L’umanità è formata da persone di qualunque genere, età, carattere, che si dividono in diverse categorie: quelle che ragionano con la propria testa e la stragrande maggioranza che ragiona con la testa degli altri. Perché la seconda è succube? La risposta è semplice: è composta da ignoranti.
Oddio, siamo tutti e tutte ignoranti, tuttavia c’è ignoranza e ignoranza, in quanto vi sono persone che la combattono leggendo, ascoltando e informandosi e altre che non sanno e non vogliono sapere cosa sia un libro. Vi sono persone che seguono gli insegnamenti dei “saggi” e cercano di connetterli con i concetti che già conoscono o imparano; persone che hanno fame di conoscenza e quindi sono sempre sul chi vive per valutare le questioni che arrivano al loro intelletto.
Purtroppo le predette persone non sono la maggioranza, ma costituiscono una minoranza marcata. Le altre, come prima si scriveva, sono ignoranti in maniera sostanziale e perciò stesso preda dei furbi che sfruttano tale ignoranza per renderle schiave.
Com’è noto, i gruppi di potere hanno dominato il mondo, le nazioni, le regioni e le comunità. Gruppi di potere economico, di casta, di associazioni segrete e via enumerando.
Come fanno a esercitare il loro potere? Tentando di costituire cinghie di trasmissione con tutti coloro che sono preposti a gestire le istituzioni, anche elette democraticamente.
La Democrazia è il miglior sistema per il funzionamento di una collettività. Tuttavia, essa è colpita da malattie di diverso tipo, gravi e meno gravi. Per esempio, il mancato raccordo fra il Popolo che elegge i propri rappresentanti e gli stessi. Perché manca spesso questo raccordo? Perché il Popolo non si esprime come un’unica famiglia, ma attraverso alcuni dei suoi componenti.
Tradotto, significa che all’incirca solo la metà dei votanti va nell’urna per depositare la propria volontà. Cosicché le maggioranze non sono vere, in quanto non rappresentano la maggioranza del Popolo, ma la minoranza che prende più voti. Quindi si realizza il paradosso che il Parlamento è formato dalla maggioranza della minoranza, non da una maggioranza effettiva.
Non bisogna dimenticare il collegamento fra le lobbies, cui prima si accennava, e i responsabili istituzionali, i quali, per essere in quei posti, debbono farsi supportare da mezzi finanziari cospicui, da chi possiede reti radio-televisive, giornali e da altri che governano media sociali e gestiscono altre forme di comunicazione popolare. Tutti questi supporter non lo fanno per generosità o sentimenti nobili, bensì per perseguire i loro scopi di potere ed economici.
Il quadro è chiaro, è noto e proviene da oltre duemila anni, quando gli imperatori e il senato romano seguirono la regola: “Panem et circenses”. Offrivano gratuitamente spettacoli al Colosseo, ove faceva divertire – si fa per dire – i/le cittadini/e, cui tra l’altro offrivano anche bibite e cibo. Cosicché essi/e dimenticavano tutte le altre cose che potevano essere gestite tranquillamente dai maggiorenti.
Ai nostri giorni, per fortuna, si è diffusa una certa conoscenza di fatti e di dati, ma essa non viene consolidata dalla voglia di sapere di più delle persone, le quali si limitano ad apprendere parole, slogan, modi di dire, ma non riescono a collegare le informazioni fra di loro, in modo da farsi un’opinione propria.
Scusate se battiamo e ribattiamo sul tema dell’ignoranza, ma chi si occupa di informazione, come facciamo da quarantacinque anni, ha il dovere etico di spiegare che l’ignoranza costituisce il tessuto migliore per chi esercita il potere in quanto gli ignoranti non sono in condizione di capire, in primis, fatti e circostanze e, in secundis, come fare per contrastare le azioni di interesse personale rispetto a quelle di interesse generale, che dovrebbero essere le uniche.
In questa direzione abbiamo più volte consigliato la lettura come antidoto e lo ribadiamo ancora una volta. La lettura al posto dell’uso senza limiti dello smartphone, che fornisce notizie sporadiche e spesso inutili a chi le legge.
Questo ci sembra l’essenziale della vita delle persone e lo continuiamo a ripetere editoriale per editoriale. Come diceva Franco Califano: “Tutto il resto è noia”.

