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VIDEO | La lezione sul giornalismo d’inchiesta di Sigfrido Ranucci: “Se ce l’ho fatta io può farcela chiunque”

Alessia Lo Monaco
Alessia Lo Monaco

“Catania ha sempre il senso di eterna incompiuta.” Esordisce così Sigfrido Ranucci, giornalista, autore e conduttore di Report presente a Catania per la presentazione del libro La Scelta”, pubblicato nel gennaio del 2024 e che vanta oltre 50 mila copie vendute. 

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La tappa di Catania fa parte di un tour che lo vedrà in giro per tutta l’isola per incontrare tanti studenti e aspiranti giovani che sognano un giorno di diventare giornalisti proprio come lui. L’evento, organizzato al Teatro Angelo Musco di Catania dal Leo Club Catania Val Dirillo, in collaborazione con la Libreria Cavallotto e l’Associazione Ex Alunni Leonardo da Vinci, ha visto al centro del dialogo proprio il giornalismo d’inchiesta.

Ranucci: “Catania città entusiasmante ma ho già trovato una contraddizione”

“La gioventù di Catania è entusiasmante – ha continuato Ranucci -. Tra Aci Castello e Acitrezza ho già trovato la contraddizione di questa città con il lungomare interrotto da un lido. Catania è una tra le città d’Italia che merita l’impegno di ognuno di noi per mantenere alta l’asticella della libertà di stampa e tutelare il valore del diritto di essere consapevole e informato. E, in questo, sono fondamentali le figure del giornalista perché siamo degli anticorpi periferici. È una figura da rafforzare per intercettare il male prima che vada in corpo.”

In una sala piena, Ranucci ha raccontato il percorso che lo ha portato ad affermarsi nel mondo del giornalismo ma anche tutte le esperienze da inviato. Nel 2001 a New York per seguire l’attentato alle Torri Gemelle, nel 2004 a Sumatra per lo tsunami. Ma anche quelle da inviato di guerra dei Balcani e in Medio Oriente dove ha realizzato inchieste sulla violazione dei diritti umani e l’utilizzo di armi non convenzionali. O la denuncia per l’uso del fosforo bianco in Iraq da parte degli Usa.

“Bisogna crederci e avere coraggio per fare questo mestiere”

Una platea piena anche di ragazzi che hanno poi avuto la possibilità di poter rivolgere domande e osservazioni per capire e comprendere anche quali passi muovere per poter diventare dei bravi giornalisti: “Bisogna crederci e avere coraggio. Per fare questo mestiere è importante la determinazione e il rigore, bisogna portare valore aggiunto e oggi è molto più complicato rispetto al passato. Le nuove generazioni hanno grande difficoltà nel fare slalom tra le fake news sui social e l’impreparazione dei colleghi anche in nobili testate. Da questa situazione se ne esce con il premiare in Italia i giornalisti indipendenti, coraggiosi, preparati e coerenti per poter così creare affidabilità.”

Ne “La Scelta” non sono presenti soltanto alcune delle inchieste più celebri di Ranucci ma anche e soprattutto, molto dello stesso autore e delle scelte che ha fatto nei vari anni.

“Il libro – ha dichiarato Ranucci ai nostri microfoni – nasce dall’idea di voler testimoniare l’impegno quotidiano nella resilienza che si impiega nel mantenere alta l’asticella della libertà di stampa. È un omaggio alle persone che hanno contribuito alla mia formazione professionale ma anche quella umana. Ed è un omaggio anche a tutti quei personaggi che sono rimasti nell’ombra e che sembrano usciti da un romanzo ma che hanno avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione di alcune inchieste straordinarie. Il libro ha anche una morale, ovvero che se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque a sopravvivere agli attacchi e ai tentativi di delegittimazione. Sottolinea l’importanza di difendere un valore inalienabile per l’uomo quale la libertà di stampa e la libertà di essere informati.”