Vittorio Coda ha inquadrato perfettamente i concetti di strategia e approccio strategico, secondo la migliore scuola internazionale e italiana contemporanea.
Mi riprometto di illustrare: che le radici della scuola italiana sono antiche e preziose; che se il pensiero strategico ha trovato il più sistematico inquadramento nella moderna teoria d’impresa, esso non è certo limitato a questo mondo ma ha radici molto più antiche e trasversali, che sono patrimonio comune e di interesse generale; che vi sono alcuni principi strategici di base che non appartengono a questa o quella scuola ma che sono patrimonio comune.
Per trattare adeguatamente tutti questi temi non sarebbe sufficiente un intero corso universitario. Ma io preferisco toccarli tutti sia pure superficialmente come spunto e stimolo di riflessione.
I libri fondamentali di pensiero strategico ci portano molto lontani nel tempo e sono libri di filosofia, di storia, di letteratura, di guerra. Il più importante resta “L’arte della guerra” scritto circa 2500 anni fa da Sun Tzu, generale filosofo cinese. Il trattato espone una “filosofia della lotta” in cui la suprema abilità consiste “nel piegare il nemico senza combattere la guerra”. Come? Con la strategia e con il pensiero strategico. Anche nel corso della Seconda guerra mondiale il libro del Maestro Sun Tzu ha avuto larga diffusione. Il generale inglese Montgomery che sconfisse l’armata tedesca di Rommel in Africa era un fedele lettore e seguace di Sun Tzu. I vietnamiti nella vittoriosa guerra contro i francesi e gli americani lo seguirono largamente. Ma sin dall’antichità la teoria del maestro Sun Tzu era considerata non solo una guida militare ma una valida guida per il management e la competizione economica. Molte nuove edizioni del trattato vengono distribuite ogni anno a Hong Kong, Singapore, Taiwan come testo utile per il management e la strategia di aziende commerciali. Non posso trattenermi oltre su questo testo fondamentale, ma per sottolineare ulteriormente la sua forza e la sua importanza posso ricordare che per secoli la libera lettura e detenzione del libro era proibita a normali cittadini in Cina; potevano detenerlo solo i funzionari dello Stato e i membri delle scuole militari che avevano l’obbligo di leggerlo.
Qualcosa del genere successe nell’Urss di Stalin dove la circolazione del libro era ammessa solo nelle scuole militari. Per il nostro tempo, io lo considero una lettura indispensabile a chiunque voglia interessarsi seriamente di strategia competitiva e di principi fondamentali di buona organizzazione.
Un altro libro fondamentale, questo della scuola occidentale, è l’Economico di Senofonte (scritto intorno al 400 a.C. quasi contemporaneamente quindi al libro del Maestro Sun Tzu). Esso è sempre stato considerato un trattatello modesto, sia sotto un profilo filosofico, che letterario, che economico. La verità è che è stato letto e criticato da letterati, filosofi, economisti generali che non conoscevano la materia del libro. Infatti l’Economico di Senofonte non è un libro di filosofia, né di letteratura, né di economia generale. È un libro di management, il primo libro di management della storia occidentale e come tale, è molto importante. Sul piano strategico e in particolare della strategia del personale contiene tanti principi preziosi che io vorrei fossero meglio conosciuti e praticati da tanti HR del nostro tempo.
continua…