Milano, 24 nov. (askanews) – La 2021 del Brunello di Montalcino, presentata in anteprima alla 34esima edizione di ‘Benvenuto Brunello’ che si è conclusa oggi, viene interpretata dal Master of Wine Andrea Lonardi come un’annata che segna un cambio di passo nella definizione dello stile della Denominazione. Una visione confermata dal presidente del Consorzio, Giacomo Bartolommei, che ha evidenziato ad askanews come gli assaggi abbiano restituito un profilo coerente con l’andamento climatico registrato da Brunello Forma, il prezioso sistema che integra dati climatici, analisi e degustazioni alla cieca, e che ha sintetizzato il millesimo 21 con tre aggettivi: ‘fragrante’, ‘definita’ e ‘verticale’. Si tratta dei tre termini che più sono emersi dal panel che l’ha degustata e che ha fatto emergere un equilibrio naturale fra concentrazione aromatica, alcol e tannini e, appunto, una verticalità coerente con l’identità del Sangiovese.
Lo studio ha coinvolto inizialmente la commissione del Consorzio per una sessione di degustazione interna a cui è seguito l’assaggio da parte di un panel di caratura internazionale composto da otto Master of Wine: Andrea Lonardi e Gabriele Gorelli per l’Italia, Justin Knock e Michelle Cherutti-Kowal per il Regno Unito, Tone Veseth Furuholmen per la Norvegia, Sarah Heller per Hong Kong, Christophe Heynen per il Belgio e Christy Canterbury per gli Usa. I tasting, alla cieca, sono stati condotti su 58 campioni imbottigliati di 30 aziende, selezionate in base a superficie, regime di coltivazione, ubicazione, altitudine e volumi produttivi e che incidono per il 50% in termini di rappresentatività dei volumi. ‘Quest’anno abbiamo rivisto la formula delle degustazioni di Brunello mettendo in campo un miglioramento di metodo: al panel di assaggio fatto dal Consorzio con sei tecnici del territorio, abbiamo aggiunto il tasting con i Master of Wine’ ha commentato ad askanews Bartolommei, spiegando che per l’appunto ‘negli assaggi si ritrovano tutte le caratteristiche dell’annata, compresa la gelata di inizio anno che ha fatto selezione naturale dei germogli, favorendo una maggiore qualità. La stessa breve siccità estiva ha creato maggior concentrazione e ci ha portato vini con bella struttura, con una spalla acida ma con la capacità di dare soddisfazione nel lungo periodo. Ci sono dei 2021 già pronti e altri che lo saranno a breve’.
‘C’è un’assoluta corrispondenza e questa mostra quanto in un contesto di cambio climatico fosse anacronistico definire eccezionale l’annata calda e soleggiata e abbastanza secca, e minori delle annate che andavano meno in questa direzione. In un contesto dove tutto si alza bisogna riclassificare questo alzarsi, e la 2021 è esattamente così’ ha aggiunto ad askanews Lonardi, parlando ovviamente di un millesimo che ha un frutto diverso dalla 2020, ‘che era molto più agrumata, molto più legata a queste note di buccia d’arancia: questa è un’annata dove c’è più frutta rossa, c’è più ciliegia, c’è anche una componente molto interessante di ‘stone fruit’, di pesca, albicocca. In bocca non dobbiamo aspettarci un’annata concentrata ma più leggera – ha messo in risalto – che si inserisce in un momento particolare, dove stilisticamente stiamo pensando a dei vini più agili, più facili da bere e la 2021 comincia a tracciare un solco che va in questa direzione’. ‘È stata un’annata con un rialzo delle temperature a febbraio che ha comportato un germogliamento precoce, lì c’è stata una gelata tra le peggiori dell’ultimo trentennio e poi c’è stato un ciclo che si è posticipato in avanti’ ha continuato il 51enne veronese, ricordando che ‘l’estate non è stata così calda, con 11 giornate con temperature oltre i 35 gradi rispetto alla media della Denominazione che è quasi vicina ai 15: significa posizionarsi un 25-27% sotto quello che sono i picchi di caldo che normalmente nella media storica ha questa Denominazione. Il settembre è stato estremamente asciutto e molto caldo con una vendemmia che era quantitativamente inferiore e quindi anche molto più corta’.
