L'impegno di Piantedosi per Catania: il ministro in aiuto a Trantino

L’impegno di Piantedosi per Catania: il ministro in “soccorso” del neo sindaco Trantino

L’impegno di Piantedosi per Catania: il ministro in “soccorso” del neo sindaco Trantino

Melania Tanteri  |
venerdì 09 Giugno 2023

Il ministro ha presieduto il Comitato per l'ordine e la sicurezza.

Un impegno, economico e logistico, per aumentare la sicurezza, reale e percepita, a Catania, ma anche nelle altre aree urbane dove si stanno verificando sempre più fenomeni violenti. Oltre all’aumento del numero delle forze dell’ordine, alla videosorveglianza e alla necessità di riunirsi ogni qualvolta i fenomeni lo richiedano.i

Il ministro Piantedosi a Catania

È quello che ha preso il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che, oggi pomeriggio, rispondendo prontamente all’appello del neo sindaco Enrico Trantino, ha presieduto il comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dalla prefetta Maria Carmela Librizzi e al quale ha preso parte lo stesso primo cittadino. “Sono contento di essere qui e aver concorso al battesimo di fuoco del nuovo sindaco a cui faccio gli auguri più sinceri per l’inizio di un importante mandato. La circostanza è stata utile per dare segnale di volontà rinnovata collaborazione con l’amministrazione locale e con la cittadinanza”.

Piantedosi e il nodo sicurezza

Il Ministro ha poi risposto alle domande dei cronisti, in particolare proprio sul contenuto del comitato e sulle soluzioni individuate per migliorare situazione e percezione in città. “Abbiamo fatto una ricognizione importante di quelli che sono i temi della sicurezza, qui a Catania, che, nonostante la specificità del contesto territoriale, non sono del tutto distanti dalle altre realtà di tipo metropolitano sul territorio nazionale – ha aggiunto. Abbiamo dato rassicurazioni al sindaco in termini di impegno per la sicurezza di carattere generale e la percezione della sicurezza che i cittadini hanno. Abbiamo fatto una ricognizione degli ambiti problematici, delle zone e dei fenomeni vari, che saranno affrontati più avanti, in altri comitati per ordine e sicurezza”

L’esercito e l’aumento delle forze dell’ordine

Pianificare servizi mirati, dunque, “sia per ottenere i risultati sia per dare segnali tangibili alla cittadinanza e  sui quali ho dato la totale disponibilità a sindaco e prefetto di ogni necessaria integrazione delle risorse che ci dovesse rendersi utile per dare il segno di rinnovato impegno” – ha proseguito il Ministro. Che, relativamente alle eventuali risorse umane aggiuntive ha specificato che non arriverà l’esercito. “Già c’è – ha continuato: Catania beneficia di una quota limitata di 16 unità di personale delle Forze Armate per il progetto ‘Strade sicure’, complementare a quello delle Forze di Polizia sul territorio”.

Piantedosi assicura nuove risorse

Ma in città, e non solo a Catania, dovrebbero arrivare risorse, sia umane che economiche. “Sono in corso, solo quest’anno, progetti e risorse del Fondo sicurezza urbana, circa un milione di euro di somme aggiuntive per implementare la videosorveglianza locale – ha sottolineato. Per quanto riguarda l’organico, abbiamo fatto un’analisi e, per quanto riguarda Catania, si parla di un incremento di qualche decina di unità aggiuntiva di forze dell’ordine entro fine anno”.

Sicurezza e movida

Infine, il capitolo Movida. Uno dei problemi che grava sulle città di Catania e Palermo e che sta rappresentando una vera criticità in termini di sicurezza. “Sono regolari fenomeni di tante altre realtà metropolitane – ha detto. Non possiamo spegnere le città e il loro fermento anche economico ma questi fenomeni possono conciliarsi con controlli serrati e interventi sui locali”.

Femminicidi: le parole del ministro

Infine, un cenno alla questione violenza sulle donne, di fronte alle recenti notizie di cronaca che evidenziano come sul fenomeno ci sia ancora tantissimo da fare.”Il provvedimento che riguarda l’inasprimento delle pene nei casi di violenza sulle donne, secondo me è molto importante – ha evidenziato. È chiaro che non basta solo un’azione repressiva o comunque di carattere penale. Questo tema riguarda problematiche di natura culturale che vanno affrontate. Insomma, la parte repressiva ci vuole, è doverosa ma ci vuole un progetto culturale complessivo per capire quali sono le cause – ha concluso –  e perché si inseriscono in un processo culturale di visione della donna come un oggetto”.

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