Repressione e prevenzione, ma anche la garanzia che l'attuale governo nazionale non retrocederà nella lotta alla mafia.
Repressione e prevenzione, ma anche la garanzia che l’attuale governo nazionale non retrocederà nella lotta alla criminalità organizzata. Alla vigilia della commemorazione della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, Fratelli d’Italia si riunisce a Catania per un evento che, giunto alla terza edizione, poggia le basi nelle simpatie politiche del magistrato che, con Giovanni Falcone, furono i principali protagonisti della lotta a Cosa nostra tra anni Ottanta e inizio anni Novanta, fino all’estate del ’92 quando entrambi furono uccisi. Vicende su cui ancora oggi non è stata fatta completa chiarezza, complici l’intervento di depistaggi della cui esistenza in pochi dubitano per quanto a mancare, come spesso è accaduto nella storia italiana, sono i depistatori. I mandanti.
Salvare i minori
Nell’incontro catanese, tuttavia, l’attenzione si è incentrata soprattutto sull’attualità. “La Sicilia da quell’estate del ’92, grazie al sacrificio di quegli uomini e grazie all’eccezionale lavoro svolto da parte della magistratura e delle forze dell’ordine, è decisamente cambiata – ha detto in apertura dei lavori il senatore Salvo Pogliese – Questo non vuol dire che oggi bisogna ad abbassare la guardia. La lotta alla mafia è e continuerà a essere una priorità del governo Meloni”. Pogliese, dopo aver ricordato l’impegno che da sindaco di Catania lo ha visto protagonista nella veste di promotore del nuovo regolamento per la gestione dei beni confiscati nel capoluogo, ha dato merito all’operato di Roberto Di Bella, presidente del tribunale per i Minori, fautore del progetto Liberi di scegliere che punta a evitare che bambini e ragazzini possano avere il destino segnato dalla crescita in contesti familiari legati alla criminalità organizzata. “Grazie a questo progetto oltre 150 minori sono stati allontanati dal contesto mafioso in cui erano costretti a vivere”, ha detto Pogliese. Di Bella è stato anche tra i relatori di uno dei panel previsti nel programma dell’evento.
L’eliminazione dell’abuso d’ufficio
Tra i big del partito che hanno parlato ai giornalisti presenti c’è stato anche Giovanni Donzelli. Il parlamentare nazionale ha così replicato a chi gli chiedeva un parere sulle ultime novità introdotte nel codice penale con il ddl Nordio. In particolare l’eliminazione del reato di abuso d’ufficio, da molti magistrati ritenuto un reato spia, l’anticamera per arrivare a scoprire le connivenze tra criminalità organizzata, burocrazia e politica. “L’abuso di ufficio metteva in difficoltà tanti pubblici funzionari – ha detto Donzelli parlando di quella che è stata definita paura della firma – La mafia si nutre del silenzio, della compiacenza e delle istituzioni deboli. Gli interventi che abbiamo fatto consentiranno alle istituzioni di lavorare con più serenità, non sono sconti alla criminalità”, ha aggiunto il deputato di Fdi che ha ricordato anche l’impegno in difesa del regime del 41 bis.
L’antimafia delle piccole cose
Tra chi ha preso la parola c’è stato anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Rivolgendosi alla platea, Galvagno ha reso omaggio alla memoria di Borsellino. “La mia generazione non conosce la paura degli anni Novanta e se questo è così è grazie a chi ha sacrificato la sua vita. Tutti parlano delle che non vanno, ma la verità è che la domanda che dobbiamo porci è quella relativa a quanto impegno mettiamo per cambiare le cose”, ha detto il presidente dell’Ars. Galvagno ha ricordato come oggi il “fenomeno mafioso tenta di infiltrarsi con metodi assolutamente diversi” rispetto al passato, ma anche specificato che per contrastarlo serve l’impegno a tutti i livelli. Compreso quello di lavorare per migliorare la vivibilità delle città, come – è l’esempio fatto dal numero uno di sala d’Ercole – nel caso delle pedonalizzazioni portate avanti dall’amministrazione Trantino a Catania, grazie alle quali sono stati “allontanati molti parcheggiatori abusivi”.
La critica al reddito di cittadinanza
Tornato al centro del dibattito nazionale, per via del ddl presentato all’Ars dall’esponente di Forza Italia Luisa Lantieri, il reddito di cittadinanza – seppur non direttamente menzionato – ha trovato spazio anche nell’evento organizzato da Fratelli d’Italia. Il riferimento è stato fatto dal parlamentare nazionale Manlio Messina. “La mafia è un fenomeno che non è più soltanto siciliano, ma che in Sicilia ancora esiste. Un fenomeno che il governo Meloni continua a combattere con determinazione. Qui – ha detto Messina rivolgendosi ai presenti in sala – c’è la Sicilia migliore che è stanca dell’assistenzialismo ed è anche l’assistenzialismo che fomenta la mafia. Combattere la mafia in Sicilia vuol dire dare lavoro alle persone. In un anno e mezzo stiamo cambiando questo Paese con convinzione, cambiare la mentalità dell’Italia e del Sud – ha concluso Messina – vuol dire anche combattere la mafia”.