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Lo sviluppo dello Short Sea Shipping in Italia

Lo sviluppo dello Short Sea Shipping in Italia
Gruppo Grimaldi nave

Il trasporto marittimno di corto raggio tra le modalità più usate, specialmente per i rotabili

Quella di corto raggio, in inglese Short Sea Shipping, è una della modalità di trasporto marittimo più utilizzate dal nostro Paese per sviluppare le proprie catene logistiche. Secondo le analisi del Centro Studi SRM (collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), il Mediterraneo rappresenta la principale area dove viaggiano navi in Short-Sea. I dati parlano chiaro: i porti europei (EU27) hanno movimentato complessivamente 1,7 miliardi di tonnellate di merci, e di queste il 35%, ossia 595 milioni di tonnellate, sono passate da porti del Mare Nostrum.

L’Italia leader nel comparto navi in short sea

L’Italia, dal canto suo, è assoluto leader in questo comparto, con una quota di mercato del 40%, ossia poco più di 239 milioni di tonnellate di merci, sempre movimentate nel Mediterraneo. Seguono al secondo posto la Spagna con 117,6 milioni, e al terzo la Grecia con 81,6 milioni.

Una della modalità di trasporto in Short Sea Shipping in cui il nostro Paese è un’eccellenza assoluta è il Ro-Ro (roll-on roll-off), con navi che imbarcano e sbarcano di continuo tir, auto, veicoli commerciali e in generale ogni tipo di mezzo che si sposti su gomma, togliendolo dalla strada e favorendo così un trasporto più sostenibile, con riduzione di emissioni, traffico e incidenti. I più grandi armatori del nostro Paese hanno una spiccata propensione a investire in questa tipologia di rotte, che vanno sempre più sviluppandosi e sempre più diventano sinergiche con le politiche di sostenibilità che in questo momento l’Europa è chiamata a perseguire. A livello mondiale, è proprio di una compagnia italiana il primato tra gli operatori Ro-Ro attivi sulle rotte Short Sea: si tratta del Gruppo Grimaldi, con quartier generale a Napoli, una flotta di 140 navi e collegamenti marittimi che ormai raggiungono cinque continenti.

Il 2023 con dati di traffico merci con qualche difficoltà

Il Ro-Ro registra trend positivi anche in questo momento non facile per il trasporto marittimo, sul quale impattano anche i due eventi bellici in atto in Ucraina e in Medioriente. Se, in generale, la portualità italiana ha chiuso il 2023 con dati di traffico merci che segnalano qualche difficoltà, è il solo Ro-Ro a registrare un +0,4%, una crescita lieve ma comunque indicativa di forza e stabilità del settore, che lo scorso anno ha fatto muovere oltre 120 milioni di tonnellate di merci, il 26,6% di tutte quelle lavorate dai nostri scali.

E c’è di più: se consideriamo un periodo più lungo, precisamente tra il 2014 ed il 2023, l’ultimo Rapporto Annuale di SRM, recentemente presentato a Napoli, mostra una crescita del Ro-Ro del 42% (i container sono invece cresciuti del 10%), un dato che fornisce ancora meglio l’idea del peso crescente del settore per l’economia del nostro Paese.

Va considerato che, in un’ottica in cui le filiere logistiche vanno sempre più accorciandosi, il Ro-Ro può rappresentare il driver per la crescita futura dei parametri economici dell’Italia; catene di fornitura più brevi, insieme a fenomeni di reshoring (friendshoring, o nearshoring) potrebbero fungere da ulteriore stimolo al trasporto marittimo di corto raggio, rendendo ancor più importante disporre di un’efficienza logistica che possa raggiungere standard di eccellenza.

Il primo semestre 2024 continua a dare segnali positivi

I più recenti dati relativi al traffico del primo semestre 2024 continuano a dare segnali positivi: oltre 60 milioni di tonnellate di merci movimentate, con un aumento dello 0,3%; questo numero è ancor più significativo del dato evidenziato a fine 2023, poiché rappresenta la forte capacità del nostro trasporto marittimo e delle nostre filiere logistico-portuali di adeguarsi e resistere agli shock economici senza avere default che metterebbero il sistema manifatturiero del Paese in forti difficoltà operative. Ricordiamo, infatti, che l’Italia realizza via mare il 30% circa del proprio import-export, e quindi ha una proiezione internazionale molto legata al trasporto marittimo.

Un’Italia molto legata al settore del Ro-Ro

A livello statistico, va posto l’accento anche su altri elementi che descrivono un’Italia molto legata al settore del Ro-Ro: si pensi che nella classifica internazionale dei porti del Mediterraneo più votati a questo traffico, sono italiani 8 dei primi 10 scali. Inoltre, il comparto ha una sua natura internazionale, oltre che nazionale, con il 40% del Ro-Ro italiano che segue rotte internazionali: Turchia, Spagna e Grecia sono i Paesi più collegati con il nostro.

