Home » Fisco » Lettere di compliance dall’Agenzia delle Entrate per segnalare (e sanare) le presunte irregolarità

Lettere di compliance dall’Agenzia delle Entrate per segnalare (e sanare) le presunte irregolarità

Lettere di compliance dall’Agenzia delle Entrate per segnalare (e sanare) le presunte irregolarità
Agenzia delle Entrate

Al fine di una regolarizzazione sono stati messi a disposizione dei contribuenti i dati ritenuti non coerenti

ROMA – Le interazioni tra fatture elettroniche, corrispettivi telematici e dichiarazione Iva sembra stiano iniziando a dare i loro frutti. Questa volta non si tratta di accertamenti con richiesta di tributi e sanzioni, ma di segnalazioni di presunte irregolarità che, se condivise dai contribuenti destinatari, potrebbero consentire la regolarizzazione della loro posizione, eventualmente anche presentando una dichiarazione integrativa, ma comunque fruendo dell’istituto del “ravvedimento operoso” che, come è noto, è tanto più conveniente quanto prima si esegue la regolarizzazione col pagamento del tributo, della sanzione ridotta e degli interessi.

A questo scopo, l’Agenzia delle Entrate, con il Provvedimento del 9 ottobre 2025, ha messo a disposizione dei contribuenti soggetti passivi Iva con dati non coerenti, le informazioni derivanti dal confronto tra: i dati fiscali delle fatture emesse per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti, stabiliti o identificati nel territorio dello Stato e verso le Pubbliche amministrazioni; i dati dei corrispettivi giornalieri memorizzati elettronicamente e trasmessi telematicamente all’Agenzia delle entrate ai sensi dell’articolo 2 del Dlgs. n. 127 del 2015; i dati indicati nella dichiarazione annuale Iva, da cui risulterebbero delle anomalie dichiarative per il periodo di imposta 2023.

Ciò per una valutazione, da parte dei destinatari delle segnalazioni, della correttezza dei dati in possesso dell’Amministrazione finanziaria e consentire a loro di poter fornire elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti in grado di giustificare la presunta anomalia.

Le stesse cennate informazioni sono rese note pure al domicilio digitale dei singoli contribuenti e sono pure consultabili all’interno dell’area riservata del portale informatico dell’Agenzia delle Entrate denominata “Cassetto fiscale” e dell’interfaccia web “Fatture e corrispettivi”, in cui sono resi disponibili, tra l’altro il protocollo identificativo e la data di invio della dichiarazione Iva, per il periodo d’imposta oggetto di comunicazione, per la quale risultano delle anomalie; la sintesi dei dati indicati nella dichiarazione annuale, comprese le operazioni effettuate in regime di “reverse charge”; il totale delle operazioni comunicate all’Agenzia delle Entrate telematicamente tra cui l’ammontare complessivo dei corrispettivi giornalieri per operazioni imponibili, distinto per “matricola dispositivo Rt”.

Dopo gli opportuni controlli della propria posizione e della propria contabilità, il contribuente, riscontrata la correttezza dei suoi comportamenti, la segnalerà all’Agenzia, anche presentendo documentazione giustificativa. Oppure, come si diceva prima, potrà procedere alla regolarizzazione fruendo del “ravvedimento operoso”. Queste comunicazione possono essere fatte anche attraverso un intermediario abilitato, anche avvalendosi del canale Civis.