PALERMO – Il giorno dopo l’approvazione all’Ars della prima legge sul diritto allo studio, si registrano numerosi commenti provenienti non solo da esponenti politici. L’Unione degli studenti lo considera un traguardo storico: “Dopo anni di lotte e mobilitazioni gli studenti sono riusciti a far valere i propri diritti – Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale del movimento -. La Sicilia, con tassi di dispersione scolastica che raggiungono il 30%, era l’unica Regione a non avere una legge regionale per il diritto allo studio. Proprio per questo attraverso la campagna I diritti non si isolano, partita nel 2016, le studentesse e gli studenti si sono mobilitati per richiedere investimenti nell’edilizia scolastica, un piano di trasporto pubblico efficiente, la gratuità dei libri di testo e il pieno accesso nei luoghi della cultura e della formazione – continua Giulia Biazzo – è sicuramente un grande vittoria ma che deve vedere ingenti finanziamenti per poter dare delle risposte reali ai bisogni delle studentesse e degli studenti, altrimenti rimane solo carta straccia”.
Biazzo sottolinea peraltro che la legge non fornisce alcuna risposta concreta ai bisogni degli studenti universitari. “Nella regione – ha detto Alessio Bottalico , coordinatore nazionale di Link, Coordinamento universitario – con il più alto numero di idonei non assegnatari viene introdotto il prestito d’onore, una pericolosa misura che ha già causato in altri Paesi l’esplosione di bolle speculative e che rischia in Sicilia di produrre generazioni di studenti travolti dai debiti, anziché garantire loro prospettive concrete per il futuro. La lotta non è ancora finita fin quando non vedremo i finanziamenti su temi cruciali come i trasporti e politiche concrete sulla scuola e sull’università che garantisca un modello radicalmente alternativo”.
Positivo il commento di Giovanni Puglisi, Rettore Kore e presidente Cru Sicilia, che ha detto che l’approvazione di questa legge porta l’Isola a “livello dei sistemi regionali delle altre parti d’Italia”.
“La novità emerge da due circostanze – spiega Puglisi – la Sicilia, Regione a statuto speciale, ha sempre avuto competenza esclusiva in materia di Diritto allo studio e solo adesso, per iniziativa di questo Governo regionale, ha varato per la prima volta una legge organica; in secondo luogo, perché questa legge per la prima volta consente di avviare un discorso politico e amministrativo insieme, che possa garantire interventi strutturali a favore dei giovani siciliani e iniziative di sostegno allo sviluppo delle strutture e delle attività di supporto ad ogni forma e livello di istruzione”. Puglisi ha esortato il governo regionale a nominare al più presto i presidenti degli Ersu che così entreranno in funzione insediando i consigli di amministrazione, composti da docenti e studenti. “Indispensabile, era la legge – ha concluso Puglisi – assolutamente improcrastinabile è la sua attuazione”.
Contrario alla legge il Movimento Cinquestelle all’Ars. “Una legge praticamente inutile che non cambia di una virgola i problemi della scuola e degli studenti”, hanno scritto in una nota i deputati M5S, componenti della commissione Cultura dell’Ars (Di Caro, Di Paola, Schillaci e Trizzino) motivando in questo modo l’astensione del proprio gruppo in occasione del voto sul ddl diritto alo studio. Secondo i Cinquestelle la legge non fornisce concrete soluzioni, soprattutto perché non prevede copertura finanziaria. “Il governo Musumeci – spiegano i deputati – ha cassato ogni nostra proposta che era frutto di incontri e concertazione con i comitati studenteschi e gli operatori del mondo della scuola. In questa legge non ci sono soluzioni per i problemi infrastrutturali, non ci sono soluzioni per le questioni abitative, non ci sono soluzioni per i pendolari. Zero tagliato”. “Il ddl di Lagalla è una sorta di libercolo con una serie di linee guida di una scuola ideale, ma – affermano – senza soluzioni concrete e interventi per realizzarli. Morale, l’assessore Lagalla si assume la responsabilità di dilatare la frattura tra il governo regionale e il mondo della scuola. Una scelta su cui noi non vogliamo avere responsabilità alcuna”.
Claudio Fava sottolinea che “non può sfuggire come alcune misure previste richiedano risorse adeguate, e su questo ci impegneremo già nei prossimi giorni, ma ci sono norme che senza oneri economici realizzano delle misure sociali fondamentali, come il diritto allo studio per i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, il contrasto a forme di discriminazione, il diritto ai trasporti, il contrasto alla povertà educativa, maggiore vigilanza sull’alternanza scuola lavoro”.

