Le note di Amazing Grace, uno dei gospel più famosi e quelle di My Way. Insieme ai ricordi e agli elogi di tanti amici, Palermo ha detto così addio stamane a Letizia Battaglia, nel corso della cerimonia laica e all’uscita della sua salma dal Palazzo delle Aquile, prima di essere portata in provincia di Cosenza, dove avverrà la cremazione e, come da sue volontà, la successiva dispersione delle ceneri in mare.
La cerimonia
Dal canto suo, il motivo più popolare di Frank Sinatra non poteva che essere il più acconcio a ripercorrere i momenti che hanno contrassegnato l’impegno della grande fotografa palermitana, paladina di diritti negati, esposti dai suoi scatti in bianco e nero e da numerose quanto controverse proposte e prese di posizione politiche.
A ‘modo suo’, sempre, in direzione ostinata e contraria: apertamente contro il potere mafioso che a lungo ha affermato in Sicilia malvagità e morte. “E con un amore senza regole e senza limiti per gli ultimi, per gli emarginati, lottando per il primato dei diritti anche oltre e contro la legge”, ha sottolineato il sindaco Leoluca Orlando nel suo elogio funebre.
La bambina col pallone
In mezzo al pubblico c’era anche Caterina Malizia, la giovane protagonista del celebre scatto ‘Bambina col pallone’, immortalata da Letizia Battaglia tra i vicoli della Cala nell’estate del 1980.
La donna si è avvicinata per l’occasione alla gigantografia piazzata alle spalle del feretro, al centro dell’atrio della sede del Municipio.
Tra i ricordi anche quello di suor Fernanda Monte, amica della fotografa da vent’anni: “A Letizia non piaceva essere indicata solo come fotografa della mafia, era soprattutto una donna dalla grande umanità. Succedeva a volte che nella sua spontaneità le scappasse qualche parolaccia e si scusava con me perché sono suora. Ma fotografare vuol dire scrivere con la luce e lei ne lascia tanta”.
Nel ricordo della figlia Shoba, anche lei nota fotoreporter, il privilegio di esserle stata accanto con le altre due figlia di Letizia Battaglia, “anche in questi ultimi due anni e mezzo, per lei così sofferti. Mia madre è stata una maestra e lascia una grande ricchezza”.
Nel corso delle esequie non poteva mancare l’intervento di padre Cosimo Scordato, teologo ed ex parroco dell’Albergheria: “Letizia apparteneva un pò a tutti. Il suo era uno ‘scattò non solo fotografico, ma anche in avanti. Non è un caso che abbia accettato la sfida della politica: lo ha fatto senza chiacchiere e dando il meglio di sé”.
Coerente fino all’ultimo nel suo orientamento di atea. “Certamente lo era – ha detto Scordato – e lo ha dimostrato demolendo tutti gli idoli della modernità”. Tra i presenti c’erano anche Vincenzo Agostino, il padre dell’agente di polizia ucciso nel 1989 con la moglie incinta, che ha definito Letizia Battaglia “una partigiana”; e il direttore del Centro Impastato, Umberto Santino, che ha ricordato la collaborazione e le mostre organizzate insieme, in particolare una, tenuta a Amsterdam.
Le iniziative per ricordarla
Prossima iniziativa per fissare il ricordo della fotoreporter scomparsa l’altro ieri a Cefalù, l’intitolazione al suo nome del viale principale dei Cantieri Culturali alla Zisa, così come del Centro Internazionale di Fotografia, voluto e diretto da Letizia Battaglia all’interno di quest’area che da un ventennio è riferimento della creatività artistica a Palermo.
A poca distanza ci saranno anche un murale a lei dedicato, vicino a quello realizzato per ricordare Fabrizio De André e un muro bianco. “Uno spazio sul quale – ha concluso Orlando – sarà possibile scrivere un pensiero, apporre la propria firma o dedicare un ricordo a una donna andata oltre i luoghi comuni e i perbenismi ipocriti”.

