L’Aie ha certificato una diminuzione del fatturato del 7% nei primi nove mesi del 2020. Per recuperare si spera nelle festività visto che, per il momento, le librerie restano aperte
ROMA – Un libro a Natale è sempre un regalo bene accetto, e in questo momento di stasi e di attesa, concentrarci sui regali aiuta sia chi li fa sia l’editoria. Un pensiero del genere può anche essere un gesto di vicinanza e sostegno ad un settore che, come tanti altri, ha pesantemente risentito di questo periodo di crisi legato all’emergenza coronavirus.
I dati raccolti nei primi 9 mesi di quest’anno da Aie, l’associazione italiana degli editori, raccontano una realtà per nulla confortante. La pubblicazione di libri si è mantenuta in media abbastanza costante, tra cartacei che diminuiscono ed e-book che aumentano: dopo la ovvia caduta nel periodo del lockdown, i tradizionali libri di carta stanno subendo al momento una flessione, rispetto allo scorso anno, del 13%, recuperato per intero dalla nuova dimensione della scrittura, quella in e-book, che hanno continuato a venir fuori anche nelle settimane di chiusura.
Il fatturato, dall’altro lato, registra un calo, rispetto ai primi 9 mesi del 2019, di circa il 7%, valore che rappresenta il lento recupero avvenuto nei passati mesi estivi della caduta verticale dei guadagni della scorsa primavera, ma che rischia di venire vanificato dalle nuove restrizioni sempre più stringenti. I confronti degli andamenti del mercato nei canali trade al 18 aprile, all’11 luglio e al 27 settembre rispetto all’anno precedente, sono altrettanto poco confortanti anche se la contrazione va sempre più assottigliandosi.
Nel primo step si segnava una perdita del 20%, per effetto di vendite attestatesi a 363 milioni di euro contro i 453 dello stesso periodo dello scorso anno; nel secondo step il calo si è fermato all’11% (533 milioni di euro di fatturato contro 600), nel terzo il segno meno si è attestato al 7% (850 milioni contro i 914).
Un vero peccato se si considera che al contrario il 2019 aveva fatto vedere segnali confortanti: con un fatturato di 3,037 miliardi di euro, aveva chiuso lo scorso anno in area positiva, in crescita del 2,8% rispetto all’anno precedente, consolidando il risultato del 2018 (+3,0%). Nel dato è compreso Amazon (stimato da Aie), il comparto educativo, il digitale e il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet), l’export di libri, ecc.
Questo risultato aveva inequivocabilmente confermato che, a parità di perimetro di mercato e al netto dei ricavi pubblicitari, della spesa per l’acquisto di hardware e dispositivi per l’accesso ai contenuti e dei contributi pubblici, l’industria editoriale resta una delle prime industrie culturale del Paese, scavalcata nel 2019 di appena 15 milioni da quella delle pay tv che hanno dalla loro gli abbonamenti ai maggiori eventi sportivi. Il comparto è sempre più proiettato verso l’estero: sempre nel 2019 si era conferma la crescita nella vendita di diritti, con un +8,7% rispetto al 2018. Risultati positivi erano stati registrati anche per il numero di imprese attive (+0,1%), ma con un lieve arretramento nel numero di titoli pubblicati (-0,8%), mentre il numero dei titoli commercialmente vivi (+0,5%) aveva raggiunto 1,2 milioni.
Ora si spera nel prossimo Natale tanto che è stata lanciata la campagna dal titolo “Pensaci subito, non fare le code. In libreria il Natale è già iniziato”. Questo il filo conduttore dell’iniziativa di Aie e dei librai di Ali Confcommercio per invitare i lettori ad andare nelle librerie (che tra l’altro, almeno per il momento, restano aperte anche nelle zone rosse) il prima possibile, senza attendere le code di Natale. Una scelta strategica, per cercare di recuperare quanto perso nell’anno 2020 rispetto all’anno precedente.