Libri, risate e riflessioni sulle fake news al PataPata con Pira e Moncada - QdS

Libri, risate e riflessioni sulle fake news al PataPata con Pira e Moncada

redazione web

Libri, risate e riflessioni sulle fake news al PataPata con Pira e Moncada

venerdì 28 Agosto 2020

Con questo settimo appuntamento si è conclusa, con una serata brillante, condotta tra rigore scientifico e ironia, la rassegna culturale “Autori & Libri – Conversando a Sampieri”. Protagonista è stato il "manuale semiserio" di Francesco Pira e Raimondo Moncada

Con le fake news , le “bufale”, dobbiamo proprio convivere?

Come individuarle ed evitarle?

Che cosa devono fare i giornalisti per non incappare in infortuni che condizionano in modo decisivo comportamenti errati nella pubblica opinione?

Se ne è discusso al PataPata nel settimo e ultimo appuntamento di “Autori & Libri – Conversando a Sampieri”, nel Modicano,presentando “Fake News, manuale semiserio di sopravvivenza contro le bufale” (Edizioni Medinova) di Francesco Pira, professore di Sociologia della comunicazione e giornalismo dell’Università di Messina, e del giornalista/attore Raimondo Moncada, che hanno conversato con il collega Bartolo Lorefice.

Una presentazione
animata dall’incontenibile animo comico di Raimondo Moncada che ha “obbligato”
il moderatore a gestire un doppio livello nella discussione: quello comico e
quello accademico, le battute e il sarcasmo, Baumann e l’”esagono delle fake
news”.

Il testo si compone di due parti. La prima, a cura del prof. Pira, studia il fenomeno dal punto di vista scientifico, analizzando punti di forza e di debolezza, introducendo possibili vie per immunizzarsi dal “contagio del falso” e provare a uscire dalla “bolla dei social”. Analisi condotta partendo da risultati scientifici frutto di anni di ricerca da parte dello stesso prof. Pira.

La seconda, scritta da Raimondo Moncada, è uno straordinario esercizio di stile di scrittura giornalistica, ovvero la redazione di una “rassegna stampa di fandonie”, una lunga sfilza di adorabili “fake news” che fanno sorridere e riflettere su quanto siamo creduloni, con una narrazione iperbolica, paradossale e altamente verosimile. 

Le “notizie false”, da quanto è emerso dalla discussione di ieri sera, sono scritte bene per apparire credibili e i fruitori sono soprattutto gli over 60.

E il 65% di chi le pubblica non sente il bisogno di smentirle.

Dove si annidano le fake news? Negli argomenti che ruotano attorno all’economia, la scienza e la politica. Quelle della politica hanno un effetto rapidissimo e devastante, perché non c’è desiderio più forte da parte della pubblica opinione che attribuire comportamenti sbagliati (se non immorali) ai protagonisti di quel mondo.

Le “fake” hanno alimentato anche una guerra tra mondi: stati che hanno ingaggiato esperti informatici globali per accusar altri stati, al fine di depotenziarne i settori trainanti dell’economia vedi turismo, qualità della vita, pubblica incolumità e sicurezza.

Altro fulcro della
discussione al tramonto di ieri è stato il “vetrinismo”, ovvero la nuova frontiera
nell’era delle “auto-comunicazioni di massa”, animata da esuberanti
protagonisti che il sistema dell’informazione mette bene in evidenza: la
ragazza bionda che sta a cavalcioni sulla testa della statua di Andrea
Camilleri piuttosto che la foto della bimba di Totti che, seppur con il viso
coperto, viene pubblicata sulla copertina di un settimanale di gossip mentre
indossa un “costume da grande”.

La cornice delle Fake
News perimetra gli strumenti per veicolarla. Si tratta dei profili falsi. Su un
campione d’indagine di 1868 ragazzi che opera sui social più in voga il 67% ha
dichiarato di smanettare su questi profili farlocchi con tutto ciò che ne
consegue.

“Fake News – manuale
semiserio di sopravvivenza contro le bufale” indica la via verso un necessario
“giornalismo etico” e professionale in grado di rimettere al centro la persona
e i suoi diritti, e non gli interessi economici.

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