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Guerra Ucraina, lettera spia russa, “Rischio attentato terroristico in Russia”

Guerra in Ucraina, arriva la terza lettera della spia russa che nei giorni scorsi aveva già reso noto il concreto pericolo di una Terza guerra mondiale. Oggi nuovi dettagli sulle operazioni di Putin e sui conflitti interni in Russia.

La Russia in difficoltà e l’eventuale attacco nucleare

Nella guerra tra Russia e Ucraina “cercherò di essere il più conciso possibile: le forze e i mezzi esistenti sono insufficienti non solo per conquistare l’Ucraina ma neppure le città chiave. Non ci sono forze sufficienti nemmeno per un completo accerchiamento, non parliamo poi di un assalto”. Lo scrive una presunta ‘talpa’ dell’Fsb, i servizi di sicurezza russi, in una nuova lettera inviata a Vladimir Osechkin, attivista dei diritti umani in esilio, osservando che l’arsenale di Mosca include “armamenti che non sono stati ancora attivati, ma il cui utilizzo pone problemi”.

Il riferimento è – spiega – a un eventuale “attacco nucleare locale che non risolverà il problema militare, ma anzi aggiungerà problemi”. Si può agitare questo spauracchio “per cercare di spaventare” l’opinione pubblica, ma è uno strumento che pone “enormi rischi. E sebbene la situazione sia ormai oltre i limiti della logica e del buon senso – aggiunge – spero ancora che non venga fatta alcuna stupidaggine” di questo tipo.

Inutile pensare poi a un attacco nucleare su larga scala: “Anche supponendo che sia tecnicamente possibile che tutti gli anelli della catena di comando eseguano tutti gli ordini (ma non ci credo più)” questa mossa non avrebbe “ancora senso” visto che esporrebbe l’intera Russia a una apocalittica ritorsione.

Le armi termobariche

Quanto al ricorso ad armi termobariche e super-proiettili l’autore della lettera riconosce che “l’onda d’urto di tali esplosioni, insieme alle case di Kiev, distruggerà anche la neutralità di tutti gli altri paesi (India, Cina, mondo arabo, America Latina) nei nostri confronti”. Anche perché – aggiunge – “bisognerà iniziare a cercare una giustificazione per questo ‘genocidio’ “.

Il rischio di terrorismo in Russia

Per distrarre l’attenzione dal fallimento dell’invasione dell’Ucraina a Mosca “la minaccia di atti di terrorismo sta aumentando rapidamente“, l’allarme lanciato dalla presunta ‘talpa. Nella lunga missiva – di cui non è possibile verificare l’attendibilità, ma che è giudicata credibile, come le precedenti – si evidenziano i fallimenti e gli errori di giudizio compiuti da Mosca e si afferma chiaramente il rischio che qualcuno possa decidere di ricorrere a ‘manovre diversive’: “Quello che viene chiamato un ‘attacco terroristico nazista’ potrebbe distogliere l’attenzione” o comunque “giustificare una permanenza molto più lunga delle truppe russe sul territorio ucraino”.

Ma questa prospettiva, aggiunge la fonte, potrebbe anche fornire a Mosca una scusa per spiegare “il possibile ritiro” dall’Ucraina.

Resta il nodo di chi potrebbe portare avanti questa operazione di ‘false flag’. La fonte spiega come – anche all’interno di una stessa agenzia – “non significa che tutti siano a conoscenza di tutto” e quindi che una simile operazione potrebbe essere condotta all’interno dello stesso Fsb senza che nessuno – a parte chi la ordina e chi la compie materialmente – ne sia consapevole.

La fonte tende tuttavia ad escludere un coinvolgimento del Fsb (“sono sicuro che impediremmo” questi attentati, anche se, spiega, “va di moda accusarci di tutto”) e ricorda come ci siano “altre agenzie e altri dipartimenti, soprattutto militari, che trarrebbero grande vantaggio da un simile sviluppo”.

Strage Donetsk: “Kiev nessuna colpa”

Per l’attacco missilistico su Donetsk che il 14 marzo ha ucciso 20 persone, “in base a una serie di indicazioni e di fatti indipendenti, si può affermare con quasi assoluta certezza che dietro il lancio non c’era Kiev”, ammette la presunta ‘talpa’.

“Comprendere questo attacco missilistico aiuterà anche a comprendere ulteriori prospettive con il rischio di attacchi terroristici” condotti nella stessa Russia da fonti ‘interne’ ma la cui responsabilità – come nel caso di Donetsk – verrebbe attribuita agli ucraini, nel tentativo di incrinare il fronte di solidarietà verso Kiev: una prospettiva – secondo la fonte dei servizi – tutt’altro che remota.

“Zelensky ha mandato in frantumi il piano di Putin”

Dopo l’attacco a Kiev, a mandare in frantumi i piani dei russi è stato anche “il comportamento inaspettato di Zelensky, al quale nessuno era pronto, scrive ancora la presunta ‘talpa’, osservando come Mosca puntasse sulla sua presunta mancanza di credibilità, presentandolo come “un tossicodipendente e un comico”: invece dal presidente ucraino è arrivato “un comportamento dissonante”, da leader di un paese che combatte.

Il tutto, sottolinea, mentre in Russia “non avevamo una risposta simmetrica: Putin, mantenendo le distanze anche dalla sua cerchia più vicina, sembrava a qualsiasi osservatore esterno molto più ‘perso’ di Zelensky, e non avevamo nostre figure carismatiche per controbilanciare la trasmissione costante di personaggi ucraini”.

“Negli ultimi giorni la Russia ha costruito un proprio modello mediatico, ma era troppo tardi e inoltre nel campo dei media per definizione abbiamo più difficoltà rispetto a professionisti dello spettacolo”, come Zelensky, spiega la ‘talpa’.