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VIDEO | Licata, i deputati delle opposizioni visitano l’impianto rifiuti Omnia: “È una pericolosa bomba ecologica”

A quasi due anni dal devastante incendio che ha colpito l’impianto di stoccaggio rifiuti Omnia a Licata, nell’Agrigentino, lungo la statale 115, i rifiuti combusti risultano ancora ammassati ed esposti agli agenti atmosferici.

Oggi i deputati regionali Angelo Cambiano del M5S, Michele Catanzaro del Pd e Ismaele La Vardera di Controcorrente, hanno effettuato un sopralluogo, annunciato la settimana scorsa, presso l’impianto per verificare direttamente le condizioni dell’area che continua ad essere una potenziale bomba ecologica e un grave rischio per la salute pubblica.

I deputati: “Non possiamo accettare altri rinvii”

“Non possiamo accettare altri rinvii né l’indifferenza di chi avrebbe dovuto intervenire da mesi. L’impianto Omnia non è solo un problema locale, ma una ferita ambientale che riguarda l’intera Sicilia”, dichiarano i deputati La Vardera, Cambiano e Catanzaro. “Il sopralluogo di oggi, dicono i parlamentari, rappresenta un nuovo passo per chiedere con forza interventi immediati e una bonifica risolutiva: i cittadini meritano sicurezza, trasparenza e un territorio libero da rischi ambientali”.

L’inchiesta, la Procura ha chiesto le condanne per i quattro imputati

A margine delle indagini la Procura di Agrigento con il sostituto procuratore della Repubblica, Alessia Battaglia, ha avanzato la richiesta di condanna nei confronti di quattro imputati coinvolti a vario titolo nell’inchiesta sul maxi incendio doloso che ha devastato il deposito rifiuti della ditta Omnia a Licata.

Il pubblico ministero ha chiesto 16 anni e 6 mesi di reclusione per Carmelo D’Antona, 40 anni; 6 anni di reclusione ciascuno è invece la richiesta per Salvatore Giuseppe Barbera, 51 anni, di Campobello di Licata; Gioconda Stemma, 53 anni, di Campobello di Licata; per Maurizio Brancato, 50 anni, di Ravanusa, la richiesta è di 4 anni di reclusione. Gli imputati hanno scelto la via del rito abbreviato. Il procedimento è in corso davanti il giudice Alberto Lippini che dovrà peraltro pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di altri 12 imputati.

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