Sulle critiche fatte a ‘Brunello Forma’, Lonardi le ha imputate al fatto ‘che sembra un sistema molto complesso perché ci tenevamo tutti a chiarire la serietà che c’è dietro a questo progetto’ ha aggiunto, rimarcando che oggi ‘abbiamo creato una mappa che consente di raccontare nel tempo le varie annate di Brunello’. ‘È una sorta di asse cartesiano, dove vengono messe in fila le annate fino alla 2021, sui quattro punti che la rappresentano di più’ ha chiarito Bartolommei, precisando che ‘il centro è l’ottimale e dove si trovano anche le annate migliori, su tutte la 2016 e la 2019 e la 2021 non è così distante: è solo un pochino indietro quindi la si può annoverare fra le grandi annate’.
‘È la prima Denominazione italiana che ha un lavoro di questo tipo e adesso che cominciano ad arrivare i risultati ma soprattutto che possiamo comparare più di un’annata, io credo che arrivino i veri ‘pay off’ di Brunello Forma’ ha messo in risalto Lonardi, aggiungendo che grazie a questo sistema di analisi un produttore ‘può decidere di estrarre di più, di meno, può decidere di fare un affinamento un po’ più lungo, più corto, può decidere in quell’anno che vuole un po’ più di legno piccolo e l’annata successiva un po’ più di legno grande, sempre mirato ad esaltare la propria zona, la propria personalità, il proprio stile aziendale. Non diamo mai un’indicazione di quello che dovrete trovare sul vino – ha chiosato – ma diamo solo un’indicazione di quello che è successo, consapevoli che noi l’abbiamo già visto e già sentito’.
Sul possibile ampliamento del divario fra Nord e Sud della Denominazione dovuto al cambiamento climatico, Lonardi ha escluso ad askanews che questo rischio esista: ‘Assolutamente no. Ci sono delle mappe molto belle che mostrano il confronto tra la 2021 e la 2020, ad esempio se uno guarda la distribuzione della piovosità della 21 è completamente diversa ma non è solo che è piovuto di meno, è piovuto in maniera diversa in alcune zone rispetto alla 20, e questo dimostra che non si può dire che una zona è privilegiata rispetto a un’altra. Anzi, il modello permette di far vedere, a seconda dell’annata, cosa è successo sulla Denominazione e quindi ci sono alcune zone che in un’annata possono risultare un po’ più interessanti per alcuni motivi. La mia è un’esperienza solo di due anni ma iniziamo a vedere delle cose che ci allontanano da questo pensiero’. Una posizione analoga è stata espressa da Bartolommei, che ha anche introdotto un altro fattore: ‘Non credo proprio che ci possa essere alcun rischio, tra l’altro ci sono tante aziende del Nord che hanno le vigne al Sud, e con il cambiamento climatico le uve del Sud vengono aiutate da quelle del Nord per andare in equilibrio’.
Dall’analisi delle fascette richieste dai produttori, in autunno si è registrata un’ottima performance con un +39% su ottobre 2024, che ha portato il saldo dell’imbottigliato dei primi dieci mesi ‘a 7,6 milioni di pezzi. ‘C’è stato un riallineamento ai volumi dell’anno scorso – ha messo in luce il presidente, senese classe 1991 – anche se ovviamente l’imbottigliato non equivale a quello che è realmente uscito. Valoritalia ha implementato un nuovo sistema di analisi delle giacenze e le stiamo monitorando ma ci sembra comunque che il dato delle esportazioni sia ripartito’.
