i nomi dei candidati del plurinominale.
- Nella parte proporzionale risultano eletti i candidati della lista in base all’ordine di presentazione.
- Nella parte maggioritaria vince il candidato che ottiene più voti nel collegio.
- Il 2% dei seggi (8 deputati e 4 senatori) è assegnato agli italiani all’estero tramite proporzionale.
Soglie di sbarramento:
- 3% nazionale per le liste,
- 10% per le coalizioni,
- eccezioni per le minoranze linguistiche.
Elezioni regionali
Il sistema elettorale per le regioni non è uniforme: ogni regione ha una propria legge. In generale, prevale un proporzionale con premio di maggioranza per assicurare stabilità e l’elezione diretta del presidente della regione. In alcune regioni, come il Veneto, gli elettori possono ricorrere al voto disgiunto, scegliendo un presidente e una lista non collegata. L’elezione avviene in un solo turno, con premio di maggioranza alla coalizione vincente.
Elezioni comunali
Per i Comuni si adottano regole differenti in base alla popolazione:
- Nei comuni con oltre 15.000 abitanti:
- si vota con un sistema maggioritario a doppio turno;
- se nessuno raggiunge il 50% al primo turno, si va al ballottaggio;
- è previsto un premio di maggioranza per la coalizione del sindaco eletto.
- Nei comuni sotto i 15.000 abitanti:
- il sindaco è scelto in un turno unico;
- vince semplicemente chi ottiene più voti.
Elezioni europee
Il Parlamento europeo viene eletto ogni cinque anni con un proporzionale che prevede:
- soglia di sbarramento al 4%,
- possibilità di esprimere preferenze,
- ripartizione dei seggi su un collegio unico nazionale,
- presentazione delle liste suddivisa in 5 grandi circoscrizioni territoriali.
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