Lo scandalo dei Rotoli, mille bare accatastate e incuria totale - QdS

Lo scandalo dei Rotoli, mille bare accatastate e incuria totale

Lo scandalo dei Rotoli, mille bare accatastate e incuria totale

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lunedì 20 Settembre 2021

Lo dichiarano Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palermo ed Elisabetta Luparello responsabile Provinciale lega giovani , che nei giorni scorsi hanno visitato ancora una volta l'area documentandone lo stato

“Il cimitero dei Rotoli è ormai tristemente famoso in tutto il mondo per le quasi 1000 bare accatastate senza degna sepoltura. Ma questa non è che la punta dell’ iceberg di un sistema in abbandono e incuria complessivo che è purtroppo quotidiano.”

Lo dichiarano Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palermo ed Elisabetta Luparello responsabile Provinciale lega giovani , che nei giorni scorsi hanno visitato ancora una volta l’area documentandone lo stato di degrado.
“Nei campi di inumazione si trova di tutto – affermano – a cominciare da resti di sfabricidi e lapidi provenienti da vecchie sepolture dismesse, detriti vari e immondizia lasciata, sembra a casaccio, un po’ ovunque, anche fra i viali principali. Tutto questo, oltre ai segni del passaggio dei cinghiali, di cui si è già parlato.

Sembra quasi che in molti, a partire dal Sindaco e da chi deve curare la gestione del cimitero, abbiano dimenticato che sotto quella terra riposano, o meglio dovrebbero riposare i resti mortali di esseri umani, di nostri concittadini che non meritano, come non lo meritano le loro famiglie, questa inaccettabile situazione.

Mentre Orlando continua a vaneggiare, parlando di situazione in miglioramento, per l’ennesima volta lo invitiamo a visitare il cimitero, a rendersi conto di persona della realtà dei fatti.

In una città normale e con un sindaco politicamente civile, ci sarebbero già state le dimissioni, ma almeno finché è in carica, Orlando non continui a fare lo struzzo e venga immediatamente ai Rotoli a constatare con i propri occhi in che condizione ha abbandonato i defunti di Palermo concludono Gelarda e Luparello .”

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