Gli Stati Uniti rimangono un obiettivo di mercato imprescindibile per il Brunello, rappresentando una media che si aggira intorno al 30% del fatturato e con alcune Cantine percentualmente di gran lunga più esposte. ‘Innanzitutto ripartiremo il 24 febbraio 2026 con ‘Benvenuto Brunello’ a New York, a cui seguiranno, il 3 e 4 marzo, due masterclass a Dallas e Austin. Tanta California si sta spostando in Texas, così come tanta New York si sta spostando verso Miami: quindi dobbiamo fare delle nuove considerazioni’ ha replicato Bartolommei, chiarendo che ‘naturalmente New York è la piazza principale degli Stati Uniti e ‘Benvenuto Brunello’ è oramai una manifestazione storica simbolo di Montalcino. Quindi continueremo a farla ma probabilmente la rimoduleremo: stiamo studiando possibili novità ma al momento non abbiamo ancora un’idea precisa, perché stiamo realizzando il nuovo piano promozionale che speriamo di varare a febbraio 2026 e che sarà anche un piano triennale di investimenti’. Sul delicato tema dell’unità tra i soci, il presidente ha risposto che ‘già il primo giorno ho detto che serve ritrovare una coesione tra di noi: non che non ci sia ma diciamo che ci sono degli angoli da smussare, a partire dal tema della promozione, e dobbiamo trovare tutti la forza di smussarli nell’interesse della direzione che Montalcino ha sempre avuto, che è quella di primeggiare’.
Il Rosso di Montalcino, che a ‘Benvenuto Brunello’ ha visto l’anteprima dell’annata 2024, ha registrato un andamento positivo anche sul fronte produttivo: dopo l’incremento di 352 ettari del vigneto, nei primi dieci mesi dell’anno l’imbottigliato è arrivato a poco meno di quattro milioni di contrassegni, con un tendenziale del +29%. Un risultato che, per Bartolommei, conferma il ruolo del Rosso come spazio di espressione delle singole scelte produttive. ‘Io credo che il tema degli stili diversi non sia un problema: credo che il Rosso sia un banco di prova di ciò che ogni produttore vuole fare con il Sangiovese nel breve periodo’ ha spiegato ad askanews. ‘Deve essere un po’ questo il Rosso, un vino da pronta beva: tutti i produttori sono molto convinti di ciò, poi ci sono Rossi un pochino più strutturati e altri che lo sono meno ma questo rientra nella singola interpretazione stilistica’.
L’enologo e responsabile export dell’azienda di famiglia Caprili, ha infine affrontato con askanews l’importante tema dell’enoturismo, definendolo ‘una grande opportunità’ per il territorio. ‘Non solo per la vendita diretta in Cantina che oggi pesa non più del 10% del fatturato, ma per provare a fidelizzare i clienti e quindi a farli tornare’ ha detto, sottolineando che ‘post Covid ci attestiamo sulle 230mila presenze che è un dato di tutto rispetto, dobbiamo però fare ancora un passettino in più per migliorare l’offerta, ad esempio manca ancora qualche struttura di grande livello ma col tempo si arriverà anche a questo’. ‘Certamente – ha concluso Bartolommei – le vendite in Cantina si possono incrementare ma per fare questo serve anche la formazione, aspetto su cui stiamo lavorando, in modo da dare anche un servizio ai nostri produttori, alle enoteche e ai ristoranti di Montalcino’.
‘Benvenuto Brunello’ ha contato quest’anno circa duemila presenze. Le etichette presentate in anteprima dalle 123 Cantine partecipanti sono state 370 e hanno compreso anche il Brunello Riserva 2020, il Rosso di Montalcino 2024 oltre a Moscadello e Sant’Antimo, tutti attesi sul mercato a partire da gennaio 2026. I primi due giorni della manifestazione sono stati riservati a circa cento giornalisti provenienti da Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Corea del Sud, Austria, Paesi Bassi, Germania, Danimarca e Scandinavia, mentre le tre giornate successive si sono svolte come walk around tasting con i produttori, affiancati da operatori del settore e pubblico. (Alessandro Pestalozza)

