Il liceo scientifico di Partinico non sarà intitolato a Peppino Impastato, storico militante di Democrazia Proletaria ucciso dalla mafia nel 1978, né alla madre Felicia Bartolotta, come aveva stabilito il Consiglio di Istituto della scuola all’unanimità già a giugno 2022.
A negarlo è infatti la giunta di Pietro Rao, primo cittadino di Partinico, che alcuni giorni fa si è ufficialmente opposta all’intitolazione.
La giunta comunale ha infatti deciso tramite delibera che il nome della scuola rimane alla memoria Santi Savarino, ex-parlamentare e storico giornalista originario della città siciliana, in quanto ritiene di “dovere confermare l’attuale intitolazione anche nella considerazione che ciascun Comune deve lasciare alle nuove generazioni la memoria dei propri cittadini e delle personalità del territorio che si sono distinte per impegni sociali, scientifici culturali e per impegno politico”.
La scelta ha generato non poche polemiche non solo per la ferma opposizione politica alla scelta dell’Istituto, ma anche perché Santi Savarino, oltre che giornalista e scrittore, fu anche tra coloro che insieme con altre 300 personalità tra scienziati, politici e intellettuali, firmarono quel manifesto che fu l’origine delle leggi razziali volute dal regime fascista nel 1938.
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Secondo il sindaco “la figura di Santi Savarino per l’amministrazione comunale è fra le più alte personalità cui Partinico ha dato i natali, al quale anche la città di Roma ha intitolato una via cittadina e un istituto scolastico”. Cgil, Flc Cgil e diversi studenti promettono di scendere in piazza per dare battaglia a sostegno della loro scelta, in loro sostegno interviene anche la deputata regionale Valentina Chinnici.
“È incomprensibile e inaccettabile perché – sostiene Chinnici – con questa scelta l’Amministrazione comunale decide di continuare a onorare un fascista, sostenitore entusiasta delle leggi razziali, al posto di un militante antimafia e di una donna esempio di coraggio e amore per la libertà e la giustizia. È incomprensibile anche perché mortifica la volontà e la sensibilità espressa dal Consiglio di Istituto contrastando anche il primo parere, favorevole, dalla commissione prefettizia che guidava la città”.
La vicenda potrebbe però risolversi in favore del Consiglio di Istituto qualora questo riconfermi la propria volontà con una seconda votazione, in quanto stando alla legge sia il Comune che la Prefettura possono opporsi a una nuova decisione della scuola solamente qualora individuino circostanze di particolare gravità o che coinvolgano l’ordine pubblico.