Il faccia a faccia statunitense sembra però essere servito a risvegliare l’Europa dal suo torpore
Ha spiazzato tutti l’incontro avvenuto qualche giorno fa tra il presidente ucraino Volodymir Zelensky, quello americano Donald Trump e il suo vice J.D. Vance alla Casa Bianca. L’incontro era stato programmato per discutere un accordo per la cessione agli Stati Uniti di parte dei ricavi derivanti dallo sfruttamento delle risorse minerarie delle terre rare ucraine e valutare le prospettive di pace con la Russia. Ma il summit è rapidamente degenerato in quello che a tutti è sembrato un vero e proprio scontro dai toni accesi e inediti.
Accusato senza mezzi termini di voler “giocare con la possibilità di una Terza Guerra mondiale” senza aver in mano le carte, il presidente ucraino non è riuscito a contrattaccare ed è stato mostrato alla stampa nella sua debolezza. Ad alcuni commenti di Zelensky, che tentava di mostrare le foto sulla grave situazione dell’Ucraina causata dall’invasione della Russia, sia Trump, sia Vance hanno risposto duramente, alzando la voce, interrompendolo più volte e attaccandolo. Lo hanno rimproverato per non avere dimostrato gratitudine per il sostegno statunitense in questi anni di guerra, hanno criticato il modo in cui ha gestito l’esercito e hanno respinto i suoi avvertimenti sui rischi che comporta la Russia guidata da Vladimir Putin per gli Stati Uniti stessi.
Zelensky vuole una pace giusta
Nello scontro non c’è stato niente di corretto, ma è servito a risvegliare l’Europa e a far emergere le grandi differenze tra Zelensky e Trump sui rispettivi punti di vista sulla guerra. Zelensky vuole una pace giusta ed è disposto a combattere ancora, Trump vuole porre fine alla guerra stabilendo accordi con la Russia, evitando il pericoloso consolidamento dei rapporti Russia-Cina. E ha accusato il presidente ucraino di “giocare con la vita di milioni di uomini” e di rischiare la “Terza Guerra mondiale”, nel caso di un mancato accordo sulle terre rare.
Nel suo primo commento pubblico sulla vicenda, Zelensky ha comunque ricordato l’importanza di avere un confronto chiaro e diretto con Trump e la sua Amministrazione, in vista di un eventuale accordo sulla guerra che coinvolga anche la Russia. In un comunicato diramato sabato, Zelensky ha inoltre chiarito che per l’Ucraina è “fondamentale avere il sostegno di Trump”.
E mentre Trump ha commentato con alcuni giornalisti l’incontro affermando che Zelensky “vuole andare avanti a combattere, combattere e combattere” e che è difficile trovare un accordo, l’ucraino si è recato a Londra all’incontro con i rappresentanti di 16 Paesi euroatlantici, oltre a Nato e Unione europea.
I leader europei stanno lavorando insieme
Alla fine del summit il presidente Zelensky ha parlato di “forte sostegno all’Ucraina e al nostro popolo” da parte del vertice e ha aggiunto che i leader europei stanno lavorando insieme per creare “una base affidabile per la cooperazione con l’America per il bene di una vera pace e di una sicurezza garantita”. In effetti, il primo ministro Britannico Keir Starmer ha dichiarato che “il nostro punto di partenza deve essere quello di mettere l’Ucraina nella posizione più forte possibile ora, in modo che possa negoziare da una posizione di forza, e stiamo raddoppiando il nostro supporto”, e ha evocato un piano per “una pace duratura e giusta” per l’Ucraina, indicando gli Usa come partner “indispensabile”.
In seguito, il presidente francese Emmanuel Macron ha fatto sapere che Francia e Gran Bretagna hanno proposto una tregua di un mese in Ucraina “nell’aria, nei mari e nelle infrastrutture energetiche”.
Pina Travagliante
Professore ordinario di Storia del pensiero economico presso l’Università degli Studi di Catania