LICATA – Centinaia di agricoltori, commercianti e cittadini di Licata sono scesi in piazza per protestare per la mancanza di acqua, che da anni asseta la città, e priva migliaia di famiglie di un bene che dovrebbe essere garantito a tutti.
Ad organizzare la manifestazione il Movimento acqua Licata che chiede l’installazione di un dissalatore, così da poter usare l’acqua del mare per irrigare i campi e per l’uso domestico. “Siamo agricoltori e vogliamo essere messi nelle condizioni di lavorare dignitosamente, di avere acceso all’acqua tutti i giorni per irrigare i campi, abbeverare gli animali. La siccità sempre crescente in Sicilia ci sta lasciando letteralmente a secco, e l’unica soluzione per evitare di lasciare 35.000 persone senz’acqua è la costruzione di un dissalatore”, dichiara Angelo Consagra, presidente del Movimento acqua Licata.
Nei giorni scorsi il deputato regionale Angelo Cambiano ha presentato un’interrogazione parlamentare al fine di stimolare e promuovere l’impiego di dissalatori all’interno del territorio siciliano che possa mitigare l’annosa problematica dell’approvvigionamento idrico.
“La scarsità di risorse idriche rappresenta un gravissimo problema anche per il comparto agricolo – ha dichiarato Cambiano a margine della mobilitazione alla quale ha partecipato insieme ai sindaci di Licata e Palma di Montechiaro, rispettivamente Angelo Balsamo e Stefano Castellino -. Noi pensiamo che i dissalatori possano essere la soluzione al problema efficace per il trattamento dell’acqua marina, offrendo inoltre un’opportunità per contrastare la siccità e garantire un approvvigionamento idrico sostenibile”.
A raccogliere il grido d’allarme di molte cooperative anche la Legacoop Sicilia occidentale. “La crisi che colpisce i nostri invasi rischia di avere contraccolpi drammatici sulla produzione agricola siciliana. Come Legacoop, consideriamo positiva l’istituzione dell’unità di crisi ma serve un vero e proprio piano Marshall che sia nelle condizioni di reperire tutti gli aiuti e le misure in grado di sostenere agricoltori e allevatori da un lato e costruire una nuova politica idrica che sia di lungo respiro e parta dallo studio dei territori e dall’esigenza di capitalizzare quanto più possibile le poche risorse idriche a disposizione”. scrive il coordinatore Domenico Pistone.