Molto forte la vocazione del settore alla sostenibilità

È inoltre molto forte la vocazione del settore alla sostenibilità. Uno studio condotto da ALIS (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) ed SRM ha mostrato come in Europa, grazie al Ro-Ro, in un anno 2,6 milioni di TIR e mezzi pesanti (su un percorso di 800 km mediamente coperti) sono stati sottratti dalla strada e trasferiti al mare, per un totale di 69 milioni di tonnellate di merci trasportate; ne consegue l’eliminazione di quasi 3 milioni di tonnellate di CO2, con un risparmio di costi per la comunità, in termini di esternalità, di circa 1,3 miliardi di euro.

In più, alcuni armatori stanno investendo in navi ecologiche sfruttando le tecnologie a disposizione e accelerando l’introduzione di nuove, con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale del trasporto marittimo. Anche su questo fronte, il Gruppo Grimaldi è leader a livello internazionale: grazie allo spirito pionieristico ed i costanti investimenti che da sempre ne guidano la crescita, la compagnia opera i suoi servizi Ro-Ro di corto raggio con navi moderne, il cui fiore all’occhiello è la nuovissima classe “Eco”, costituita da 14 navi – di cui 12 già in servizio e due in consegna tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo – che assicurano al tempo stesso elevata capacità – oltre 500 semirimorchi per viaggio – e rispetto dell’ambiente, aumentando notevolmente la qualità dei servizi di trasporto. Grazie all’innovativo design ed alle numerose tecnologie all’avanguardia di cui sono dotate, se paragonate alla precedente generazione di navi Ro-Ro, queste unità sono in grado di trasportare il doppio del carico, dimezzando le emissioni di carbonio durante la navigazione ed azzerandole durante le soste in porto.

In Sicilia movimentato complessivamente il 15% delle merci del Paese

I Porti dell’Italia meridionale hanno un ruolo prominente nell’ambito del trasporto di rotabili: da questi passa, infatti, il 52% complessivo del traffico italiano. Il Mezzogiorno ha dunque un importante peso sul sistema marittimo nazionale, e questo è un dato che va assolutamente considerato nel definire le direttrici di crescita del nostro Paese.

La Sicilia conta su tre Autorità di Sistema Portuale: Sicilia Occidentale, Sicilia Orientale e Stretto. Tutte insieme rappresentano in termini di merci movimentate il 15% del totale del Paese, con oltre 73,5 milioni di tonnellate di merci di varie categorie (container, Ro-Ro, rinfuse liquide e solide e merci varie), delle quali gran parte – il 39% sul traffico complessivo, per un totale di 28,9 milioni di tonnellate – sono proprio rotabili.

A trainare i risultati delle tre Autorità portuali siciliane sono rispettivamente gli scali di Palermo, con 7,5 milioni di tonnellate di rotabili movimentati, Catania, con 6,6 milioni di tonnellate, e Messina, con 6,7 milioni di tonnellate. Se andiamo ad analizzare il primo semestre del 2024, le tre autorità hanno totalizzato 14,5 milioni di tonnellate di merci rotabili movimentate, il 38,9% del dato nazionale, mostrando una stabilità sull’anno precedente: un dato confortante che mostra la solidità di un settore indiscutibilmente trainante per l’economia della Sicilia, che dispone di una importante filiera marittima. I dati di Unioncamere Tagliacarne (2024) collocano la regione al terzo posto per incidenza percentuale di imprese collegate al settore marittimo: sono in totale circa 28mila, oltre il 6% del totale delle imprese del territorio.

Considerando poi il più ampio settore della movimentazione di merci e passeggeri via mare, in Sicilia la filiera dell’economia del mare produce valore aggiunto per 1,4 miliardi di euro, facendone la quarta regione italiana nella classifica relativa a tale parametro.

I dati e le analisi forniscono un quadro di quanto sia importante oggi, per una regione ed un Paese che vogliono essere competitivi, avere collegamenti marittimi stabili e forti al servizio dell’industria e del turismo. Il Ro-Ro, con i suoi armatori e le sue filiere connesse, riesce ad assicurare sostenibilità ed efficienza, e i porti hanno tenuto i valori dei traffici su buoni livelli soprattutto grazie a questo settore, la cui prosperità è strettamente legata a quella dell’intera economia nazionale.

Un ultimo dato: negli ultimi anni, le dimensioni delle navi impiegate sulle rotte di corto raggio sono cresciute di circa il 20%. Ad esempio, le navi di classe Eco, che il Gruppo Grimaldi schiera già da anni sui propri collegamenti Ro-Ro di corto raggio – inclusi quelli da e per la Sicilia – sono dei veri e propri “giganti green”, lunghe 238 metri e larghe 34. Ciò rende prioritaria la definizione di progetti infrastrutturali e portuali mirati a creare sempre più banchine di accesso adeguate per permettere alle grandi navi di entrare e uscire agevolmente e rapidamente dagli scali. Crescenti sinergie tra progettualità privata e pubblica potranno così dare un’ulteriore spinta a un comparto marittimo che è già tra i principali ingranaggi del motore dell’economia regionale e nazionale.